ROMA, domenica, 17 aprile 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la testimonianza di suor Marie Simon-Pierre - della Congregazione delle Piccole Suore delle Maternità Cattoliche - nata nel 1961 a Rumilly-en-Cambrésis, e guarita dal Parkinson in maniera improvvisa e scientificamente inspiegabile secondo una commissione di medici.
Questo fenomeno è il miracolo attribuito all'intercessione di Giovanni Paolo II nel processo canonico per la sua beatificazione, che avrà luogo il 1° maggio prossimo.
</p>
* * *
Ero malata di Parkinson. Mi è stato diagnosticato a giugno, nel 2001.
Il morbo aveva colpito tutta la parte sinistra del corpo, causandomi serie difficoltà, essendo io mancina. Dopo 3 anni, ad una fase iniziale lentamente progressiva della malattia, è seguito l’aggravarsi dei sintomi: accentuazione dei tremiti, rigidità, dolori, insonnia … Dal 2 aprile 2005 ho iniziato a peggiorare di settimana in settimana, deperivo di giorno in giorno, non riuscivo più a scrivere (sono mancina, lo ripeto) o se tentavo di farlo, ciò che scrivevo era difficilmente leggibile. Non riuscivo più a guidare la macchina salvo per percorsi molto brevi, perché la mia gamba sinistra rischiava di bloccarsi anche a lungo e la rigidità non avrebbe reso facile la guida. Per svolgere il mio lavoro, in ambito ospedaliero, inoltre, avevo sempre più bisogno di tempo. Ero totalmente esaurita. Dopo la diagnosi, mi era difficile seguire Giovanni Paolo II in televisione.
Mi sentivo, però, molto vicina a lui nella preghiera e sapevo che poteva capire quello che vivevo. Ne ammiravo anche la forza e il coraggio che mi stimolavano a non arrendermi e ad amare questa sofferenza. Solo l’amore avrebbe dato senso a tutto questo. Era una quotidiana lotta, ma il mio unico desiderio era di viverla nella fede e di aderire con amore alla volontà del Padre.
Era Pasqua (2005) e desideravo vedere il nostro Santo Padre in televisione perché sapevo, nel mio intimo, che sarebbe stata l’ultima volta che avrei potuto farlo. Era tutta la mattina che mi preparavo a quell’ “incontro” (lui mi richiamava a quello che io sarei stata tra qualche anno). Era dura per me, essendo giovane… Un imprevisto nel servizio, però, non mi permise di vederlo.
La sera del 2 aprile 2005 si è riunita tutta la comunità per partecipare alla veglia di preghiera in piazza San Pietro, in diretta sulla televisione francese della diocesi di Parigi (KTO)… all’annuncio del decesso di Giovanni Paolo II mi è caduto il mondo addosso, avevo perso l’ amico che mi capiva e mi dava la forza di tirare avanti. In quei giorni avvertivo la sensazione di un grande vuoto, ma avevo anche la certezza della Sua presenza viva.
Il 13 maggio, ricorrenza della Nostra Signora di Fatima, Papa Benedetto XVI dà l’annuncio ufficiale della speciale dispensa per l’avvio della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II. A partire dal 14 maggio le consorelle di tutte le comunità francesi e africane chiedono l’intercessione di Giovanni Paolo II per la mia guarigione. Pregano incessantemente, senza stancarsi, fino alla notizia dell’avvenuta guarigione.
Ero in vacanza in quel periodo. Il 26 maggio, terminato il tempo di riposo, ritorno in comunità, totalmente esaurita a causa della malattia. « Se credi, vedrai la Gloria di Dio »; questo è il brano del Vangelo di San Giovanni che dal 14 maggio mi accompagna. E’ il 1° giugno: non ne posso più! Devo lottare per tenermi in piedi e camminare. Il 2 giugno, di pomeriggio, vado a trovare la mia superiora per chiederle di esonerarmi dall’ attività lavorativa. Lei mi chiede di resistere ancora un po’ fino al ritorno da Lourdes, ad agosto, e aggiunge: « Giovanni Paolo II non ha ancora detto la sua ultima parola ». Lui era sicuramente presente a quell’incontro svoltosi nella pace e nella serenità. Poi, la superiora mi tende una stilografica e mi chiede di scrivere « Giovanni Paolo II »: sono le ore 17.00. A stento scrivo «Giovanni Paolo II ». Davanti alla calligrafia illeggibile rimaniamo a lungo in silenzio... la giornata prosegue come di consueto.
Dopo la preghiera della sera, alle ore 21, passo dal mio ufficio per poi tornare in camera. Sento il desiderio di prendere una stilografica e scrivere, come se qualcuno mi dicesse: « prendi la tua stilografica e scrivi »… sono le 21.30/21.45. La calligrafia è chiaramente leggibile: sorprendente! Mi stendo sul letto, stupita . Erano passati esattamente due mesi dal ritorno di Giovanni Paolo II alla Casa del Padre… Mi sveglio alle 4.30, stupita di essere riuscita a dormire.
Mi alzo improvvisamente dal letto: il mio corpo non è più indolenzito, nessuna rigidità e interiormente non sono più la stessa. Poi, una chiamata interiore e il forte impulso di andare a pregare davanti al Santissimo Sacramento. Scendo in oratorio e rimango in adorazione. Provai una profonda pace e senso di benessere; un’esperienza troppo grande, un mistero, difficile da spiegare a parole.
Poi, sempre davanti al Santissimo Sacramento, medito i misteri della luce di Giovanni Paolo II. Alle 6 del mattino esco per raggiungere le consorelle in cappella per un momento di orazione seguito dalla celebrazione eucaristica. Dovevo percorrere circa 50 metri e in quell’ istante mi resi conto che mentre camminavo il mio braccio sinistro dondolava, non rimaneva immobile lungo il corpo. Notavo anche una leggerezza e un’agilità fisica da tempo a me sconosciute. Durante la celebrazione eucaristica sono ricolma di gioia e di pace: è il 3 giugno, festa del Sacro Cuore di Gesù. All’uscita della S. Messa sono sicura di essere guarita… la mia mano non trema più. Vado di nuovo a scrivere e a mezzogiorno smetto improvvisamente di prendere le medicine.
Il 7 giugno, come previsto, sono andata dal neurologo dal quale ero in cura da 4 anni. E’ rimasto sorpreso anche lui nel constatare l’improvvisa scomparsa di tutti i sintomi del morbo, nonostante l’interruzione del trattamento 5 giorni prima della visita. Il giorno dopo, la superiora generale ha affidato a tutte le nostre comunità il rendimento di grazie. Tutta la congregazione ha cominciato una novena a Giovanni Paolo II. Sono ormai dieci mesi che ho interrotto ogni tipo di trattamento. Ho ripreso a lavorare normalmente, non ho nessuna difficoltà a scrivere e guido anche per lunghissime distanze. Mi sembra di essere rinata; è una vita nuova perché niente è come prima.
Oggi posso dire che l'amico che ha lasciato la nostra terra è adesso molto vicino al mio cuore. Ha fatto crescere in me il desiderio dell’Adorazione del Santissimo Sacramento e l’amore per l’Eucaristia che hanno un posto prioritario nella mia vita quotidiana. Ciò che il Signore mi ha dato di vivere per intercessione di Giovanni Paolo II è un gran mistero, difficile da spiegare a parole… ma niente è impossibile a Dio.
E’ proprio vero: «Se credi, vedrai la gloria di Dio».