Nella Chiesa siamo tutti fratelli

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, sabato, 25 agosto 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Gesù è entrato a Gerusalemme e i capi delle varie fazioni religiose cercano in tutti i modi di metterlo in cattiva luce, perché il popolo perda la stima in quel Nazareno che è stato accolto in città come fosse il Messia atteso da Israele. Evitate le trappole ordite soprattutto dai Farisei, Gesù denuncia l’ipocrisia che anima costoro. E lo fa non tanto “contro di essi”, quanto per prevenire quelle deviazioni che insidieranno la Chiesa nascente (come testimonia, per esempio, la lettera di san Giacomo). L’ammonizione è rivolta soprattutto a chi in essa ha qualche autorità, ma riguarda anche i “semplici fedeli”, perché tutti, nella Comunità che “ha come guida il Cristo”,devono, essere, sentirsi e agire da fratelli.

Meditazione

Sarebbe superficiale ed anche offensivo nei confronti di Gesù, Capo della Chiesa, utilizzare questa pagina evangelica in modo anticlericale: contro il Papa, i Vescovi e i nostri sacerdoti. No! Anche questi versetti sono “evangelo”, lieto annuncio di salvezza. È chiaro che nel proclamarli, i nostri parroci, illuminati dallo Spirito Santo e sostenuti dalle preghiere dei loro fedeli, saranno i primi a sentirsi interpellati, in modo che tra ciò che dicono e ciò che fanno non ci sia troppa incoerenza.  Un modo positivo d’attuare il Vangelo senza giudizi di condanna, ce lo mostra san Giuseppe Calasanzio, di cui oggi facciamo memoria. Egli venne a Roma in pieno Rinascimento, mentre Cardinali e Prelati della Curia pontificia facevano a gara nel costruirsi quei magnifici palazzi che oggi ammiriamo nella Città eterna. Il Calasanzio, più che scandalizzarsi, si preoccupò di fare ciò che gli altri uomini di Chiesa avevano omesso. S’impegnò a rievangelizzare e ad educare, attraverso la creazione di scuole gratuite, la gioventù povera e abbandonata di Roma, fondando a tal scopo la Congregazione delle Scuole Pie. Quello scelto dal primo dei Santi Educatori è l’unico modo “costruttivo” di contestare la Chiesa: impegnarsi in ciò che crediamo sia giusto che tutti facciano per attuare il Vangelo. Ed è ciò che, agli inizi del cristianesimo, fece san Paolo, portando Cristo ai pagani; è ciò che fece san Francesco vivendo e annunciando in povertà il Vangelo; è ciò che ha fatto ai nostri tempi Don Milani nella parrocchia di Barbiana. Da sempre, dunque, la conversione della Chiesa è possibile se inizia da noi e dalle nostre famiglie. Anche per esse, l’unico “Padre” rimane Dio, di cui i genitori devono essere umili e amorosi vicari. Guai se qualcuno potesse dire ai nostri figli: «Praticate e osservate ciò che i genitori vi dicono, ma non agite secondo le loro opere».

Preghiera

Donaci, Gesù, il tuo Santo Spirito che ci guidi alla dolce esperienza della paternità di Dio, così, finalmente, il nostro cuore da duro ed egoista, diventerà come il tuo: mite e capace di benevolenza verso tutti. Amen.

Agire

Eviterò, in modo più deciso, di fomentare il pettegolezzo che, spesso, diventa maldicenza nei confronti della Chiesa e dei sacerdoti.

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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