La teologia oggi

Forum internazionale della Pontificia Accademia Teologica sulla centralità di Cristo

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 27 gennaio 2012 (ZENIT.org).- Si sta svolgendo a Roma, (26-28 gennaio) presso la Pontificia Università Lateranense (PUL) il VI Forum internazionale della Pontificia Accademia Teologica (PATH).

Il tema indicato è “la riflessione in cristologia da Optatam Totius alla perenne dialettica tra fides et ratio”.

I lavori sono strutturati in quattro sessioni, presieduti rispettivamente dai cardinali Zenon Grocholewski, Gianfranco Ravasi, Angelo Amato e Marc Ouellet.

Il Forum, è particolarmente impegnato ad approfondire la ricerca e l’insegnamento della teologia in ambito cristologico, ponendo l’accento “sulla missione dei cooperatores veritatis, quali sono i teologi, destinati a essere partecipi della luce della mente di Dio attraverso “un contatto più vivo con il mistero di Cristo”.

Nel corso del suo saluto il rettore della PUL don Enrico Dal Covolo ha precisato che la questione centrale resta quella del “ fare teologia oggi”: nel contesto di una rinnovata dialettica tra fides et ratio,

“In particolare – ha sottolineato il Rettore – la questione è quella del “rinnovamento”, non solo della cristologia, ma della teologia in toto”.

Già in varie occasioni – ha affermato Dal Covolo – ho avuto modo di illustrare alcuni capitoli fondamentali di questo urgente “rinnovamento teologico” proposto dal Papa: per esempio, l’allargamento della ragione alle dimensioni della fede e dell’amore; il realismo della fede, l’urgenza di una nuova sintesi di pensiero, di fronte alle devastanti divaricazioni tra religione e ragione; tra teologia e altri saperi; tra teologia razionale e dimensione contemplativa; tra esegesi cosiddetta accademica e lectio divina”.

“Solo un simile rinnovamento – ha concluso il rettore – renderà sempre più propositiva e feconda la sfida della teologia nei confronti delle altre scienze”.

Innumerevoli e complessi gli interventi nel dibattito.

Don Roberto Spataro, sdb, dell’Università Pontificia Salesiana ha sottolineato il ruolo delle Scienze patristiche e dell’Historia ecclesiastica, spiegando che per una teologia della storia bisogna porre l’evento di Cristo al centro.

A questo proposito ha proposto l’alleanza tra esegesi biblica e teologia patristica, ricordando il cristocentrismo dei padri della chiesa.

Secondo don Spataro è necessario ristabilire l’alleanza tra letteratura cristiana antica e teologia patristica e tra metodo storico e metodo teologico per analizzare una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino.

Paul O’Callaghan, Professore ordinario di Antropologia Teologica alla Pontificia Università della Santa Croce ha commentato che dal Vecchio Continente, da cui è partita una parte molto sostanziale dello sforzo evangelizzatore della Chiesa nell’ultimo millennio, si sente insistentemente oggigiorno “il richiamo della speranza, o meglio il richiamo della mancanza della speranza”.

Ed ha aggiunto “La base della speranza cristiana, è l’evento della rivelazione salvifica dell’Incarnazione del Verbo-Figlio, cioè la cristologia”.

Félix María Arocena della Facoltà di Teología della Universidad de Navarra, ha ribadito che il Mistero cristiano non si basa soltanto su una dottrina, bensì principalmente su una Persona, il Crocifisso Glorioso.

“Egli è la ragione incondizionata di tutto ciò che Dio ha chiamato, chiama e chiamerà ad esistere, il fondamento dell’essere, ed il motore storico di quasiasi cosa, che tutto precede e dal quale tutto ha inizio”.

“Il Crocifisso-Risorto è colui il quale la teologia cerca di comprendere. Ne è sempre stato il centro. E’ nata e si è sviluppata a partire dal suo Evento poiché sa che il segreto dell’originalità si trova sempre nel ritorno all’origine: il Cristo pasquale”.

I questo contesto “Il Cristianesimo è la vita che nasce dalla profonda comunione tra il Crocifisso-Risorto e la Chiesa. Nel regime attuale dell’economia salvifica, la liturgia rende questa comunione viva e attuale”.

Un punto di vista condiviso da monsignor Nicola Ciola, Ordinario di Ecclesiologia alla Pontificia Università Lateranense il quale ha sottolineato la ncessità di “elaborare un’interpretazione teologica dell’esperienza cristiana e non solo uno studio espositivo sulla vita spirituale”.

Buoni frutti si stanno avendo dalle ricerche cristologiche post-conciliari che studiano il rapporto tra l’esperienza cristiana e il suo riferimento nell’”oggettivo cristiano” e cioè il mistero di Cristo, dall’incarnazione all’evento pasquale.

“In tal senso, – ha concluso – non va trascurata la significativa letteratura intorno al tema della ‘teologia dei santi” come scienza divina”.

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ZENIT Staff

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