Sullo sfondo della Grande Mela avvengono storie straordinarie. Come quelle di Jonathan Fields e Anujeet Sareen che stamattina, al Meeting di Rimini, hanno raccontato le loro rispettive conversioni al cristianesimo.

L’incontro è avvenuto nell’ambito del ciclo Cosa ridesta l’umano: la pienezza dell’umanità porta inevitabilmente alla scoperta di Dio. Per entrambi i protagonisti della conferenza, ciò è avvenuto nel carisma specifico di don Giussani e di Comunione e Liberazione.

Entrambe le testimonianze confermano come le crisi esistenziali, umane ma anche sociali o economiche, possono davvero essere delle formidabili ridestatrici dell’umano.

Jonathan Fields faceva parte di quella ben nota élite ebraica newyorkese in grado di giocare sempre un ruolo di primo piano nel destino della città e del mondo.

Musicista e insegnante, Jonathan fin da giovane soffre di un disturbo bipolare che lo porta a spiccatissimi sbalzi d’umore, con grandi entusiasmi e rovinosi crolli psicologici.

Un giorno, poi, Jonathan incontra un gruppo di giovani di Comunione e Liberazione che lo inducono a cambiare vita: vende le sue due chitarre e decide di visitare San Pietro a Roma, dove sviluppa una particolare devozione per il rosario.

Di ritorno in America, visitando un monastero in Arizona, arriva sul punto di farsi frate ma i genitori, sospettosi, decidono farlo seguire da un detective privato…

La vita di Jonathan continua ad essere un saliscendi di slanci mistici ed esaurimenti nervosi. Frequenta per qualche tempo uno psicanalista che gli suggerisce di trovarsi nuovi amici, ma lui, sul momento non comprende quell’affermazione.

Il terapeuta in realtà lo sta indirizzando da un gruppo di preghiera nella cattedrale di San Patrizio, dove apprenderà nuove cose sulla spiritualità di don Giussani.

La vita ricomincia a sorridere a Jonathan: “Ho ripreso a lavorare – ha raccontato al pubblico del Meeting – ad abbracciare i miei colleghi e, in quel periodo, ho anche incontrato la mia attuale moglie, da cui oggi ho tre figli”.

La conversione è un vero ciclone nella vita di Fields che si autodefinisce un “San Paolo” dei nostri giorni. Racconta di come il cambiamento avesse lasciato attoniti i suoi genitori, scettici sulla conversione religiosa ma, alla fine, lieti della ritrovata serenità del figlio.

“Anche se continuano a non credere in Dio – ha detto Fields – anche loro vedono nel movimento una base per una nuova civiltà umana”.

Per Jonathan Fields, che – retaggio della gioventù ebraica – è sempre stato roso dall’inquietudine della ricerca del Messia, è arrivato il dono dell’incontro con Lui.

Finalmente sereno, dopo gli anni delle altalene vertiginose tra gioia e depressione, Fields continua a fare quello che ha sempre amato nella vita: comporre e insegnare musica. E intravede nei suoi figli, la sua stessa sana inquietudine religiosa.

Anujeet Sareen è anch’egli newyorkese ma di origine indiana e in famiglia è stato educato alla religione sikh, ai cui principi si ribella durante l’adolescenza. Per i maschi sikh è consuetudine farsi crescere i capelli, che al momento del passaggio alla vita adulta, vengono raccolti nel tradizionale turbante.

Cosa fa invece Anujeet a sedici anni? Va dal barbiere e si taglia la lunga chioma, con grande sconcerto del padre che non gli rivolge la parola per settimane.

La svolta nella vita di Anujeet è l’incontro con la futura moglie Tara (che gli ha dato otto figli) di religione cattolica, che per anni accompagna a messa e durante gli incontri catechetici: nutre già un profondo rispetto per il cristianesimo ma ancora non lo sente del tutto suo.

La chiave di volta per Sareen è l’impatto con Il senso religioso di don Giussani, “un libro che capii aveva a che fare con il mio lavoro”. Anujeet, che fino a quel momento aveva pregato Dio (ma non il Dio cristiano) soprattutto per la sua famiglia, comprende che il cristianesimo è una realtà integrale e “materiale” e abbraccia ogni ambito dell’esistenza.

Diventato manager di un’azienda finanziaria a Boston, Anujeet attraversa mille tempeste lavorative: dal crollo delle borse asiatiche, alla fine degli anni ’90, alle crisi dei mercati a seguito dell’11 settembre 2001, fino alla grande crisi economica del 2008-2009, con tutti i fallimenti bancari e finanziari che ha comportato.

È in queste circostanze che Anujeet prende l’abitudine di pregare pubblicamente nei corridoi dell’ufficio, offrendo così una fulgida testimonianza ai suoi colleghi.

In conclusione della conferenza, Sareen ha menzionato un episodio che lo ha profondamente e piacevolmente sorpreso: la conversione – o meglio – il riavvicinamento alla Chiesa Cattolica del suo amico Brian, che se ne era allontanato dopo gli scandali della pedofilia nella diocesi di Boston.

“Brian mi ha detto che, grazie a me è tornato cattolico – ha raccontato Anujeet – davvero non mi aspettavo che mi avrebbe detto questo”. Ciò è avvenuto dopo che Sareen ha fatto conoscere all’amico il carisma di CL; unendosi al canto e alla preghiera di un gruppo di ciellini fervorosi, Brian ha detto all’amico: “Questa è la Chiesa di Cristo, non è la mia vecchia Chiesa”.