La comunicazione non sia solo “connessione”, ma porti alla vera amicizia

Il segretario del dicastero per le Comunicazioni Sociali a un forum sul tema

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ROMA, venerdì, 15 aprile 2011 (ZENIT.org).- Intervenendo questo giovedì a Roma al Primo Forum Multimediale su giovani e comunicazione nell’era digitale, monsignor Paul Tighe, Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, ha sottolineato quando sia importante che la comunicazione umana “non si fermi alla ‘connessione’”, portando invece alla “vera amicizia”.

Il Forum “Youth Communication in Social Media Age” si è svolto presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, organizzato dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dello stesso Ateneo in collaborazione con l’Università Europea di Roma e con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura.

Monsignor Tighe ha osservato che al giorno d’oggi il confronto tra le generazioni sembra essere determinato soprattutto “da un’accelerazione tecnologica che impone un diverso ‘linguaggio’, o meglio un diverso modo di esprimersi, ma anche una differente cultura”.

“Ci troviamo davanti ad una nuova epoca che ha per così dire ‘superato’ i progressi di anni, per portarci in un solo istante alle soglie di un ‘nuovo mondo’”, ha rilevato.

“In tutto questo proliferare di tecnologia e nuovi input”, ha detto monsignor Tighe ai giovani, “il denominatore comune nelle vostre abitudini quotidiane resta sempre e comunque la comunicazione”.

“Questo fate quando vi collegate ad Internet, chattate, entrate nei forum, inviate sms: comunicate, rispondendo ad un bisogno innato che è dentro di voi dalla nascita, il bisogno di fare amicizie, creare comunità, per condividere voi stessi e il vostro mondo”.

“Siamo desiderosi di esplorare la vostra galassia per imparare il vostro linguaggio e il vostro stile di comunicazione”, ha ammesso. “Stiamo lì, con gli occhi spalancati sulle meraviglie, ma portandoci dietro il nostro bagaglio di esperienza in ‘umanità’”.

E’ infatti fondamentale che la comunicazione umana “non si fermi alla ‘connessione’, ma contempli la fisicità e la vicinanza per far nascere la vera amicizia, quella che è alla base del nostro desiderio di connessione”. Quell’amicizia il cui concetto è stato definito da Papa Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2009 “una delle più nobili conquiste della cultura umana”.

“Nelle nostre amicizie e attraverso di esse cresciamo e ci sviluppiamo come esseri umani – ha scritto il Papa –. Proprio per questo la vera amicizia è stata da sempre ritenuta una delle ricchezze più grandi di cui l’essere umano possa disporre. Per questo motivo occorre essere attenti a non banalizzare il concetto e l’esperienza dell’amicizia.”

“Per costruire questa amicizia di cui ci parla il Santo Padre abbiamo imparato che occorre tempo, pazienza, che occorre intimità”, ha constatato monsignor Tighe. “E anche il silenzio, questo silenzio così difficile da trovare oggi, nel quale spesso si manifesta la voce di Dio”.

La Chiesa, ha aggiunto, “non si può ridurre né a un edificio né a un’istituzione”, ma è “prima di tutto il popolo di Dio radunato da Cristo”.

“Definendosi ‘Chiesa’, la prima comunità di credenti in Cristo si riconosce erede di quell’assemblea e in essa Dio ‘convoca’ il suo Popolo da tutti i confini della terra. La Chiesa è pertanto una comunità che vive della comunicazione”.

“Le chiese manifestano dunque nelle varie epoche il desiderio dell’uomo di offrire a Dio una costruzione che rappresenti le potenzialità umane che si esprimono attraverso l’architettura, la pittura, la musica, la scultura e la bellezza”.

“Il momento più alto di questa fioritura artistica è stato senza dubbio il Rinascimento”, ha commentato il presule, segnalando che “l’Umanesimo e il Rinascimento sono stati per l’Europa tappe significative di una profonda evoluzione artistica e culturale”.

“Oggi può rinascere quello stesso spirito che spinse i nostri illustri predecessori a costruire la Cupola di San Pietro, a stampare la Bibbia, a scrutare il cielo per gettare le basi della teoria eliocentrica”, ha aggiunto.

“Oggi voi potete costruire ‘chiese’, comunità di comunicazione, usando i vostri doni, usando la vostra conoscenza della tecnologia”, ha concluso rivolgendosi ai giovani. “Oggi potete essere voi i protagonisti della rinascita umana”.

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ZENIT Staff

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