La seconda parte dell’intervista è stata pubblicata ieri, martedì 6 agosto 2013.
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È ancora viva e operante la Milizia fondata da Padre Kolbe?
Padre De Muro: Certamente. I tempi sono cambiati e anche la Milizia si è aggiornata nel suo aspetto esteriore, conservando però intatto lo spirito e gli ideali suggeriti da Padre Kolbe. Io sono l’assistente internazionale della Milizia ed ho la possibilità di avere una conoscenza abbastanza precisa della situazione. Posso dire che la Milizia è veramente diffusa in tutto il mondo. Dove è presente la Chiesa cattolica, si trova la Milizia. Ci sono molti casi in cui esistono gruppi della Milizia anche dove non operano i frati francescani, cioè i confratelli del fondatore della Milizia. Molti gruppi vengono fondati dai parroci, o anche addirittura da laici. Particolarmente attive sono le nazioni dell’America del Sud, Stati Uniti, Canada, Filippine, Indonesia, Ma anche in Europa, Polonia naturalmente, Romania, Francia, Lussenburgo, Italia., e molti Paesi africani, in particolare Kenia, Zambia eccetera. Fioriscono continuamente nuove iniziative, come per esempio, sono molte le stazioni radiofoniche che potano il nome di Padre Kolbe e che si ispirano al suo movimento.
E in Cina?
Padre De Muro: Padre Kolbe vi era passato nel 1930. Oggi non siamo in grado di conoscere la reale situazione della Chiesa in quella Nazione. Ci sono anche là dei frati francescani che lavorano ma in modo clandestino. Senz’altro ci saranno dei gruppi di aderenti alla Milizia dell’Immacolata, ma nascosti.
È possibile avere, sia pure in modo approssimativo, dei numeri riguardanti gli iscritti a questo movimento?
Padre De Muro: Recentemente sono stato a un Convegno dove si è affrontato anche questo argomento, ma è impossibile tracciare delle linee concrete. La Milizia dell’Immacolata è costituita da tre livelli di partecipazione: il primo è quello di partecipazione spontanea, individuale, personale, senza appartenere ufficialmente al Movimento. Poi viene il livello di aggregazione ufficiale a un gruppo e infine quello dei Consacrati, i religiosi, i sacerdoti. Avere una sintesi globale per poter fare delle stime è impossibile. Posso dire che il numero è elevatissimo, milioni e milioni di persone seguono questo movimento spirituale in tutto il mondo.
Il 14 agosto si ricordano 72 anni della morte di Massimiliano Kolbe: che cosa si sa degli ultimi giorni della sua esistenza terrena?
Padre De Muro: Il 1° settembre 1939, i nazisti invasero la Polonia ed ebbe inizio la Seconda Guerra Mondiale. Arrestarono tutti i religiosi e chiusero la Città dell’Immacolata, ma dopo tre mesi, i frati furono inaspettatamente rilasciati. Ripresero la loro attività sia pur dovendo affrontare molte rischi. I tedeschi non gradivano la popolarità di Padre Kolbe. Gli chiesero più volte di cambiare la cittadinanza prendendo quella tedesca, ma rifiutò sempre. Nel febbraio 1941 venne arrestato con altri quattro confratelli. Il 28 maggio fu trasferito nel famigerato campo di sterminio ad Auschwitz. Fu messo insieme agli ebrei perché sacerdote, e contrassegnato con il numero 16670. All’inizio era addetto al trasporto dei cadaveri al crematorio, ma alla fine di luglio fu trasferito al Blocco 14, dove i prigionieri lavoravano nei campi. Uno di loro riuscì a fuggire e, secondo l’inesorabile legge del campo, dieci prigionieri vennero destinati al bunker della morte. Tra essi un padre di famiglia, Francesco Gajowniczek. Questi, scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava. Padre Kolbe uscì dalle file dei prigionieri e si offrì di morire al suo posto. Lo scambio venne accettato. I dieci furono rinchiusi nel bunker della morte, senza acqua né cibo. All’inizio erano disperati, ma a poco a poco Padre Kolbe trasformò la loro disperazione in una rassegnazione piena di fede. Gli altri prigionieri hanno testimoniato che, nel silenzio della notte, sentivano uscire da quel bunker canti e preghiere. Le voci si facevano, di notte in notte, sempre più deboli e dopo due settimane, non si sentì più niente. Le guardie entrarono nel bunker il 14 agosto. Quattro prigionieri erano ancora vivi, tra essi padre Kolbe. Erano stremati, ma sereni e le guardie ebbero pietà: li uccisero con una iniezione di cianuro. Il giorno dopo, giorno della Festa di Maria Assunta in cielo, i loro corpi vennero cremati e le ceneri disperse.