In Messico la beatificazione di Madre María Inés Teresa

La cerimonia è stata presieduta sabato dal cardinale Angelo Amato

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CITTA’ DEL MESSICO, lunedì 23 aprile 2012 (ZENIT.org) – Madre María Inés Teresa del Santissimo Sacramento è stata beatificata sabato 21 aprile in Messico dal prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale Angelo Amato, giunto come rappresentante di Papa Benedetto XVI.

La cerimonia di beatificazione della religiosa, fondatrice delle Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento e dei Missionari di Cristo per la Chiesa universale, si è svolta presso la Basilica di Guadalupe.

“Eminenza reverendissima cardinal Angelo Amato, come vescovo della diocesi di Cuernavaca e a nome della Famiglia Inesiana, chiedo umilmente di trasmettere al Santo Padre Benedetto XVI la nostra profonda gratitudine per aver proclamato beata la Venerabile Serva di Dio Madre María Inés Teresa del Santissimo Sacramento”: queste le parole pronunciate da mons. Alfonso Cortés dopo la lettura da parte dell’inviato del Santo Padre della lettera apostolica che annuncia l’iscrizione della religiosa messicana nel Libro dei Beati.

Accompagnato da un applauso prolungato, al momento della proclamazione è stato scoperto un arazzo gigante raffigurante Manuela de Jesús Arias Espinosa (nome secolare della religiosa). 

Una reliquia della nuova beata è stata portata in processione fino davanti al presbiterio dalla madre generale Julia Meijueiro e da Francisco Javier Carrillo Guzmán, il bambino caduto in una cisterna nel giugno 2001, che Madre María Inés Teresa del Santissimo Sacramento ha salvato dalla morte. Il recupero inspiegabile e completo del bambino attribuito alla sua intercessione è stato decisivo nel cammino verso la beatificazione della religiosa. Il miracolo è stato approvato il 27 giugno 2011 da Papa Benedetto XVI.

Durante la sua omelia, il cardinale Amato ha sottolineato che questa beatificazione è un altro dono del Santo Padre alla Chiesa e al popolo messicano.

“Il Papa ama la vostra nobile Patria”, da lui visitata di recente, “come pellegrino per incoraggiarvi ad essere saldi nella speranza (…). Voi meritate di superare tutte le difficoltà per vivere serenamente nella solidarietà e nella concordia. La visita del Santo Padre è stata una boccata di ossigeno per un futuro di pace, concordia e benessere”, ha detto il cardinale Amato alle migliaia di fedeli che hanno partecipato alla celebrazione.

Il porporato ha definito il carisma di Madre María Inés Teresa del Santissimo Sacramento con le seguenti parole: “Era generosa nel lavoro, fervente nella preghiera, umile, altruista e sempre pronto ad aiutare”, ha ribadito.

La cerimonia, durata circa tre ore, è stata concelebrata dal cardinale arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, dal nunzio apostolico, Christophe Pierre, e da circa 40 vescovi messicani provenienti da varie diocesi.

Chiamata affettuosamente “Manuelita”, la religiosa ha espresso il 12 dicembre del 1930 i voti temporanei nel Monastero dell’Ave María davanti all’immagine della Santissima Vergine di Guadalupe e quelli perpetui il 14 dicembre 1933.

La sua vita di clausura è durata fino al 1949. Quattro anni prima suor María Inés Teresa aveva ricevuto la notizia che Roma aveva firmato l’autorizzazione per fondare le Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento, una nuova congregazione cattolica con un’ideale contemplativa e apostolica nata ufficialmente nell’agosto 1945 a Cuernavaca. Il 22 giugno 1951 la Santa Sede ha approvato la nuova congregazione in modo permanente.

Da allora, le religiose Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento hanno esteso la loro attività di evangelizzazione in vari Paesi, non solo nelle Americhe ma anche in Asia, Africa ed in Europa.

Il 5 gennaio 1953 la Santa Sede ha autorizzato anche il movimento laicale Vanguardias Clarisas, che si è sviluppato in parallelo con la congregazione.

Le Missionarie sono una congregazione eucaristica, mariana e missionaria, che conducono una vita contemplativa e, allo stesso tempo, attiva, che ha come base l’adesione alla volontà divina, fonte di allegria, e come centro Gesù Cristo.

Fanno professione dei voti di castità, povertà ed obbedienza, e testimoniano l’amore fraterno “sempre in uno spirito di comprensione e di servizio, vissuti nell’amore e nella pace, essendo la carità ciò che incoraggia a vivere non per se stessi ma per ogni anima in stato di necessità”.

Madre María Inés Teresa ha lasciato numerosi scritti (oltre 6000), oltre a 36 case di missionarie in 14 paesi del mondo ed opere sacerdotali in Sierra Leone e in Messico.

La nuova beata nacque ad Ixtlán del Río (nello Stato messicano di Nayarit) il 7 luglio 1904 e morì a Roma (Italia) il 22 luglio 1981, solo pochi mesi dopo essere stata ricevuta da papa Giovanni Paolo II, il 9 dicembre 1980.

Era la quinta di otto fratelli nati da una famiglia cristiana. All’età di sette anni ha ricevuto la sua Prima Comunione. La sua vocazione risale al 1924, per entrare, cinque anni dopo, nel monastero dell’Ave María a Los Angeles, in California.

Erano gli anni della persecuzione religiosa dopo la Guerra dei Cristeros (1926-1929) e, per questo motivo, il monastero si era trasferito nei vicini Stati Uniti.

È stata la fondatrice delle congregazioni delle Missionarie Clarisse nel 1945 e dei Missionari di Cristo per la Chiesa universale nel 1979.

Il motto della Famiglia Inesiana è “Oportet illum regnare” (“Egli deve regnare”).

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ZENIT Staff

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