Lettura
La liturgia ci propone oggi, ancora una volta, una bella pagina della storia del popolo di Israele. Assistiamo al passaggio del testimone tra Mosè, giunto ormai a centoventi anni di vita, e Giosuè, che Mosè incoraggia a guidare il popolo e a fidarsi di Dio. Sono righe commoventi, che raccontano essenzialmente due cose: la prima è che Dio non abbandona mai il suo popolo, e la seconda è che non mancheranno mai nella storia persone e pastori che in nome di Dio guideranno il popolo verso la terra promessa.
Meditazione
“Chi è più grande nel regno dei cieli?”. Quante volte anche noi ci siamo fatti questa domanda, mentre ci interrogavamo sul tenore della nostra vita spirituale o, magari, facendo verifiche di diverso tipo. “Chi è più grande?”. E qui, anche noi, come nel Vangelo di Matteo, forse, ci siamo persi in tantissimi pensieri e ci siamo dimenticati di quello che Gesù ha risposto senza mezzi termini: “i bambini”. I bambini sono i più grandi nel Regno dei Cieli. Che bello e quanta tenerezza ci fa ogni volta che ascoltiamo questa pagina! Ma c’è un verbo che Gesù usa e anticipa così il tutto, ed è il verbo “convertire”. Allora, sembra quasi come se, in realtà, il vero soggetto, oltre ai bambini, sia un profondo atteggiamento di conversione, dalle nostre logiche a quelle del Vangelo. Solo se ci “convertiremo totalmente” saremo degni del Regno. Infatti, il problema più grande, molte volte, è che giochiamo a fare i “bambini” nella fede, mentre dovremmo avviare autentici cammini di conversione e un autentico rinnovamento spirituale, decisivo per la nostra vita. “Se non vi convertirete” è un’espressione che con poche parole può cancellare tutta la poesia e la bellezza dei bambini, ma è quella più vera di tutte. Siamo chiamati a conversione! Il Signore ci chiede di essere credenti convertiti, ovvero abitati da una logica nuova che ci fa vedere nei bambini i grandi, nei servi i padroni, negli umili i ricchi e così via. È un’operazione di conversione del cuore quella che dobbiamo attivare nella nostra vita. Non si tratta di conversioni di metodo o di parole; si tratta di “conversione” di cuore e, quindi, della vita. Solo il convertito può riconoscere Dio come padre, può diventare figlio e, quindi, può farsi bambino. Chi non è convertito non diventerà mai “figlio” e mai “bambino”.
Preghiera
Signore, converti il mio cuore a te. Fammi operare quel cambiamento del cuore che permetterà al tuo amore di trasformare in me gesti, parole ed azioni. Signore, convertimi a te ogni volta che sono troppo ripiegato su di me. Signore, convertimi a te ogni volta che le mie pretese di adulto mi impediscono di essere bambino svezzato in grembo a sua madre. Signore, convertimi a te!
Agire
Attraverso una preghiera costante, ripetere nel cuore queste parole: Signore, converti il mio cuore.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Lucera-Troia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it