Si può conservare l'amore solo donandolo

Le ultime giornate del Life Happening del Seminario Quarenghi del MPV italiano hanno affrontato temi di grande interesse per i giovani, tra cui fertilità e metodi naturali

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ROMA, lunedì, 6 agosto 2012 (ZENIT.org) – Si è inserito all’interno del Life Happening il laboratorio sui metodi naturali. “È stato interessante, perché molte cose noi ragazzi non le sappiamo, ed è strano perché ci interessano e le vogliamo conoscere”, dice Francesca, 18 anni,  al termine del laboratorio. “Dovrebbero essere inseriti nel programma di scuola, perché la scuola è crescita e formazione per tutta la vita e non solo scolastica” precisa la ventenne Chiara.

Il laboratorio facoltativo ha visto un numero di partecipanti superiore a tutte le aspettative. La riflessione è partita dall’intervento della Dott.ssa P. Pellicanò, medico del Centro di regolazione naturale della fertilità presso l’ISI Paolo VI dell’Università Cattolica di Roma. La Dott.sa ha tenuto una relazione dal titolo “Scoprire la bellezza dell’affettività e dell’amore: “tutto” e  “per sempre”.

“Il sì alla vita implica un coinvolgimento d’amore”: l’uomo non può vivere senza amore perché la sua vita sarebbe priva di senso. “La vita umana è una continua esperienza di amore: fin dal concepimento il bambino è legato alla madre da questo vincolo profondo”.

Parlare di amore è dunque parlare di persona. In questo grande discorso non possono trovare spazio l’egoismo e l’utilitarismo, che ci spingono al consumo piuttosto che al dono. Un dono parziale non sarebbe tale e un dono con una scadenza sarebbe un prestito. Solo la totalità dell’amore ci conduce a comprendere la bellezza della vita umana, riconoscendo il dono della fertilità che ne  “è il momento preparatorio, la sorgente della vita”. È la fertilità che esprime la capacità di dare la vita, ed è per questo che l’unione di amore e vita spiegano la bellezza della sessualità.

A partire da queste affermazioni, è stato previsto un percorso intitolato “Un amore così ci piace” a cura di Maria Fanti, del Centro di Aiuto alla Vita di Viterbo e di Rita Colecchia, del Movimento per la Vita di Termoli. Entrambe sono insegnanti del “metodo Billings”, che hanno spiegato ai ragazzi. Il rispetto del ciclo della donna implica una accettazione della sua totalità e da parte sua un dono totale di sé.

Le insegnanti hanno spiegato che la donna non è sempre fertile, per sua natura può concepire in un tempo ristretto del suo ciclo. A partire dalla conoscenza di sé e del proprio corpo si impara l’educazione all’affettività e alla sessualità, che se inserite nei giusti contesti, sono la testimonianza della bellezza della vita e della sua potenzialità creatrice.

Nelle giornate di sabato 4 e domenica 5 agosto, invece, al Life happening, ci si è concentrati sulla formazione speciale per i volontari del CAV di Catanzaro con un “corso intensivo di formazione e aggiornamento per operatori CAV”. Il corso si inserisce nel progetto “Aiuta la Vita” promosso dal CAV di Catanzaro in partnership con il Centro Servizi al Volontariato. Bruna Rigoni, membro della giunta esecutiva del Movimento per la Vita Italiano, ha aperto il corso con una relazione dal titolo “Il senso del volontariato”.

Scegliere di fare un volontariato per la vita è una grande sfida, ma è anche una importante testimonianza di quanto la vita sia meravigliosa e vada tutelata”, ciò che deve guidare un volontario per la vita sono tre punti di vista: la gratuità, la promozione della persona e la condivisione di vita.

Bruna ricorda una frase di T. Merton, per cui “l’amore si può conservare solo se lo si dona, e lo si può donare perfettamente solo se lo si è ricevuto”. La scelta del volontario CAV è una scelta di amore, di dono di sé stessi che faccia sentire una mamma in difficoltà” accolta e abbracciata dal nostro impegno nei suoi confronti”. L’invito è quello di Don Ciotti “ad abitare la vita”, di iniziare un viaggio insieme alle mamme “per essere noi la speranza sicura a cui aggrapparsi”.

La condivisione aiuta in questo senso alla crescita e a superare le eventuali difficoltà. “L’amore danza tra finito e infinito, fra ciò che arriviamo a comprendere e ciò che ci sfugge” ed è per questo che il dialogo e la condivisione diventano fondamentali per un buon volontariato. “Il nostro compito è rompere la solitudine e, attraverso la strada della condivisione, stimolare energie e aiutare a riprendere fiducia nell’affrontare le difficoltà”. Accoglienza e ascolto sono le parole chiave, che devono portare il volontario a una piena comprensione della situazione della mamma che si trovano ad aiutare.

A seguire ci sono stati momenti di approfondimento specialistico, con l’intervento di Maria Fanti, Presidente del CAV di Viterbo, dal titolo “Il colloquio con la donna in gravidanza: modalità operative” e con i focus tematici su: i metodi naturali di regolazione della fertilità e CAV – a cura di M. Fanti, sulle case d’accoglienza – a cura di  Roberto Bennati, Vicepresidente MPV Italiano –  sulla privacy nel CAV- a cura di Leo Pergamo, Responsabile Nazionale Giovani MPV Italiano – su CAV ed enti locali – a cura di Pino Morandini, Vicepresidente MPV Italiano – e sul bilancio sociale -a cura di Tony Persico, membro del Consiglio Direttivo MPV Italiano.

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ZENIT Staff

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