Lettura
Ancora una volta, la lettura tratta dal Levitico invita a ricondurre tutta la vita del popolo di Israele alla logica di Dio. Nel giorno del Giubileo tutte le logiche dell’uomo finiranno. Tutte le logiche legate alla natura, ai capi, alle norme del vivere civile finiranno, poiché nel tempo di Dio, nell’anno giubilare, la sola legge che dovrà restare è quella di Dio, che riconduce tutto all’ordine primordiale.
Meditazione
L’odierno Vangelo, che racconta la fine tragica di Giovanni Battista, delineando i tratti essenziali della personalità di Erode e descrivendo la perfidia della figlia Erodiade e di Erodiade stessa, in realtà, più che essere il semplice racconto di un evento tragico – la narrazione della triste morte di Giovanni Battista –, ci offre la possibilità di fare un’attenta riflessione su due grandi temi: la gelosia e il potere. Difatti,l’elemento che scatena tutto, fin dal primo versetto, in cui si parla della fama diGesù, e fino al racconto della morte di Giovanni, è proprio l’attaccamento al potere e il timore o la gelosia verso “altri” che possono minare questo potere. Nella vita quotidiana, sono tante le situazioni analoghe in cui il potere minaccia e mette a morte non solo Giovanni Battista, ma la serenità di tante famiglie, la lealtà e la stima sul posto di lavoro, negli ambienti istituzionali ed anche nelle nostre comunità parrocchiali. È il “potere” il virus che contagia la vita dell’uomo, sgretolandola e causando morte, è questa ambizione del controllo ad innescare strutture di peccato nei singoli, nelle realtà in cui lo si esercita. Sarebbe significativo, per la nostra riflessione, chiedersi quanto anche noi, come Erode, siamo legati alle nostre sicurezze, ai nostri piccoli e gradi regni che ci fanno sentire grandi. Sarebbe ancor più significativo chiedere a Dio la grazia di liberarci da questa passione; perché lì dove c’è il potere e la gelosia, lì si trova l’anticamera del male. Non si tratta, allora, di riflettere sul racconto della tragica fine del Battista, ma di soffermarsi approfonditamente sul come, ancora oggi, ognuno di noi sia schiavo del “potere” e delle lusinghe che con esso ci portano a decretarci alla stregua di piccoli “dèi”.
Preghiera
Signore Gesù, libera il mio cuore dalle catene del potere, che mi impediscono di vivere con amore e con senso di apertura verso la tua Volontà. Troppo spesso l’attaccamento alle mie cose, alle situazioni che sento comode e convenienti mi impediscono di agire e di pensare secondo il Vangelo. Liberami e spezza in me ogni catena di potere, e rendimi tuo“prigioniero”, poiché il tuo giogo è soave ed il tuo carico è leggero.
Agire
In questa giornata provo a dare un nome a tutti quei“poteri”che consciamente o inconsciamente mi impediscono di essere “amore donato” nella mia vita di cristiano.
Meditazione del giorno a cura di mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Lucera-Troia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti:
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