ROMA, mercoledì, 22 agosto 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Nell’ottava della solennità dell’Assunzione, onorando Maria santissima come Regina, riascoltiamo il brano evangelico proclamato nell’Annunciazione. In esso, l’angelo Gabriele rivela alla Vergine che al Figlio da lei concepito “il Signore Dio darà il trono di Davide, suo padre, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Con il suo sì Maria diventa Madre del Verbo incarnato, e viene fatta partecipe “di diritto” della stessa regalità messianica. Perciò, se Gesù è salutato dal profeta Isaìa come «Principe della pace», la sua Madre santissima, giustamente, è invocata da tutti noi come “Regina della pace”.
Meditazione
Il salmo responsoriale (Sal 112) che fa da ponte tra la prima lettura e il Vangelo, benedice Dio che “solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i prìncipi del suo popolo”.Questa benedizione al Dio che “innalza gli umili”la troviamo anche nel Magnificat di Maria e nelle lettere di san Paolo; scritti nei quali l’Apostolo arriva addirittura a “vantarsi” delle sue debolezze, perché “in esse si manifesta la potenza di Cristo” (cfr. 2Cor 12,9-10). La santa Vergine, l’Apostolo delle genti, san Francesco d’Assisi e tutti i Santi che sono stati glorificati per la loro umiltà, non hanno fatto altro che imitare Cristo Gesù, il quale, “pur essendo nella condizione di Dio, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte di croce, e per questo Dio lo esaltò”, facendolo – anche in quanto uomo – Re e Signore di tutte le creature (cfr. Fil 2,6-11). Dunque, la festa di Maria Regina non è la trasposizione versione biblica della fiaba di Cenerentola, ma la celebrazione dell’umiltà come unico itinerario, “la via regale” che il Figlio di Dio ha scelto per salvarci e che propone a coloro che vogliono essere una cosa sola con lui. Proposta che è stata accolta in modo pieno e radicale da Maria, l’umile serva del Signore. Ed è proprio seguendo l’esempio di colei che da “serva” è stata fatta Regina dell’universo, che noi cristiani dovremmo riscoprire e praticare gioiosamente l’umiltà. Questa virtù è tutt’altro che “negativa”; essa è, infatti, incentivo all’impegno generoso di servire, in ogni circostanza, Dio e il prossimo, senza farci bloccare dai nostri limiti; con la certezza paolina che “la potenza (la regalità) di Cristo si esprime proprio nella nostra debolezza”. L’umiltà permette a Dio di ricolmarci dei suoi doni senza che noi ce ne appropriamo, divenendo così capaci di vantarci sempre e soltanto di essere oggetto della sua gratuita ed infinita misericordia.
Preghiera
Ottienici, Maria, tu che ci sei regina e madre, di poter sempre magnificare il Signore con la nostra vita e le tue stesse parole. Chiedi allo Spirito Santo di purificare i nostri cuori da ogni vana gloria, così da poterci sentire guardati sempre amorevolmente da Dio, tuo e nostro Salvatore. Amen.
Agire
Oggi pregherò con più fervore il quinto mistero glorioso, chiedendo per me e i miei cari il dono dell’umiltà.
Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it