WASHINGTON, D.C., lunedì, 11 aprile 2011 (ZENIT.org).- I Vescovi degli Stati Uniti stanno esortando i legislatori a sostenere un disegno di legge bipartisan che sostiene i diritti di coscienza per tutti coloro che offrono e acquistano un'assicurazione sanitaria.

Il Cardinale Daniel DiNardo, Arcivescovo di Galveston-Houston (Texas) e presidente del Comitato per le Attività Pro-Vita della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti, ha rivolto un appello al riguardo in una lettera inviata mercoledì ai membri della Camera dei Rappresentanti.

Il porporato ha chiesto il sostegno del Respect for Rights of Conscience Act, presentato il 17 marzo da Jeff Fortenberry e Dan Boren.

Il disegno di legge, ha affermato, “aiuterà ad assicurare che la nuova legge sulla riforma sanitaria non venga usata per violare la libertà religiosa e i diritti di coscienza di quanti offrono e acquistano una polizza sanitaria nella nostra Nazione”.

“La legge federale, fino a questo momento, non ha mai impedito che quanti offrono e acquistano una copertura sanitaria possano negoziare una polizza conforme alle proprie convinzioni morali e religiose”, ha sottolineato.

“Ciò potrebbe tuttavia cambiare con l'implementazione del Patient Protection and Affordable Care Act (PPACA) per come è strutturato attualmente”, ha aggiunto.

In particolare, il Cardinale ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che la legge sull'assistenza sanitaria “stabilisca una nuova legge di 'benefici sanitari essenziali' che saranno obbligatori per la maggior parte dei piani sanitari negli Stati Uniti”.

Servizi obbligatori

Il porporato ha indicato che “Planned Parenthood e altri gruppi hanno chiesto che i 'servizi preventivi per le donne' obbligatori includano tutti i medicinali e i dispositivi approvati [dalla Food and Drug Administration] per la contraccezione – anche quelli che possono evitare l'impianto e la sopravvivenza di un essere umano appena concepito, e quindi sono considerati abortivi dalla Chiesa cattolica e da molti altri”.

“L'inclusione obbligatoria della contraccezione, della sterilizzazione e dei farmaci abortivi nei piani sanitari presenta un ovvio conflitto potenziale con i diritti di coscienza”, ha dichiarato.

Il Cardinal DiNardo ha sottolineato che “questi conflitti sorgerebbero anche se [lo Health and Human Services] ordinasse l'inclusione di alcuni trattamenti per la fertilità come la fecondazione in vitro, le cure che usano materiale di bambini non nati deliberatamente uccisi o altre procedure espressamente respinte dagli insegnamenti di alcune religioni”.

Il provvedimento sull'assistenza sanitaria fallisce “arbitrariamente e inspiegabilmente” nel difendere le “tante denominazioni religiose – incluse quelle che forniscono la spina dorsale del sistema di assistenza medica no-profit in questo Paese – i cui insegnamenti morali respingono certe procedure specifiche”.

“Se gli 'stakeholder' religiosi e di altro tipo fossero distolti dal mercato delle assicurazioni sanitarie da questo aspetto del PPACA, la legislazione il cui obiettivo era estendere la copertura sanitaria avrebbe l'effetto opposto”, ha avvertito.

Il Cardinale ha aggiunto che il disegno di legge sulla difesa dei diritti di coscienza “evita solo che il PPACA sia usato in modo sbagliato per negare la libertà esistente degli americani di cercare una copertura sanitaria conforme alle loro necessità mediche e che rispetti le loro convinzioni più profonde”.

“Sono certo che la maggior parte dei membri del Congresso che sostengono il PPACA non intendevano che dovesse negare o eliminare questa libertà”, ha concluso il Cardinale.

“Per questo spero e mi aspetto che i rappresentanti che hanno sostenuto il PPACA, così come coloro che vi si oppongono, si uniscano per promuovere il Respect for Rights of Conscience Act e aiutare ad assicurare che venga messo in pratica”.