ROMA, lunedì, 29 agosto 2011 (ZENIT.org).- “La questione morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato, è grave e urgente, e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti”. E’ quanto ha detto questo lunedì il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Utaliana, durante la messa al Santuario della Madonna della Guardia, nel festeggiare l’anniversario della prima apparizione, avvenuta nel 1490.
“C’è bisogno – ha detto durante l’omelia nel santuario molto caro ai genovesi – di una grande conversione culturale e sociale, e coloro che hanno particolari responsabilità rispetto alla vita pubblica, in qualunque forma e a qualunque livello, ma anche quanti hanno poteri e interessi economici, ne hanno il dovere impellente più degli altri, sapendo che, attraverso il loro operare, propongono modelli culturali destinati a diventare dominanti”.
“Nessuno – ha ammesso – può negare l’impegno generoso e la rettitudine limpida di molti che operano nel mondo della politica e della pubblica amministrazione, dell’economia, della finanza e dell’impresa; a loro va rinnovata stima e fiducia” ha proseguito il porporato.
“Ciò non di meno – ha poi sottolineato –, la questione riguarda tutti come un problema non solo politico, ma culturale ed educativo. Non si tratta in primo luogo di fare diversamente, ma di pensare diversamente, in modo più vero e nobile se si vuole purificare l’aria, e i nostri giovani non siano avvelenati nello spirito”.
“So bene che il compito è arduo perché si tratta di intaccare consuetudini e interessi vetusti – ha detto poi senza nascondere le difficoltà -, stili e prassi lontani dall’essenziale e dalla trasparenza, dal sacrificio e dal dovere, ma è possibile perché la gente lo chiede e perché è giusto”.
Per questo, “chi ha responsabilità pubbliche oggi e domani ha questo primario dovere e onore: mettere in movimento delle decisioni puntuali e coraggiose perché la ‘cultura della vita facile’ ed egoista ceda il passo alla ‘cultura della serietà’”.
“Tutta la società deve diventare educante, un orizzonte di modelli, un clima respirabile di valori” da trasmettere ai giovani. E proprio i giovani, quei due milioni che sono accorsi a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù, avendo riconosciuto nel Papa “il punto affidabile e vero”, sono “l’unica buona notizia di questi tempi”.
I giovani che non cedono alla rabbia, ma che trovano la speranza in Cristo, i giovani che “non vogliono essere ingannati – ha aggiunto il Cardinal Bagnasco – che sanno che la vita non è di chi se la gode, ma che la strada della realizzazione e della gioia è quella del dovere, del sacrificio e della famiglia stabile e feconda”.
“Purtroppo – ha concluso – i messaggi, che giungono prepotenti e insistenti nell’anima dei ragazzi, ma anche degli adulti, lasciano il segno, creano reazioni e fragilità emotive, paure, illusioni, rancori”.