La vita vince contro le ingiustizie del mondo

Clara Gaymard ricorda suo padre, Jérôme Lejeune

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di Antonio Gaspari

RIMINI, domenica, 28 agosto 2011 (ZENIT.org).- Presidente e amministratore delegato della General Electric France, madre di nove figli, ha raccontato al Meeting di Rimini la grandezza di suo padre.

Clara Gaymard è la figlia del famoso scienziato Jérôme Lejeune, scopritore della sindrome di Down, grande oppositore delle pratiche eugenetiche e strenuo difensore del diritto alla vita.

A causa della sua decisa opposizione all’aborto, il professor Lejeune venne discriminato, isolato e allontanato dal mondo medico. Fu escluso anche dalla candidatura al premio Nobel. Ma la Chiesa cattolica non ha dimenticato la testimonianza eroica di un cattolico così coraggioso.

Nel 1978 Giovanni Paolo II chiamò Lejeune  alla Pontificia Accademia delle Scienze, e nel 1994 lo nominò primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Nel 2007 è iniziato il processo di beatificazione di Jérôme Lejeune, e nel dicembre 2008 il Movimento per la Vita (MpV) gli ha conferito il premio europeo per la Vita Madre Teresa di Calcutta.

Giovedì 25 agosto, in un incontro al Meeting di Rimini, Clara Gaymard ha detto: “Non sono una storica, né un medico, né ho una fede grande come quella di mio padre, ma ho avuto la grazia di essere stata sua figlia e sento vivo il compito di raccontare com’era”.

Nel 1958 Lejeune scoprì l’anomalia genetica (trisomia del cromosoma 21) che causa la sindrome di Down, e la sua scoperta ha sconfitto le argomentazioni razziste ed eugenetiche sui bambini che ne sono affetti.

La Gaymard ha spiegato che “non solo la fede, ma gli studi sulla genetica e sulla formazione dei bambini convinsero Jérôme che ogni essere umano è già tale, con tutta la sua unicità, fin dal concepimento”.

 “Seguire mio padre – ha precisato – non ha significato diventare dottoressa o scienziata, ma fare il mio dovere”.

“A chi mi dice che con una famiglia numerosa come la mia dovrei stare a casa a fare la mamma, rispondo che ci sono cose che sono capace di fare, e farle significa servire la mia famiglia, la mia patria, la mia azienda, la mia gente”.

Alla domanda “Come si fa ad essere presidente di una multinazionale e mamma di nove figli?”, Clara Gaymard ha risposto a Quotidiano Meeting: “Ho alcune semplici regole nella mia vita, e una di queste è che ci sono cose importanti, e altre urgenti. E molte cose urgenti non sono importanti. Quelle importanti, poi, spesso non possono essere risolte rapidamente. Perciò, non vanno fissate come urgenti: non riuscire a farle genererebbe rabbia. La pace è riconoscere cosa si può fare giorno per giorno, e cercare di farlo”.

Circa l’insegnamento più significativo che il padre le ha lasciato, la Gaymard ha affermato: “L’importanza di essere umili e semplici, perché – ripeteva sempre – non sappiamo molto, ma sappiamo che la vita è felicità”.

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ZENIT Staff

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