Cuba: la Croce di Cristoforo Colombo dichiarata monumento nazionale

2.000 fedeli celebrano il 500° anniversario della fondazione di Baracoa

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di Araceli Cantero

BARACOA, lunedì, 29 agosto 2011 (ZENIT.org).- Il 15 agosto, al termine di un’Eucaristia di azione di grazie per la fondazione, cinquecento anni fa, della prima città sull’isola, l’Arcivescovo di Santiago de Cuba ha alzato la “Cruz de la Parra”, la croce piantata da Cristoforo Colombo il 1° dicembre 1492 nel margine orientale dell’isola, e vi ha benedetto circa 2.000 fedeli riuniti nel luogo.

Qualche minuto prima, dalla folla si erano levati grandi applausi quando era stato reso noto che la Commissione Nazionale Cubana per i Monumenti dichiarava la Cruz de la Parra monumento nazionale. La croce è conservata nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora dell’Assunzione a Baracoa.

Lo storico Eusebio Leal ha compiuto l’annuncio e ha definito l’Eucaristia a Baracoa “un atto di concordia, un atto bello per e nella nostra patria, nella più antica di tutte le città di Cuba”.

L’atto era stato convocato dal Vescovo della Diocesi di Guantánamo-Baracoa, monsignor Willy Pino, che nelle sue parole di benvenuto ha riconosciuto la presenza di quasi tutti i Vescovi dell’isola e dei rappresentanti politici della Nazione e della provincia.

L’Eucaristia è stata presieduta dall’Arcivescovo di Santiago de Cuba, monsignor Dionisio García Ibáñez, che nella sua omelia ha invitato a vivere la storia come insegnamento con sguardo al futuro.

I fedeli sono giunti da tutte le comunità della Diocesi, indossando una maglietta bianca con il messaggio: “500 generazioni di fede, 1511-2011, Ho visto un cielo nuovo e una terra nuova”.

Erano presenti anche delegati di altre Diocesi cubane, molti dei quali avevano dovuto viaggiare per ore.

All’inizio dell’atto, i giovani hanno eseguito una rappresentazione sulle origini della città, sull’arrivo dei primi conquistadores, sull’incontro di culture e sull’opera evangelizzatrice dei missionari, tra i quali hanno sottolineato Sant’Antonio María Claret, Vescovo di Santiago de Cuba dal 1849 al 1858, che allora abbracciava quasi la metà dell’isola.

Lo storico Leal ha quindi ricordato l’opera del frate Bartolomé de las Casas, “un domenicano, come Antonio de Montesinos, che ha levato la propria voce a favore degli indios, degli indigeni, dell’Isola Española, soprattutto a Santo Domingo”.

Il grande poeta cubano José Martí ha descritto il frate come “l’apostolo degli indios” e “uno degli autori dell’umanesimo moderno, un uomo che ha saputo discutere nel dibattito di Valladolid sull’esistenza di un’anima immortale negli indigeni”.

Riferendosi alla Cruz de la Parra, ha spiegato che la Commissione Nazionale per i Monumenti ha verificato l’antichità della croce, che è stata anche dichiarata Tesoro della Nazione cubana.

Nel suo discorso, ha ricordato quello che aveva pronunciato alcuni giorni prima davanti al generale Presidente Raúl Castro “presentando il tema della fede come un tema fondamentale della libertà”.

Per lo storico questo discorso è stato “tanto importante per noi quanto l’Editto di Milano”, con il quale l’imperatore Costantino, nel IV secolo, permise ai cristiani di praticare liberamente la loro fede.

“Era davvero un diritto”, ha dichiarato Leal alla folla riunita nella piazza. “Il diritto di tutti coloro che oggi, per motivi di amore per la storia o di devozione, riconoscono in questa Croce una parte del loro popolo”. La Cruz de la Parra, ha aggiunto, “è di tutto il popolo cubano”.

Baracoa è la prima città visitata da Colombo a Cuba, il 27 novembre 1942, come testimonia egli stesso nel suo diario. La Diocesi di Guantánamo-Baracoa è stata eretta da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Cuba nel gennaio 1998.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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