La fede che salva

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, martedì, 7 luglio 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 14,22-36

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

Lettura

Quasi a voler collegare gli episodi narrati nel capitolo 14 del Vangelo di Matteo agli eventi dell’Esodo, Gesù, dopo aver sfamato le folle «in un luogo deserto»(Mt 14,13; chiaro riferimento alla manna), cammina sulle acque del Lago, mostrando così che egli, come il Padre celeste, ha lo stesso potere sul mare. Anch’egli è «Io Sono, JHWH». Il ruolo che sulle sponde del Mar Rosso fu di Mosè, ora è svolto da Pietro che, a differenza dell’antico condottiero d’Israele, è un uomo“dubbioso” e “di poca fede”, per questo affonda nelle acque su cui camminava, fino a quando Gesù «tese la mano» (altro riferimento all’Esodo) non lo salva. Giunti a riva, la potenza salvifica del Cristo guarisce tutti i malati che, con fede, riescono a toccarlo.

Meditazione

I particolari con i quali Matteo descrive l’episodio avvenuto sul lago di Tiberiade, ci rimandano al mistero della Chiesa che continua il suo Esodo nella storia contemporanea. La barca “agitata”a causa di un vento (lo spirito) contrario, fotografa bene tutte le difficoltà, interne ed esterne, che la comunità cristiana non ha mai cessato d’incontrare nel suo cammino bimillenario. Pietro rappresenta il cristiano che vive un momento di prova. Egli si ritiene migliore dei discepoli impauriti che ha lasciato sulla barca, perciò, con arroganza, a riprova della vera identità di “Colui che cammina sul mare”, glichiede di poter fare altrettanto. Quando, tutto ripiegato su se stesso, cessa di tenere fisso lo sguardo su Gesù che dà origine alla fede e la porta a compimento, sprofonda nell’acqua e percepisce, finalmente, la propria miseria. Solo allora grida, da vero discepolo: «Signore, salvami!», dando modo a Gesù di mostrargli la sua potenza salvifica. La Chiesa ha saputo trovare insegnamenti preziosi anche in quegli episodi nei quali il suo primo Papa non fa davvero una bella figura. Non a caso il grido che ottiene all’apostolo Pietro d’essere salvato dalle acque è entrato nella liturgia del Venerdì santo. Ciò che fa la Chiesa come comunità, facciamolo noi come singoli credenti. Realisticamente, dobbiamo sapere che il Signore non ci esenterà dalla tentazione e dalla prova – questo, anche per mantenerci nell’umiltà – ma ci darà la forza di non soccombere ad esse, anzi di glorificarlo proprio in quei terribili momenti, testimoniando a tutti che Gesù, come dice il suo stesso nome, è veramente Dio che salva.

Preghiera: Signore, salvami! Anzitutto dal mio orgoglio che mi porta, troppo spesso, a ritenermi migliore degli altri.Signore, salvami dai fantasmi incantevoli che attentano alla santità e all’unità della mia famiglia. Signore, salvami, insieme a tutta la Chiesa che ti confessa “Figlio di Dio”.

Agire: Oggi, pregando il terzo mistero doloroso e contemplando Gesù solo davanti ad una folla scalmanata e a lui avversa, chiederò la grazia della perseveranza nella fede, malgrado tutto. 

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it          


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ZENIT Staff

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