L'annuncio del Vangelo è dovere di ogni cristiano

Commento al Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale che verrà celebrata il prossimo 20 ottobre

Share this Entry

Firmato il giorno di Pentecoste, il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata Missionaria Mondiale di domenica 20 ottobre è stato pubblicato il 6 agosto, festa della Trasfigurazione del Signore. Il primo riferimento di Papa Francesco è all’Anno della Fede che sta per concludersi. Scrive: “L’Anno della fede, a cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, è di stimolo perché l’intera Chiesa abbia una rinnovata consapevolezza della sua presenza nel mondo contemporaneo, della sua missione tra i popoli e le nazioni” (1).

Quindi riprende la teologia della missione sviluppata dal Concilio Vaticano II, riproposta dal beato Giovanni Paolo II nell’enciclica missionaria Redemptoris Missio, secondo la quale la missione non ha confini geografici ma interessa ogni uomo e donna sulla terra, ovunque si trovino: “La missionarietà non è solo una questione di territori geografici, ma di popoli, di culture e di singole persone, proprio perché i “confini” della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna, Il Concilio Vaticano II ha sottolineato in modo speciale come il compito missionario, il compito di allargare i confini della fede, sia proprio di ogni battezzato e di tutte le comunità cristiane…” (2).

Già Benedetto XVI aveva ricordato che “lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale» (Esort. ap. Verbum Domini, 95). Aggiunge Papa Francesco: “Ogni comunità è ‘adulta’ quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle ‘periferie’, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo” (1).

Riprendendo poi le affermazioni di Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi, il Pontefice ribadisce l’ecclesialità dell’opera evangelizzatrice: “Quando il pù sconosciuto predicatore, missionario, catechista o Pastore, annuncia il Vangelo, raduna la comunità, trasmette la fede, amministra un Sacramento, anche se è solo, compie un atto di Chiesa…”. Egli non agisce “per una missione arrogatasi, né in forza di un’ispirazione personale, ma in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa»”. E questo dà forza alla missione e fa sentire ad ogni missionario ed evangelizzatore che non è mai solo, ma parte di un unico Corpo animato dallo Spirito Santo.

Nel Messaggio di Bergoglio, segue poi un’ampia descrizione della situazione dell’umanità oggi segnata da una mobilità in continuo aumento, dalla facilità di accesso e uso dei new media, della globalizzazione totale e, nel campo della missione la realtà di nazioni tradizionalmente cristiane ma che oggi stanno perdendo il senso della fede mentre un’ampia parte dell’umanità non è stata ancora raggiunta dall’annuncio del Vangelo. Ecco, allora, l’invito di Papa Francesco: “L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donare. Portiamo a questo mondo, con la nostra testimonianza, con amore, la speranza donata dalla fede! La missionarietà della Chiesa non è proselitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore” (4).

Il Santo Padre esprime con affetto la sua gratitudine a tutti quelli che, lasciando tutto, partono per portare il Vangelo della salvezza: missionari, missionarie, fidei donum, fedeli laici, oggi sempre più numerosi. Una sottolineatura appare molto significativa: “Le giovani Chiese si impegnino a inviare loro missionari in aiuto alle Chiese di antica fondazione per portare la freschezza e l’entusiasmo con cui essi vivono la fede”. Da qui l’invito “ ai Vescovi, famiglie religiose, comunità e tutte le aggregazioni cristiane a sostenere, “con lungimiranza e attento discernimento, la chiamata missionaria ad gentes e ad aiutare le Chiese che hanno necessità di sacerdoti, di religiosi e religiose e di laici per rafforzare la comunità cristiana”(4).

Un commosso pensiero il Papa lo dona infine ai cristiani perseguitati oggi “nel professare apertamente la propria fede e nel vedere riconosciuto il diritto a viverla dignitosamente”. “Sono nostri fratelli e sorelle” scrive, “testimoni coraggiosi – ancora più numerosi dei martiri nei primi secoli – che sopportano con perseveranza apostolica le varie forme attuali di persecuzione, Non pochi rischiano anche la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo” (5).

L’auspicio di Papa Francesco per la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale è che “questo Anno della fede possa rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo” (Lett. ap. Porta fidei, 15).

Share this Entry

Giuseppe Buono

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione