ROMA, venerdì, 20 aprile 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il saluto del rettore della Pontificia Università Lateranense (PUL), Don Enrico dal Covolo, alla Giornata di Studio per gli operatori dei Tribunali sul tema “L’incapacità alla fedeltà coniugale”, che si svolta ieri presso l’ateneo romano.
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1. Sono ben lieto di rivolgere il mio indirizzo di benvenuto agli illustri membri dell’Arcisodalizio della Curia Romana e dell’Associazione Canonistica Italiana, che si ritrovano qui oggi per affrontare lo studio del tema L’incapacità alla fedeltà coniugale.
Più in dettaglio, la Giornata di Studio è scandita in maniera equilibrata relazioni di due reverendissimi Prelati Uditori della Rota Romana – che illustrano gli aspetti giuridici dell’incapacità maschile e femminile alla fedeltà coniugale –; e dalle relazioni di due chiarissimi Professori, specialisti nelle discipline della psiche, che illustrano invece il profilo psichiatrico di tale incapacità.
2. Il tema in questione si presenta allo stesso tempo complesso e urgente nel contesto sociale e culturale odierno, dove la relazione interpersonale coniugale, su cui poggia la costruzione di una vera famiglia, come indicato dal Concilio Vaticano II e dal Magistero vivo della Chiesa degli ultimi decenni, appare costantemente soggetta a pericoli e a turbamenti che ne minano l’effettiva realizzazione.
Non c’è dubbio che l’amore coniugale interpersonale, alla base di ogni fedele legame sponsale, è ciò che permette all’uomo e alla donna di donarsi e di accettarsi totalmente e reciprocamente nel matrimonio; ma allo stesso modo è fuor di dubbio che vi si tratta di un uomo e di una donna concreti, reali, e come tali portatori di doni e di ricchezze, insieme a limiti e fragilità proprie di ogni essere umano inserito in un determinato contesto sociale e culturale, anch’esso portatore di valori e disvalori che interessano ogni individuo.
Appare pertanto molto significativo il tema di questa Giornata di studio, che ha come suo oggetto formale l’analisi delle dinamiche psichiche che possono rendere l’uomo e la donna del nostro tempo incapaci di realizzare uno dei beni fondamentali del matrimonio, quale è la reciproca fedeltà, in quanto requisito tra i più significativi del consortium totius vitae et amoris coniugalis, che è il matrimonio.
3. Auguro a tutti voi, che partecipate a questa Giornata di studio, un proficuo lavoro, ricco di riflessioni e di contributi, che aiutino a comprendere meglio la ricchezza del dato normativo e le esperienze che la realtà forense indica agli operatori dei Tribunali ecclesiastici, per offrire un servizio sempre più adeguato all’uomo e alla comunità credente.
+ Enrico dal Covolo