di Thácio Siqueira
ROMA, giovedì, 30 agosto 2012 (ZENIT.org) – Cosa fare con i bambini piccoli al momento della Messa? Come concentrarsi quando schiamazzano o scorrazzano durante la celebrazione? Senza dubbio, per ogni famiglia con figli in tenera età la messa domenicale è un’avventura…
Pequeninos do Senhor (www.pequeninosdosenhor.com.br) è un progetto dell’arcidiocesi di Campinas, nello Stato di San Paolo, fondato nel 1997 a casa di una catechista, con un gruppetto di otto bambini, e che propone una soluzione efficace al problema.
Oggi, Pequeninos do Senhor è presente in più di cento parrocchie, dispone di 250 catechisti, volontari ed è attiva anche al di fuori dei confini nazionali.
ZENIT ha intervistato la presidente dell’associazione cattolica, Rachel Abdalla, che è anche una delle fondatrici.
Cosa propone l’associazione? Chi ha avviato il progetto e da dove è venuta l’ispirazione?
Rachel Abdalla: Sono una delle fondatrici e presiedo l’associazione Pequeninos do Senhor, formando parte di un’équipe di dodici discepole, che guidano questa opera di Dio al servizio della Chiesa di Cristo.
La nostra proposta è di aprire uno spazio per i bambini nel giorno del Signore, durante le messe del fine settimana, per essere evangelizzati sin da piccoli.
I primi sette anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo intellettuale, fisico, psicologico e spirituale di ogni persona umana, dunque viene ritenuto il momento più importante per la formazione del carattere, della personalità, dell’affettività e dei valori. In questo periodo, tutte le esperienze vissute vengono assimilate e serviranno come base per il comportamento per tutta la vita.
Sulla base di questa affermazione, un gruppo di quattro madri (io ero uno di loro), nel 1997, pensava che quanto prima un bambino viene integrato nella comunità cristiana, conoscendo Gesù e i suoi insegnamenti e le virtù cristiane, più probabilità ha di rimanere nella Chiesa e di essere un adulto rafforzato nella fede.
Ispirato dallo Spirito Santo, questo gruppo costituì la Comunità Pequeninos do Senhor, che oggi è un servizio alla Chiesa che accoglie bambini dai 3 ai 7 anni.
Già sono più di cento le parrocchie, in cui questo progetto è stato introdotto in Brasile e al di fuori dei confini nazionali. Per avviare il progetto in una parrocchia, cosa bisogna fare?
Rachel Abdalla: Offriamo anche un percorso di formazione per la crescita spirituale dei catechisti, trasformando la Parola di Dio, che è viva, in una prassi cristiana, dando testimonianza ogni giorno della fede e della speranza, ovunque si trovino.
Per tener accesa questa fiamma, è necessario impiantare il progetto nella parrocchia. Per questo, basta che il parroco o un catechista facciano una richiesta tramite la pagina web www.pequeninosdosenhor.com.br per ricevere subito le istruzioni per telefono o email.
Attualmente il progetto è stato introdotto in più di cento parrocchie e comunità in vari Stati del Brasile, in Angola, Mozambico, Capo Verde e in Canada, e in una comunità di portoghesi.
Una delle grandi difficoltà di famiglie con bambini piccoli è quella di partecipare alla Messa. Perché i genitori avvertono questa difficoltà?
Rachel Abdalla: Molte famiglie smettono di andare a Messa perché i bambini non stanno mai fermi, disturbano la comunità, disturbano l’attenzione e la concentrazione dei fedeli, facendo sì che i genitori si sentano costretti a portarli via dalla chiesa. E, poiché non hanno nessuno a cui affidarli, finiscono per non partecipare più a questo impegno cristiano, a questo incontro dei figli con il Padre.
Sentendo questo nelle nostre famiglie, abbiamo avuto il desiderio, ispirate dallo Spirito Santo, per accogliere i piccoli durante le Messe, nei fine settimana, con il proposito di evangelizzarli con lo stesso Vangelo della Domenica, in uno spazio adeguato ed appositamente preparati per loro, mentre i loro genitori partecipano alla celebrazione dell’Eucaristia.
Ho due figlie adulte (23 e 19 anni), che partecipano al progetto sin da piccole, quando abbiamo iniziato gli incontri nel 1997.
Lanciato nel 1997, come è stato accolto il progetto dai vescovi, sacerdoti ed operatori pastorali? Ha il sostegno di qualche vescovo?
Rachel Abdalla: Il Concilio Vaticano II, attraverso la costituzione Lumem Gentium (1964) definisce la Chiesa come Popolo di Dio, ed anima ed incoraggia i laici a lavorare con molto vigore per Cristo. Ma, con buona ragione, la Chiesa è ancora molto prudente nel dare il suo sostegno incondizionato ad un’opera di evangelizzazione, soprattutto quelle che partono dai laici. È necessario, prima, che quest’opera si consolidi, cresca e mostri i suoi frutti per essere riconosciuta.
Ma nulla del genere ha impedito a quest’opera di Dio di crescere e andare avanti in modi così diversi! E non abbiamo nessuna idea fino dove arriverà perché siamo solo strumenti nelle mani del Padre che è onniveggente e onnisciente.
L’opera di evangelizzazione con i bambini è iniziato nel 1997, a soli tredici anni più tardi, nel 2010, è stato possibile il riconoscimento ad experimentum per un periodo di cinque anni, da parte dell’arcidiocesi di Campinas.
In occasione del Giubileo del 2000, il nostro arcivescovo di allora, monsignor Gilberto Pereira Lopes, approvò, sostenne immediatamente, incoraggiò e ci aprì le porte della curia arcivescovile per la sua diffusione tra il clero. E da lì, abbiamo seminato l’idea nella nostra arcidiocesi e nel tempo di Dio è stata introdotta e richiesta da altre parrocchie.
Quando mons. Bruno Gamberini, deceduto nel 2011, è arrivato nella nostra arcidiocesi nel 2005, anche lui ci ha sostenuto, guidato e si è incamminato per presentare il progetto nelle altre diocesi circostanti, il che ha consentito l’ampiezza della divulgazione, inoltre di appoggiare la fondazione dell’Associazione di Fedeli Laici chiamata Pequeninos do Senhor, nel 2010.
Nell’aprile scorso, mons. Airton José dos Santos ha assunto la guida dell’arcidiocesi e gli abbiamo presentato di recente l’associazione Pequeninos do Senhor, che ci ha accolte con molto incoraggiamento, definendo l’opera una importante tappa iniziale di catechesi catecumenale.
Pequeninos do Senhor è un’opera diocesana, riconosciuta ufficialmente dall’arcidiocesi di Campinas. Attualmente il nostro pastore è mons. Airton José dos Santos e il nostro direttore spirituale è mons. João Luiz Fávero, vicario generale dell’arcidiocesi di Campinas. Il nostro prossimo passo, all’interno della Chiesa, nei prossimi tre anni, sarà incamminarci per l’approvazione apostolica, a Roma.
Come sopravvive l’associazione? Ricevete delle donazioni? Cosa aiutarla?
Rachel Abdalla: L’Associazione non ha fini di lucro, promuove eventi per autosostenersi, non dipende da nessun organo civile o particolare, né dalla Chiesa di Campinas per il suo sostentamento. Accetta solo donazioni private. L’abbiamo scelto sull’esempio di San Paolo: “Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio” (1Tess 2,9).
L’Associazione ha una struttura piccola e poche spese. Per ora, quello che ci serve è la divulgazione dell’opera in modo da poter evangelizzare i prediletti di Gesù: i bambini. E soprattutto preghiere affinché l’opera non fallisca per la mancanza di operai.
“Il Signore completerà per me l’opera sua. Signore, la tua bontà dura per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani” (Salmo 137).
[Traduzione dal p
ortoghese a cura di Paul De Maeyer]