Una delle immagini più belle delle Giornate Mondiali della Gioventù è il momento in cui i ragazzi vanno a confessarsi. È’ lo specchio di ciò che i giovani desiderano trovare nella Chiesa: la purezza del Cristianesimo. Né più, né meno.
Troppe persone, negli ultimi anni, hanno pensato esattamente il contrario. Sono i cosiddetti “cattolici adulti”, che vogliono creare una rottura con la tradizione cattolica.
Il termine “cattolico adulto” racchiude una profonda superbia. Esprime l’idea di un cattolico migliore e più evoluto degli altri, che sarebbero rimasti bambini. Il cattolico adulto pensa: “Sono io che ho capito tutto. Gli altri sono solo dei bigotti attaccati alle loro stupide devozioni”.
I cattolici adulti credono in una specie di religione “fai da te”. Rifiutano gli insegnamenti del Magistero e propongono una visione della vita influenzata dal relativismo morale. Vivono di contraddizioni, senza rendersene conto. Si battono contro la pena di morte ma sono favorevoli all’aborto. Proclamano la pluralità e la libertà d’espressione, ma etichettano come “integralisti” tutti quelli che vogliono seguire la dottrina della Chiesa.
I cattolici adulti hanno sempre il Concilio Vaticano II in bocca. Ne parlano continuamente. Ma ne danno un’interpretazione distorta, in totale discontinuità con ciò che c’è stato prima. Il loro errore fondamentale è quello di voler annacquare il Cristianesimo, riducendolo ad una dimensione orizzontale di semplice filantropia ed impegno nel sociale.
La piaga dei cattolici adulti ha toccato, purtroppo, anche i pastori e gli educatori, che dovrebbero rappresentare una solida guida per i giovani. Ci sono sacerdoti che contestano apertamente il Papa e catechisti pronti a parlare di tutto, tranne che del Catechismo della Chiesa Cattolica.
Alcuni giovani mi hanno raccontato che il loro parroco considera il Rosario “roba da antiquariato”. Preferisce parlare dei diritti umani e organizzare raccolte di firme per le iniziative più bizzarre. Se una persona desidera confessarsi, troverà sempre il confessionale vuoto, perché i preti della sua parrocchia sono impegnati in attività che non hanno nulla di spirituale.
A che cosa servono sacerdoti come questi? I giovani non hanno bisogno di ridicoli doppioni che parlano il linguaggio dei politici o dei cantanti rock. C’è bisogno, invece, di sacerdoti che insegnino a pregare, a confessarsi, a ricevere l’Eucaristia con rispetto, a farsi un esame di coscienza ogni sera, prima di addormentarsi. È’ questo che cambia veramente la vita. Tutto il resto verrà dopo, come naturale conseguenza.
Il Cristianesimo è una stupenda religione interiore. Chi prega bene e cerca Dio impara anche a guardarsi dentro. Si sforza ogni giorno d’assomigliare all’unico modello che ha scelto per la sua vita: Gesù.
Bisogna aiutare i giovani a sentire la presenza di Dio nella propria esistenza. Sarà questa presenza che li aiuterà a cambiare loro stessi e a cambiare successivamente la società.
Per cambiare il mondo bisogna, prima di tutto, cominciare a cambiare la vita personale. Ognuno deve fare uno sforzo per cercare di vincere il proprio egoismo, le proprie cattive abitudini.
Dio può aiutarci in questo. Può prenderci per mano e condurci sulla buona strada, nonostante le miserie della nostra fragile umanità. Per questa ragione, è meglio essere “cattolici bambini” e non adulti. Bisogna avere l’umiltà di ascoltare e di affidarsi alla guida della Chiesa, fidandosi di lei nello stesso modo in cui un bambino si fida della sua mamma.