Una nomina, un’udienza privata e l’annuncio di una prossima visita. Tutto in un giorno. L’estate di Papa Francesco prosegue ancora ricca di impegni lavorativi. Questa mattina il Santo Padre ha nominato segretario aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica mons. Giuseppe Sciacca, vescovo titolare di Fondi, finora segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.
Ha poi ricevuto in udienza padre Josè Maria Di Paola, più noto come “padre Pepe”, il sacerdote argentino suo amico di lunga data, da sempre dedito alla evangelizzazione e all’assistenza dei poveri e degli emarginati nelle villas miserias, le favelas di Buenos Aires. Un’opera difficile, questa, che è costata al giovane sacerdote parecchie minaccie di morte da parte dei narcotrafficanti, ma che padre Pepe ha portato avanti con coraggio e soprattutto con il forte sostegno dell’allora arcivescovo della capitale argentina, Jorge Mario Bergoglio, come ha raccontato egli stesso in una intervista a ZENIT. Padre Di Paola è intervenuto nei giorni scorsi a Rimini, nell’ambito del Meeting per l’Amicizia dei Popoli, in una tavola rotonda “Papa Francesco: con la Lumen Fidei alle periferie dell’esistenza”.
Infine, sempre questa mattina, è stato confermato che il Pontefice visiterà il Centro Astalli di Roma, il prossimo 10 settembre, intorno alle 15.30. “Il Papa è stato invitato è ha risposto personalmente che sarebbe venuto. Ora tutto questo si realizza” ha dichiarato alla Radio Vaticana padre Giovanni la Manna, presidente della struttura italiana dei gesuiti che si dedica all’accoglienza dei rifugiati. La visita si svolgerà sicuramente in forma privata, come è avvenuto nel viaggio a Lampedusa, il che esclude tutte le partecipazioni e i protocolli previsti per le visite ufficiali.
Tuttavia, per ora si stanno ancora definendo i dettagli. Si legge sul sito Redattore sociale che “la prossima settimana dovrebbero tenersi gli incontri per definire gli aspetti organizzativi tra il Vaticano e i responsabili del centro gestito dai gesuiti”.
“E’ molto probabile – aggiunge la pagina web – che nello stile che lo contraddistingue, Papa Francesco si intratterrà personalmente con gli immigrati che frequentano la mensa e le altre strutture di Astalli e che qui trovano spesso la prima e unica alternativa alla strada dopo l’arrivo nella capitale”. Più nel dettaglio, nel Centro – ha rivelato padre la Manna nell’intervista radiofonica – il Santo Padre “potrà incontrare i tanti rifugiati che arrivano a Roma”, persone “che hanno bisogno di mangiare, di poter fare la doccia, di poter incontrare un medico, ricevere un farmaco, assistenza legale e sociale…”.
Questo gesto del Papa di recarsi nella struttura nel cuore di Roma, sarà quindi “un segno di continuità nella vicinanza a persone che sono costrette a lasciare la propria terra a causa di guerre e persecuzioni” ha soggiunto il sacerdote. Allo stesso tempo, sarà “un invito a tutti noi di seguire il suo esempio”, perché – ha ricordato – “il Papa parla di globalizzazione dell’indifferenza” e “ci invita ad uscire da noi stessi”. “Dall’incontro con l’altro – ha concluso padre la Manna – nasce qualcosa che è positivo per tutti. Se ci sottraiamo, perdiamo il senso di essere parte di un’unica comunità. E’ una sollecitazione forte anche per noi Chiesa. Il Papa è stato chiaro: ‘Abbiamo bisogno di testimoni e non di maestri'”.