Lettura
La lettura del Levitico consegna a ciascuno di noi una sorta di “regola di vita spirituale” scandita da tempi prestabiliti, ognuno caratterizzato da un suo significato. Sembra quasi che Dio ci chieda di riconsiderare come il nostro tempo è scandito dal Ritmo del “tempo” di Dio, cioè quanto il tempo di Dio – lo stesso anno liturgico – è capace di scandire, di incidere sulla nostra vita quotidiana.
Meditazione
Questa è una tra le più belle pagine del Vangelo di Matteo, perché permette al lettore di effettuare un vero e proprio esercizio spirituale capace di scendere in profondità sia nel mistero del Cristo, come nell’autenticità della propria fede e del suo rapporto con Lui. “Non è costui il figlio del falegname, e sua madre non si chiama Maria… e i suoi fratelli… e le sue sorelle… Allora da dove gli vengono tutte queste cose?”. È una semplice frase, che forse lascia tutti indifferenti, ma che potrebbe essere persino ovvia visto che a pronunciarla sono i conterranei di Gesù. Il punto di svolta per la nostra riflessione è un altro ed è di natura fortemente spirituale. Infatti, se al posto di quella folla, al posto della gente ci mettessimo proprio noi, la prospettiva cambierebbe. Ed è vero: tante volte noi siamo un po’ come quella gente; di Gesù sappiamo tutto, in ragione del nostro cammino di fede, in ragione della nostra formazione e per il nostro stato di vita; sappiamo davvero tutto! Eppure, sembra quasi come se non ci credessimo abbastanza: “da dove gli vengono tutte quelle cose?”. Nel nostro cammino di fede accade che,troppe volte, conosciamo e sappiamo tanto di Gesù ma abbiamo fatto poca esperienza di Lui, poche volte ci siamo lasciati toccare dalla Sua vita e ci siamo lasciati trasformare nella nostra. Il Vangelo di Matteo ci pone davanti alla verità di molti dei nostri cammini di vita cristiana e ai veri punti deboli della nostra fede: “ci siamo lasciati toccare da Gesù, abbiamo fatto esperienza di Lui, o lo conosciamo semplicemente come un dato acquisito nella nostra vita?”. Gesù non è né una nozione né un’informazione da ritenere, è una persona da incontrare, e di cui si deve fare esperienza.
Preghiera
Signore, aiutami a fare esperienza di te non solo per sentito dire, né solo perché conosco tutto di te; ma perché sei entrato nel mio cuore e mi hai toccato la vita nel profondo. Signore, aiutami a fare esperienza di te non solo perché conosco il tuo nome, ma perché il tuo nome ha dato un significato nuovo alla mia vita. Signore, aiutami a fare esperienza di te non solo perché sei l’amore, ma perché ho sentito il tuo amore nelle ferite della mia vita.
Agire
Nella giornata di oggi proverò a intensificare il mio rapporto con Gesù facendo memoria di tutte le volte che mi ha amato, guarito e risollevato nella mia vita.
Meditazione del giorno a cura dimons. Domenico Cornacchia, vescovo di Lucera-Troia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti:
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