ROMA, lunedì, 29 agosto 2011 (ZENIT.org).- Occorre rimetterel’Eucaristia al centro della nostra vita quotidiana. E’ quanto ha affermato alla Radio Vaticana il presidente dei teologi italiani, mons. Piero Coda, nell’illustrare le aspettative del XXII Congresso nazionale dell’Associazione teologi italiani (Ati), apertosi questo lunedìe in corso fino al 2 settembre ad Alpignano, in provincia di Torino, sul tema “Eucaristia e Logos. Un legame propizio per la Teologia e la Chiesa”.
La pista di riflessione che guiderà l’appuntamento sarà declinata in due filoni principali: la centralità dell’Eucaristia e come abbia inciso nel pensare la fede, ma anche nell’arte, nella mistica e addirittura nel rapporto tra uomo e donna all’interno del matrimonio, perché la comunione che fonda la vita di coppia è essa stessa immagine dell’Eucaristia; ma anche l’annuncio cristiano della fede in relazione all’Eucaristia, annuncio inserito nel contesto del mondo contemporaneo, segnato dal post moderno e dalla globalizzazione.
Il convegno sarà anche l’occasione giusta per rinnovare il vertice dell’Associazione teologi italiani (Ati) che riunisce 320professionisti che studiano e insegnano la teologia dogmatica in Italia, dei quali 240 sono sacerdoti e 80 laici.
“L’aspettativa fondamentale – ha detto mons. Coda – è quella di un approfondimento del significato profondo dell’Eucarestia in riferimento alla qualità, allo stile e alla verità del linguaggio teologico e del linguaggio ecclesiale”.
“Per esprimere in sintesi il contenuto e la prospettiva del nostro convegno – ha continuato –, vorrei richiamare la parola di Ireneo di Lione, padre della Chiesa, che dice: ‘Il nostro pensiero è in consonanza con l’Eucaristia, e l’Eucaristia, a sua volta, conferma il nostro pensiero’. Una teologia, quindi, conformata ed informata dall’Eucaristia”.
“L’importanza dell’Eucaristia è il dono di sé, di Cristo, che è per noi Pane di vita. Nella coniugalità – ricordiamo il grande insegnamento di Giovanni Paolo II – si vive la reciproca consegna della propria vita e dei propri corpi. Direi dunque che la coniugalità è una specie di ostensione della dinamica profonda del dono eucaristico”.
“Nella vita della famiglia – ha proseguito il teologo – c’è quindi un’incarnazione del segno eucaristico particolarmente eloquente per il nostro tempo, che diventa luogo e spazio di crescita dei figli, affinché siano alimentati dalla linfa eucaristica e la testimonino con coraggio e trasparenza nel nostro mondo”.
Per mons. Coda i teologi possono aiutare il fedele comune a vivere pienamente questo dono e mistero innanzitutto mettendo in rilievo come “attraverso l’Eucaristia, il dono infinito che Dio ci fa di se stesso con il suo Figlio fatto carne ci raggiunge qui, oggi, nella concretezza della nostra vita quotidiana”.
“La vita del cristiano è perciò tutta illuminata – e direi anche trasfigurata – dal dono eucaristico. Mettere al centro della vita cristiana l’Eucaristia penso sia il compito fondamentale che i teologi sono chiamati ad eseguire, oggi in modo particolare”.
“Penso – ha quindi concluso – che rimettere l’Eucaristia al centro nella vita del cammino delle nostre Chiese significhi trovare lo slancio vero ed il profilo autentico di quella nuova evangelizzazione a cui, oggi, tutti siamo chiamati e che tutti si attendono con grande speranza”.