di Luca Marcolivio
ROMA, venerdì, 31 agosto 2012 (ZENIT.org).– Dopo una lunga malattia, si è spento oggi pomeriggio, all’età di 85 anni, il cardinale Carlo Maria Martini. L'arcivescovo emerito di Milano, da anni affetto dal morbo di Parkinson, era ricoverato in una residenza dei gesuiti a Gallarate.
Dalla metà di agosto le sue condizioni di salute erano precipitate: il porporato non era più in grado di deglutire, né di nutrirsi naturalmente. Lucido fino a poche ore dalla morte, il cardinale Martini aveva rifiutato la prosecuzione delle terapie.
Nato a Torino nel 1927, Carlo Maria Martini entrò nella compagnia di Gesù nel 1944, ricevendo l’ordinazione sacerdotale nel 1952. Specializzato in studi biblici, conseguì il dottorato in teologia nel 1958 presso la Pontificia Università Gregoriana di cui fu rettore tra il 1978 e il 1979.
Arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, Martini fu creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 1983. Lasciata la guida della diocesi ambrosiana, trascorse alcuni anni ad approfondire i propri studi presso il Pontificio Istituto di Studi Biblici di Gerusalemme, prima di rientrare in Italia per curarsi nel 2008.
Ieri sera, informato dell’ulteriore peggioramento delle condizioni dell’arcivescovo emerito, papa Benedetto XVI si era raccolto in preghiera per lui.
Oggi, dopo il decesso, il Santo Padre ha inviato un messaggio di cordoglio indirizzato all’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, in cui sottolinea la “lunga infermità” patita da Martini “con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del Signore”.
Ricordando “con gratitudine” la “intensa opera apostolica” del cardinale Martini, “che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa”, Benedetto XVI lo descrive come uno “zelante religioso figlio spirituale di Sant’Ignazio, esperto docente, autorevole biblista e apprezzato rettore della Pontificia Università Gregoriana e del Pontificio Istituto Biblico”.
Il Pontefice ha poi ricordato il cardinale Martini come “solerte e saggio arcivescovo” della diocesi ambrosiana, menzionando anche il “competente e fervido servizio da lui reso alla parola di Dio, aprendo sempre più alla comunità ecclesiale i tesori della Sacra Scrittura, specialmente attraverso la promozione della lectio divina”.
Da parte sua il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano, ha espresso il proprio cordoglio, definendo Carlo Maria Martini un “figlio fedele di Sant’Ignazio di Loyola” che “ha testimoniato e insegnato il primato della vita spirituale e, al tempo stesso, l’ascolto attento dell’uomo nelle sue diverse condizioni esistenziali e sociali”.
Il cardinale Bertone ha poi accennato alle qualità di Martini quale “esperto e appassionato della Sacra Scrittura, che ha saputo far conoscere e meditare a tutte le componenti del popolo di Dio e a tante persone in cera della verità”.
Appresa la notizia della morte dell’arcivescovo emerito, il cardinale Angelo Scola e il Consiglio episcopale milanese si sono raccolti in preghiera.
“Grati a Dio per il dono della sua persona e del suo lungo ministero”, il vescovo e la curia ambrosiana “invitano tutti, famiglie, comunità parrocchiali e religiose a intensificare la preghiera”.
Secondo quanto riferito da una nota della Diocesi di Milano, “l’Arcivescovo, il Consiglio episcopale e il Capitolo della Cattedrale accoglieranno la salma del cardinale Martini in Duomo a Milano sabato 1 settembre alle ore 12. Da quel momento – aggiunge il comunicato - sarà possibile renderle omaggio sino ai funerali che verranno celebrati lunedì 3 settembre alle ore 16”.
“Mi auguro – ha dichiarato il cardinale Scola ai microfoni di Radio Vaticana - che tutti noi possiamo vivere con fede questo momento di passaggio del cardinal Martini, testimone di una vita offerta e donata a Dio secondo una varietà di forme: intellettuale, grande biblista, rettore di università e pastore”.
“Personalmente – ha aggiunto l’attuale arcivescovo di Milano - ho avuto la possibilità di un ultimo lungo colloquio con lui sabato scorso, da cui ho ricavato sostegno e aiuto per questo delicato ministero. Sono certo che ora il cardinal Martini accompagna dall’alto la Chiesa milanese e tutti gli abitanti di questa nostra grande arcidiocesi”.
La morte del cardinale Carlo Maria Martini, è stata definita dal portavoce della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi (gesuita come il porporato scomparso), “un evento che suscita grande emozione ben aldilà dei confini della pur vastissima Arcidiocesi di Milano, che ha governato per 22 anni”.
“Si tratta infatti di un vescovo – ha proseguito Lombardi - che con la sua parola, i suoi numerosi scritti, le sue innovatrici iniziative pastorali ha saputo testimoniare e annunciare efficacemente la fede agli uomini del nostro tempo, guadagnandosi la stima e il rispetto di vicini e lontani, ispirando nell’esercizio del loro ministero tanti confratelli nell’episcopato in molte parti del mondo”.
Espressioni di cordoglio sono arrivate anche dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. “Con la morte del Cardinal Carlo Maria Martini – ha affermato Bagnasco - scompare un Pastore solerte e intelligente, che con sapienza ispirata alla Parola di Dio ha retto la Chiesa Ambrosiana attraverso un lungo e difficile periodo storico. Egli è divenuto così un educatore affidabile per tante generazioni che sono state da lui condotte all’incontro con Dio”.