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1. “Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo” (Rm 15, 13).
Dall’11 al 13 aprile corrente ci siamo riuniti in Vaticano per studiare alcune questioni di maggiore importanza, riguardanti la vita della Chiesa cattolica in Cina.
Gli incontri si sono svolti in un clima di serena e cordiale fraternità e sono stati arricchiti da contributi, che hanno tratto la propria efficacia sia dalla riflessione e dall’esperienza dei Partecipanti sia dalle informazioni e testimonianze qui pervenute dalla Cina.
Mossi dall’amore per la Chiesa in Cina, dal dolore per le prove che state affrontando e dal desiderio di incoraggiarvi, abbiamo approfondito la nostra conoscenza della situazione ecclesiale attraverso una visione panoramica sull’organizzazione e sulla vita delle Circoscrizioni ecclesiastiche nel vostro Paese. Abbiamo constatato il clima generale di disorientamento e di ansietà per il futuro, le sofferenze di alcune Circoscrizioni prive di Pastori, le divisioni interne di altre, la preoccupazione di altre ancora che non hanno personale e mezzi sufficienti per far fronte ai fenomeni di crescente urbanizzazione e di spopolamento delle aree rurali.
Da una lettura dei dati sono emerse, anche, una fede viva e un’esperienza di Chiesa, capaci di dialogare fruttuosamente con le realtà sociali di ciascun territorio. L’azione congiunta di Vescovi, sacerdoti, diaconi, persone consacrate e fedeli laici viene a comporre, nella maggior parte dei casi, un mosaico, nel quale si riflette l’immagine di Cristo e dei suoi molti discepoli. Molte religiose, con spirito di abnegazione e vivendo, non poche volte, in reali ristrettezze economiche, si spendono quotidianamente nella vicinanza alle famiglie, ai giovani, agli anziani e agli ammalati. Varie associazioni curano le opere di carità e di assistenza, facendosi carico delle necessità dei più poveri e di coloro che in questi anni sono stati colpiti da inondazioni e terremoti.
2. Incoraggiamo i Vescovi, insieme con i loro sacerdoti, a conformarsi sempre di più a Cristo Buon Pastore, a provvedere affinché i loro fedeli non manchino dell’insegnamento della fede, a stimolare una giusta operosità e a industriarsi per erigere, laddove mancano e sono necessari, nuovi luoghi di culto e di educazione alla fede e, soprattutto, per formare comunità cristiane mature. Invitiamo ancora i Pastori a curare, con rinnovato impegno ed entusiasmo, la vita dei fedeli, specialmente nei suoi elementi essenziali della catechesi e della liturgia. Esortiamo i medesimi Pastori ad insegnare ai sacerdoti, con il proprio esempio, ad amare, a perdonare e ad essere fedeli. Invitiamo poi le comunità ecclesiali a continuare ad annunciare il Vangelo con fervore sempre più intenso, mentre ci uniamo alla loro gratitudine verso Dio per il battesimo degli adulti, che sarà celebrato nei prossimi giorni pasquali.
3. Ci siamo soffermati in particolare su alcune difficoltà, emerse di recente nelle vostre comunità.
Per quanto riguarda il triste episodio dell’ordinazione episcopale di Chengde, la Santa Sede, in base alle informazioni e alle testimonianze finora ricevute non ha ragioni per considerarla invalida, mentre la ritiene gravemente illegittima, perché è stata conferita senza il mandato pontificio, e ciò rende anche illegittimo l’esercizio del ministero. Siamo inoltre addolorati perché è avvenuta dopo una serie di consacrazioni episcopali consensuali e perché i Vescovi consacranti hanno subito varie costrizioni. Come scrive il Santo Padre nella sua Lettera del 2007, “la Santa Sede segue con speciale cura la nomina dei Vescovi poiché questa tocca il cuore stesso della vita della Chiesa in quanto la nomina dei Vescovi da parte del Papa è garanzia dell’unità della Chiesa e della comunione gerarchica. Per questo motivo il Codice di Diritto Canonico (cfr can 1382) stabilisce gravi sanzioni sia per il Vescovo che conferisce liberamente l’ordinazione episcopale senza mandato apostolico sia per colui che la riceve: tale ordinazione rappresenta infatti una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina canonica. Il Papa, quando concede il mandato apostolico per l’ordinazione di un Vescovo, esercita la sua suprema autorità spirituale: autorità ed intervento, che rimangono nell’ambito strettamente religioso. Non si tratta quindi di un’autorità politica, che si intromette indebitamente negli affari interni di uno Stato e ne lede la sovranità” (n. 9).
Le pressioni e le costrizioni esterne possono fare sì che non si incorra automaticamente nella scomunica. Resta tuttavia una ferita, provocata al corpo ecclesiale. Ogni Vescovo coinvolto è, pertanto, tenuto a riferire alla Santa Sede e a trovare il modo di chiarire la propria posizione ai sacerdoti e ai fedeli, professando nuovamente la fedeltà al Sommo Pontefice, per aiutarli a superare la loro sofferenza interiore e per riparare lo scandalo esterno, che è stato causato.
Siamo vicini a voi in questi momenti difficili. Invitiamo i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici a comprendere le difficoltà dei propri Vescovi, ad animarli, a sostenerli con la solidarietà e con la preghiera. Per tutti sarà, certamente, di conforto quanto il Papa scrive nella sua Lettera: “Sono consapevole delle gravi difficoltà, alle quali dovete far fronte [..] per mantenervi fedeli a Cristo, alla sua Chiesa e al Successore di Pietro. Ricordandovi che — come già affermava san Paolo (cfr Rm 8, 35-39) — nessuna difficoltà può separarci dall’amore di Cristo, nutro la fiducia che saprete fare tutto il possibile, confidando nella grazia del Signore, per salvaguardare l’unità e la comunione ecclesiale anche a costo di grandi sacrifici” (n. 8).
4. Per quanto riguarda l’8ª Assemblea Nazionale dei Rappresentanti Cattolici, sono illuminanti, ancora una volta, le parole del Santo Padre: “Considerando « il disegno originario di Gesù », risulta evidente che la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei Vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale, non corrisponde alla dottrina cattolica, secondo la quale la Chiesa è « apostolica », come ha ribadito anche il Concilio Vaticano II. […] Anche la dichiarata finalità dei suddetti organismi di attuare « i principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa », è inconciliabile con la dottrina cattolica” (n. 7).
5. La scelta di Pastori per la guida delle numerose diocesi vacanti è un’urgente necessità e, al tempo stesso, fonte di viva preoccupazione. La Commissione si augura vivamente che non ci siano nuove ferite alla comunione ecclesiale, e chiede al Signore forza e coraggio per tutte le persone coinvolte. Al riguardo, si deve tener presente anche quanto il Papa Benedetto XVI ha scritto: “La Santa Sede amerebbe essere completamente libera nella nomina dei Vescovi; pertanto, considerando il recente cammino peculiare della Chiesa in Cina, auspico che si trovi un accordo con il Governo per risolvere alcune questioni riguardanti sia la scelta dei candidati all’episcopato sia la pubblicazione della nomina dei Vescovi sia il riconoscimento — agli effetti civili in quanto necessari — del nuovo Vescovo da parte delle Autorità civili” (n. 9). Facciamo nostri questi desideri e guardiamo con trepidazione e con timore al futuro: sappiamo che esso non è interamente nelle nostre mani e lanciamo un appello affinché i problemi non crescano e le divisioni non si approfondiscano, a scapito dell’armonia e della pace.
6. Nell’esame della situazione delle Circoscrizioni sono emerse anche alcune difficoltà a proposito dei loro confini. Al riguardo, si è riconosciuta la necessità di prendere atto delle mutate condizioni, rispettando la normativa ecclesiastica e tenendo sempre presente quanto si legge nella Lettera pontificia ai cattol
ici in Cina: “Numerosi cambiamenti amministrativi sono avvenuti, in campo civile, durante gli ultimi cinquant’anni. Ciò ha coinvolto anche diverse circoscrizioni ecclesiastiche, che sono state eliminate o raggruppate oppure sono state modificate nella loro configurazione territoriale in base alle circoscrizioni amministrative civili. A questo proposito desidero confermare che la Santa Sede è disponibile ad affrontare l’intera questione delle circoscrizioni e delle province ecclesiastiche in un dialogo aperto e costruttivo con l’Episcopato cinese e – in quanto opportuno e utile – con le Autorità governative” (n. 11).
7. Ci siamo, infine, soffermati sul tema della formazione dei seminaristi e delle religiose, dentro e fuori della Cina. Abbiamo considerato le difficoltà che i seminaristi incontrano sia per i loro studi all’estero sia nella loro vita di seminario, apprezzando anche esempi di coraggio e di pazienza. Si è, inoltre, constatato la necessità di utilizzare ulteriori e più efficaci strumenti per favorire la formazione permanente del clero. Abbiamo notato con piacere che le comunità cattoliche in Cina organizzano, al loro interno, iniziative per scopi di formazione. Per tutti risulta opportuno offrire proposte educative che sviluppino in modo integrale la personalità umana e cristiana dei diversi soggetti.
8. Auspichiamo che il dialogo sincero e rispettoso con le Autorità civili aiuti a superare le difficoltà del momento attuale, perché anche le relazioni con la Chiesa cattolica contribuiscano all’armonia nella società.
9. Abbiamo appreso con gioia la notizia che la diocesi di Shanghai può avviare la causa di beatificazione di Paolo Xu Guangqi, che si aggiunge a quella di Padre Matteo Ricci, S.I.
10. Per superare le situazioni difficili di ogni comunità, la preghiera sarà di grande aiuto. Si potranno organizzare varie iniziative, che vi aiuteranno a rinnovare la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, affinché l’unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile. Nel contempo vi assicuriamo della nostra preghiera quotidiana, in modo particolare per coloro, che affrontano gravi difficoltà di diverso genere, e per tutti i malati e i sofferenti della vostra Nazione.
11. Nell’incontro avvenuto al termine della Riunione Plenaria, Sua Santità ha riconosciuto il desiderio di unità con la Sede di Pietro e con la Chiesa universale che i fedeli cinesi non cessano di manifestare, pur in mezzo a molte difficoltà e afflizioni. La fede della Chiesa, esposta nel Catechismo della Chiesa Cattolica e da difendere anche a prezzo di sacrifici, è il fondamento sul quale le comunità cattoliche in Cina devono crescere nell’unità e nella comunione.
Il Santo Padre ha richiamato, poi, l’importanza della formazione, in particolare quella spirituale, perché la vita interiore del cristiano, educata alla preghiera personale e liturgica, faccia fronte alle sfide del momento attuale. Infine, affidando l’intero gregge dei fedeli cinesi all’intercessione di Maria Santissima, Regina della Cina, ha rinnovato il pressante invito a tutta la Chiesa a dedicare il giorno 24 maggio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, alla preghiera per la Chiesa in Cina.