di Don Mariusz Frukacz
KOSTRZYN, mercoledì, 1 agosto 2012 (ZENIT.org) – Più di 1.200 persone, in rappresentanza di 350 diverse comunità, movimenti e gruppi di lavoro per la nuova evangelizzazione hanno partecipato al I Congresso della Nuova Evangelizzazione svoltosi a Kostrzyn, in Polonia, nei giorni 28-31 luglio.
Un ricco programma di dibattiti, ritiri e concerti di musica cristiana ha animato gli illustri ospiti partecipanti del Congresso, tra cui: l’arcivescovo Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; l’arcivescovo Jozef Michalik, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca e il cardinale Kazimierz Nycz, Metropolita di Varsavia.
Tra i presenti inoltre: il vescovo Edward Dajczak, ordinario della diocesi di Koszalin-Kolobrzeg; il vescovo Grzegorz Ryś, Presidente del Gruppo per la Nuova Evangelizzazione presso la Conferenza Episcopale Polacca e il vescovo di Opole Andrzej Czaja. Hanno partecipato poi Padre Enrique Porcu e Padre Antonello Cadeddu da Sao Paulo, iniziatori delle comunità di Alleanza Misericordia.
Ha inaugurato il Congresso la Santa Messa presieduta da mons. Fisichella. “Abbiamo una grande chiamata a predicare il Vangelo all’uomo moderno. Abbiamo bisogno di trovare un senso per tutto quello che facciamo” ha ricordato l’arcivescovo nella sua omelia .
Durante il Congresso, il presidente del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione ha tenuto anche una conferenza dal titolo Che cosa è la nuova evangelizzazione e che cosa significa per la Chiesa?, nell’ambito della quale ha esortato i presenti “a rinnovare l’annuncio di Gesù Cristo, il mistero della sua morte e risurrezione” e “a risuscitare la fede in Lui attraverso il cambiamento di vita”.
“La Chiesa esiste per portare il Vangelo ad ogni persona, indipendentemente dalla loro ubicazione. – ha sottolineato inoltre Fisichella -. Il comando di Gesù è così trasparente, che non permette alcun tipo di fraintendimento, e nessun alibi. Coloro che credono nella sua parola, vengono inviati sulla strada del mondo per annunciare la promessa della salvezza”.
“Non si può realizzare la nuova evangelizzazione senza i nuovi evangelisti” ha concluso l’arcivescovo. Essere evangelizzatore, quindi, è una chiamata necessaria ad “assicurarsi che tutti possano ascoltare il Vangelo di Gesù, credere in Lui e invocare il suo nome.”
“La nomina – ha aggiunto – arriva il giorno del battesimo e chiama ogni credente in Cristo a diventare un affidabile portatore di buone notizie contenute nei suoi insegnamenti”.
La nuova evangelizzazione è, dunque, una chiamata non solo per i sacerdoti, secondo il presidente del Dicastero Vaticano, anzi “un ruolo particolare lo hanno le persone che vivono l’esperienza di fede nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti”.
Ha fatto seguito a mons. Fisichella, il vescovo Grzegorz Ryś, presidente del Gruppo per la Nuova Evangelizzazione presso la Conferenza Episcopale Polacca, che ha affermato che “la nuova evangelizzazione non è una strategia di sopravvivenza”, ma una necessità in quanto “la fede bisogna sempre condividerla con gli altri”.
Come ha sottolineato per KAI (Agenzia di Informazioni Cattolica in Polonia), don Artur Godnarski, segretario del Gruppo per la Nuova Evangelizzazione, lo “scopo” del Congresso “è stato l’unione degli ambienti della nuova evangelizzazione, la presentazione delle loro attività, la preghiera per la nuova evangelizzazione in Polonia.”
Il Congresso ha dato, quindi, impulso, ai laici e ai sacerdoti, ad essere maggiormente impegnati in essa. Richiamando le parole di don Godnarski: “La Chiesa si trova oggi di fronte a una grande sfida: animare le persone che vanno in chiesa per assicurare la condivisione dell’esperienza di fede con le persone che non la praticano”.