di Don Mariusz Frukacz
CZESTOCHOWA, lunedì, 6 agosto 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo l’intervista alla dott.ssa Jowita Kostrzewska, corrispondente parrocchiale del settimanale cattolico polacco “Niedziela”, impegnata nel volontariato e nelle opere sociali, in modo particolare a servizio dei malati, e nell’aiuto alla ricerca dei donatori di midollo.
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Oggi si parla tanto della Nuova Evangelizzzazione. Che cos’è per lei la Nuova Evangelizzazione?
Jowita Kostrzewska: E’ sempre più difficile trasmettere oggi il Vangelo in modo tradizionale ed è difficile raggiungere le persone con esso, specialmente coloro che non vanno in Chiesa. In questo momento, le persone sono sottoposte a diversi tipi di suggestioni esterne che cercano di allontanarsi dalla fede e da Dio. L’uomo moderno è “comodo”, e c’è quindi un grande bisogno di raggiungerlo con la Buona Novella.
Riguardo al problema della Nuova Evangelizzazione è importante quindi cercare nuovi modi di proclamarla. Inoltre, per raggiungere un più grande gruppo di persone con la Nuova Evangelizzazione dobbiamo lavorare tutti. Essa deve e può essere realizzata, in primo luogo, attraverso il nostro esempio personale, ovvero il nostro modo di vivere la Parola di Dio e il Suo amore per noi.
La Nuova Evangelizzazione si può realizzare anche nel volontariato ad esempio. Nella nostra vita, come credenti, dobbiamo sforzarci ad essere migliori, nel senso che se abbiamo la possibilità di fare qualcosa di buono per gli altri, allora dobbiamo farlo.
Credo che il nostro atteggiamento cristiano può essere di evangelizzazione verso gli altri, ma anche un concreto aiuto ad uscire dalla passività della vita, rompere le barriere della vergogna o del timore. Nessun uomo, che incontriamo sul nostro cammino, deve sentirsi in alcun modo solo o senza aiuto.
Quale ruolo hanno i mass media nel processo della Nuova Evangelizzazione?
Jowita Kostrzewska: Penso che un modo eccellente per fare Nuova Evangelizzazione oggi sia Internet, con i diversi forum di discussione, i social network e i blog evangelizzatrici. La comunicazione moderna è una tappa importante per l’annunzio del Vangelo e questi strumenti sono un’ottima fonte di conoscenza di Dio, soprattutto per i giovani.
Oggi i media hanno un enorme potere di trasmissione e di impatto sugli, ma se quardiamo bene il mondo della comunicazione, possiamo notare come molti media realizzano dei veri e propri programmi contro l’uomo. Alcuni manipolano anche le informazioni contro i valori cristiani; per questo è importante nella diffusione della Buona Novella il ruolo dei media cattolici.
La verità scritta nelle pagine del Vangelo è sempre lo stessa, è immutabile, e la nuova evangelizzazione deve soltanto trasferire questa verità all’uomo contemporaneo. I mass media nell’azione pastorale della Chiesa offrono, dunque, la possibilità di colpire un gran numero di destinatari che non conoscono ancora il Vangelo.
Ad ottobre inizia l’Anno della Fede. Secondo lei, quali frutti spirituali potrà portare questa iniziativa di Benedetto XVI all’uomo di oggi?
Jowita Kostrzewska: Per me l’Anno della Fede ha due dimensioni. Innanzitutto una dimensione personale, del cuore, perchè un’occasione per ogni persona di cambiare la propria vita. Poi ha una dimensione sociale, nel senso che dà la possibilità alle nostre famiglie e comunità di svolgere il ruolo di testimoni del Vangelo.
Soprattutto, l’Anno della Fede è un’occasione per tutta la Chiesa di regalare la speranza, l’amore e la forza della fede a tutto il mondo, soprattutto dove c’è più bisogno di pace e di giustizia. E’ quindi un tempo in cui abbiamo la possibilità di stare a contatto con la Parola di Dio e di conoscerLo in maniera più approfondita.
La fede è un dono che deve essere nutrito ogi giorno con la preghiera, la lettura del Vangelo, ma nella fretta della vita moderna, non tutti hanno il tempo e vogliono soffermarsi su quello che in realtà è la cosa più importante.
Voglio dire anche dire, in conclusione, che l’Anno di Fede è un grande compito per i credenti per offrire la propria testimonianza personale e per dare l’esempio a quelli che hanno perso la strada verso Dio nei sentieri della vita. Può essere, dunque, un’opportunità per rafforzare l’unità dei cristiani e, attraverso il loro atteggiamento nel corso del tempo, per cambiare i cuori di coloro che sono lontani dalla fede e da Dio.