“C’è un primo segno negativo – ha commentato il presule – il raffreddamento della fede presso molte comunità cristiane nel nostro Occidente secolarizzato”. “Il fuoco dello Spirito e dell’amore – ha proseguito – è rimasto sepolto dalla coltre dell’indifferenza, dalla cenere dell’abitudine, dal triste grigiore di una vita cristiana scarica: incolore, insapore, inodore. Una vita sazia e annoiata, che non genera una testimonianza, non colora un esistenza. Non accende una gioia”.
Ma la novità di oggi, ha affermato il Vescovo, è che “il Vento dello Spirito ha ricominciato a soffiare forte ed il suo fuoco ha ripreso fiamma. Abbiamo la fortuna di vedere molti cristiani che fanno un esperienza viva di Gesù Cristo”. Un altro confortante e promettente segno di novità – ha aggiunto – è “il risveglio del cosiddetto ‘gigante addormentato’, il laicato, e, con ciò, l’avvio di una nuova ondata di evangelizzazione, i cui protagonisti sono i laici”.
Come Papa Francesco nel messaggio inviato a lui oggi per l’apertura del Meeting, mons. Lambiasi ha citato le parole del Servo di Dio mons. Luigi Giussani: “Siamo poveri di amore, assetati di verità e giustizia, mendicanti di Dio”. “La povertà più grande – ha soggiunto – è la mancanza di Cristo, e finchè non porteremo Gesù agli uomini, avremo fatto per loro sempre troppo poco”. Da qui l’appello pressante: “Andiamo incontro a tutti, senza aspettare che siano gli altri a cercarci!” per “portare a tutti la fiamma divampante del fuoco di Cristo”.
Il presule ha auspicato che “lo stesso fuoco arda nel nostro cuore per riscaldare e illuminare gli ambienti dove viviamo e operiamo, mettendo in conto che potremmo incontrare il rifiuto e l’avversione: la persecuzione!”. “Consapevoli però – ha concluso mons. Lambiasi – che nessuno ha il potere di spegnere quella fiamma che l’amore di Gesù ha acceso nei nostri cuori”.