Singolare incontro di Santi e di devozione la data odierna, del 2 agosto! La Chiesa ricorda Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, strenuo difensore in Occidente -come lo fu, tra gli altri, in Oriente, Sant’Atanasio- della divinità di Gesù Cristo, contro la invadente e deleteria eresia ariana, che seminò i suoi errori per lunghi decenni del sec. IV. È bello pensare che un altro “eroe della fede”, di cui si commemora oggi la festa, San Pier Giuliano Eymard (1811-1868), apostolo della Eucaristia, fondatore dei “Sacramentini”, poté coltivare personalmente e promuovere pubblicamente, presso il popolo di Dio, una tenerissima devozione a Gesù Sacramentato proprio grazie a quella tenace resistenza, messa in atto 1500 anni prima, a difesa della vera identità del Salvatore. Come dire: quanto la Tradizione ci offre, merita sommo rispetto, perché porta sempre in sé il segno e il sigillo della Croce di Cristo e della sofferta partecipazione di innumerevoli anime (impegnate alla custodia di uno straordinario deposito di verità, giunte integralmente fino a noi grazie al loro sacrificio).
Il due di questo mese riporta anche, naturalmente, alla mente e al cuore, il “Perdono di Assisi”: il privilegio, cioè, che San Francesco ottenne dal Papa Onorio III per la chiesetta dedicata a Santa Maria degli Angeli, detta Porziuncola (e poi esteso, universalmente, alle consuete condizioni, a tutte le chiese francescane e infine a tutte le chiese parrocchiali del mondo). Il Pontefice concesse la “indulgenza plenaria”, secondo la richiesta avanzata dal Poverello a Dio stesso, durante una celeste visione: “Santissimo Padre (Iddio), benché io sia misero peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. Il Vicario di Cristo, che si trovava allora a Perugia, dopo debita riflessione, concesse a San Francesco il favore, che non necessitò né di firme né di protocolli: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, penserà a manifestare l’opera sua, io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli angeli i testimoni”. Altri tempi, verrebbe da dire, pensando alla attuale diffusissima incapacità di mantenere la parola data e al sospetto, che quasi inevitabilmente regola i rapporti tra le persone e le istituzioni…
È bello pensare come, in questa “faccenda” spirituale, in questo tenerissimo scambio di pentimento sincero per i propri peccati e di infinita pietà e condiscendenza, da parte del Cielo, rientri, a pieno titolo, la Vergine Santa, Madre di Misericordia e Regina degli Angeli. A Lei l’umanità, debitrice del dono più bello, dell’autore stesso della Salvezza, guarda con rinnovata speranza; a Lei eleviamo gli occhi e lo spirito, come alla Donna che finalmente ristabilisce la perduta signoria di Dio sul cuore ribelle dell’uomo e lo riporta al suo destino, di libertà e di pace.
Signora degli Angeli, la sua vita riconduce al mistero della Annunciazione, quando Gabriele si trattiene con Lei, rivelandole la sua altissima missione e chiarendo i misteriosi “passaggi” di quel progetto divino, che si sarebbe realizzato nel suo seno e nel suo Cuore.
Di quelle creature angeliche Ella riproduce, nella sua esistenza, la celestiale purezza, la fedeltà assoluta alla Volontà del Padre, la custodia -vigile, attenta, premurosa- di chi è affidato a Lei.
Nel corso della Storia, fin dai primi secoli della Cristianità, Maria Santissima svolgerà spesso il compito e il mandato, proprio degli Angeli, di essere inviata da Dio, di annunciare al mondo la forza e la soavità perenne del Vangelo, richiamando alla conversione e alla pienezza di vita cristiana, alla “misura alta” della Santità.
A Fatima, nel 1917, la sua venuta sarebbe stata anticipata da una visione angelica, che per tre volte -nella primavera, nell’estate e nell’autunno del 1916- dispose i Pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, a ricevere poi dalle sue mani il mandato di diffondere nel mondo la devozione al suo Immacolato Cuore, mettendo in guardia l’uomo del nostro tempo, devastato dalla indifferenza religiosa, schiavo delle sue passioni, costantemente distratto dalle “cose del mondo”, ottenebrato nella intelligenza e infiacchito nella volontà e incapace di elevare il suo desiderio oltre gli angusti confini delle sue limitate prospettive.
Diceva San Francesco, della Porziuncola: “Questo luogo è veramente santo e abitato da Dio. Qui il Signore moltiplicò il nostro piccolo numero; qui illuminò i cuori dei suoi poveri con la luce della sua divina sapienza; qui accese le nostre volontà con il fuoco del suo amore; qui, chi avrà pregato con devozione, otterrà quello che chiederà, e chi mancherà sarà punito più gravemente. Perciò, figli, ritenete degno di ogni onore il luogo della dimora di Dio, e con tutto il trasporto del vostro cuore rendete in esso lode al Signore”.
Quel “luogo beato” è il Cuore angelico di Maria, nostra dolcissima Madre. A Lei, confidenti, offriamo il dono più gradito al Cielo: la contrizione per i nostri peccati e il proposito di essere, come Lei, creature nuove, angeliche; figli obbedienti della divina Grazia.
Padre Mario Piatti icms è direttore del mensile “Maria di Fatima”