di Habeeb Mohammed Hadi Al-Sader*

ROMA, martedì, 29 marzo 2011 (ZENIT.org).- La Vergine, la retta, la pia, la pura, colei che intercede: questi sono i nomi che le si addicono e che hanno affinato le mie orecchie sin da quando ero bambino. Sono stati gradevoli ai miei pensieri, accompagnandomi nella mia crescita, così che si sono modellati su di essi fino a che una volta cresciuto, sono partito per seguire le sue orme, le orme della Vergine contemplando la sua vita. Tale percorso mi ha colmato di ascesi e di splendori e aromi spirituali. Ed ogni volta che mi sento stanco, vengo a te  – madre di Gesù – supplice per trovare riparo al tuo cospetto e mi sciolgo nell’amore lasciandomi alle spalle, la stanchezza, il malessere, il fastidio. E quando la mia anima geme, ecco che mi appare il tuo angelico volto che subito semina nella mia anima la speranza e rimuove dal mio cuore il dolore e la disperazione.

Ecco, o Vergine, siamo venuti da te nel grande giorno della tua annunciazione, spargendo il nostro affetto nel giardino della tua bontà, assaggiando il tuo buon pane, scuotendo il tronco del tuo ricordo memorabile affinché cadano l’amore e la purezza, datteri apostolici che promuovono l’aroma della virtù e l’unzione con doti speciali. Quante volte abbiamo tratto dalla tua storia lezioni di pazienza e perseveranza nella fede. Dalle costole al cuore, quanto ha fatto vibrare l’animo al solo pronunciarlo, il tuo nome (Mariam), al cui suono l’udito e la vista si appagano. La sua evocazione riassume una volontà atavica, decisa dagli angeli del cielo e sorregge un movimento apostolico realizzato per tutta l’umanità e la sua salvezza. Da tale progetto celestiale che ti ha coinvolta non c’era alcun modo di rimanere esclusi, anche la tua nascita è stata miracolosa perché inscritta in esso. Tua madre (Henne) era vecchia e sterile e mentre era sotto l’ombra dell’albero ha visto un uccello che faceva mangiare i suoi piccoli. È stato così che si è mosso nella sua anima l’istinto materno e l’ha portata a far voto al Signore di dargli un bambino da offrirgli per servire la casa di Dio (Mio Signore, ho consacrato a Te e solo a Te quello che è nel mio ventre. Accettalo da parte mia. In verità Tu sei Colui che tutto ascolta e conosce!). Dio rispose alla sua invocazione facendo in modo che rimanesse incinta e lo fu di Mariam, di lì a poco è poi morto il marito di Henne chiamato Umran.  

 Quando partorì e nacque una femmina, Henne si scusò con il suo Signore perché aveva pregato di avere un bimbo, e dopo aver partorito disse: «Mio Signore, ecco che ho partorito una femmina, ma Allah sapeva meglio di lei quello che aveva partorito. Il maschio non è certo simile alla femmina! L'ho chiamata Mariam e pongo lei e la sua discendenza sotto la Tua protezione contro Satana il lapidato». Dio accolse la sua supplica (con Mariam) e mandò le sue benedizioni per preservare questa neonata per una cosa più grande: «L'accolse il suo Signore di accoglienza bella, e la fece crescere della migliore crescita» (Sura Al Imran 37). Dopo poco tempo morì Henne, così Mariam, diventata orfana di genitori, trovò chi la prese con sé, il profeta Zaccaria, marito della zia materna. Questi si dedicò a lei impartendole una buona educazione e  insegnamenti religiosi facendola crescere onesta, virtuosa, pura, lontana dalle trasgressioni e dai peccati, impegnata nell’obbedienza al suo Signore, giorno e notte. È così che Dio l’ha colmata in abbondanza  di virtù e nutrita ogni giorno inviandole miracolosamente del cibo. “L'affidò a Zaccaria e ogni volta che egli entrava nel santuario trovava cibo presso di lei, e con stupore le chiedeva: «O Mariam, da dove proviene questo?» e lei rispondeva: «Da parte di Allah». Perché in verità Allah dà a chi vuole senza contare”.     

Con l’avanzare dell’età e non potendo più occuparsi di Mariam, Zaccaria si rivolse ai figli di Israele chiedendo loro di prendersene cura, così tirarono a sorte tra di loro. È così che toccò al cugino materno, Giuseppe il falegname, che si impegnò a prendersi cura di lei finché non divenne ragazza, si mise il velo e si staccò dalla gente, e anche Giuseppe le porgeva le sue cose da dietro la cortina. “Ricorda Mariam nel Libro, quando si allontanò dalla sua famiglia, in un luogo ad oriente. Tese una cortina tra sé e gli altri” (Sura Mariam 16-17), “E quando gli angeli dissero: «In verità, o Mariam, Allah ti ha eletta; ti ha purificata ed eletta tra tutte le donne del mondo. O Mariam, sii devota al tuo Signore, prosternati e inchinati con coloro che si inchinano» (Sura Al Imran 42-43). In verità, così facendo, Dio onnipotente ha voluto preparare il clima adatto per questa Vergine, per un parto che avrebbe cambiato la storia intera: “« Le inviammo il Nostro Spirito, che assunse le sembianze di un uomo perfetto». Disse [Mariam]: «Mi rifugio lontano da te, presso il Compassionevole, se sei [di Lui] timorato!».  Rispose: «Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro».  Disse: « Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?».  Rispose:« È così. Il tuo Signore ha detto: «Ciò è facile per Me? Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita»” (Sura Mariam 17-21). Così è stata l’annunciazione eterna. 

E il Qur’an riporta le fatiche che Mariam ha sopportato dal concepimento. Racconta come si è dovuta nascondere dagli occhi della sua gente affinché non si vedesse la sua pancia crescere, continua riportando come il dolore del parto l’abbia condotta, sola, senza alcuno che la potesse aiutare, al tronco della palma, e, con le lacrime che riempivano i suoi occhi, diceva: “«Fossi morta prima di ciò e fossi già del tutto dimenticata» (Sura Mariam 23). Ma Dio ha avuto cura di lei dicendole: «Scuoti il tronco della palma, lascerà cadere su di te datteri freschi e maturi. Mangia, bevi e rinfrancati. Se poi incontrerai qualcuno, dì :«Ho fatto un voto al Compassionevole e oggi non parlerò a nessuno»” (Sura Mariam 25-26). Dio onnipotente aveva già affidato a Gesù la difesa di Mariam davanti alla sua gente per salvare la madre dalle false accuse, infatti nella culla diceva: “« In verità sono un servo di Allah. Mi ha dato la Scrittura e ha fatto di me un profeta. Mi ha benedetto ovunque sia e mi ha imposto l'orazione e la decima finché avrò vita, e la bontà verso colei che mi ha generato. Non mi ha fatto né violento né miserabile.  Pace su di me il giorno in cui sono nato, il giorno in cui morrò e il giorno in cui sarò resuscitato a nuova vita»” (Sura Mariam 30-33).

E i racconti riportano che quando Mariam ricevette  la visita dell’angelo Gabriele, fu  informata che alla sua parente Elisabetta, moglie di Zaccaria, che era vecchia e sterile, Dio aveva concesso una gravidanza, ed era già al sesto mese ed avrebbe partorito un bimbo profeta, il suo nome sarebbe stato Giovanni. Il Nuovo Testamento ha indicato il luogo dell’annunciazione (Nazareth) e il luogo del parto  (Betlemme) e si racconta che Mariam, una volta divenuto grande suo figlio Gesù, migrò con lui e con Giuseppe in Egitto per paura del sistema politico di quel tempo; rimase poi sempre accanto a Gesù fino alla sua morte per poi scomparire nel corso della resurrezione. Ma il Nuovo Testamento e il Corano concordano sul fatto che Mariam provenga dalla  stirpe di Davide e la sua annunciazione venga da Dio e il suo concepimento sia frutto dello spirito di Dio e le prove dell’avvenuto concepimento e le paure del ripudio da parte della famiglia l’hanno condotta a lasciare la casa per partorire in un posto sicuro. Entrambi le hanno attribuito nomi e descrizioni sublimi che nessuna altra donna ha mai avuto. I racconti discordano solo lì dove il Qur’an non racconta della circoncisione al tempio, né della fuga in Egitto con Giuseppe come neanche racconta che Mariam abbia mai accompagnato Gesù mentre predicava.< /p>

L’importanza di Mariam nell’Islam è grande. Tutti i musulmani la guardano con rispetto riconoscendone la santità, dal momento che Dio l’ha tratta dalla generazione dei profeti e per questo scelta per far nascere il suo profeta, Gesù (su di lui la pace), senza il contributo di alcun uomo. È la Signora delle donne del mondo e Dio le ha dedicato una Sura nel Qur’an, la Sura Mariam, in cui ricorre il suo nome per ben 34 volte. E i musulmani, parlando di lei, alla fine aggiungono sempre la dicitura “su di lei la pace”, come anche aggiungono al suo nome quello del figlio per la benedizione e la grandezza. Come avviene nel detto del Profeta: “Non c'è nessun figlio di Adamo che quando nasce non venga toccato da satana, tranne Maria e il Figlio suo”.

Mariam nella lingua araba significa venerare. Si racconta che i primi emigrati musulmani, quando giunsero in Abissinia conobbero il re Najashi che era cristiano, e quando giunsero al suo cospetto Jaafar ibn abi Taleb recitò a memoria la Sura Mariam, suscitando la meraviglia del Re che li comprese meglio dicendo loro: «Questo e ciò che ha detto Gesù escono dalla unica luce».

Sì, signori e signore, al Najashi ha scoperto in quel tempo che il Cristianesimo e l’Islam avevano un unica fonte divina. Ma purtroppo questo oggi non sprona i nostri governi, le organizzazioni, i capi religiosi, la gente di cultura e dei media a muoversi rapidamente per attivare un vero dialogo fruttuoso fondato sulle cose in comune di cui la pia Mariam, come abbiamo visto, è foriera. Guardando al suo profilo si può arrivare ad una visione d’insieme per affrontare le sfide del nostro tempo? E perché i fautori delle grandi decisioni non si accingono a prendere decisioni comuni radicate in una base di valori morali capaci di guidare verso la convivenza pacifica tra le nazioni, i popoli e le culture? Fino a quando l’emorragia provocata dai terroristi, dai fondamentalisti in nome della religione non avrà argini?

Fidatevi – amici miei – ciò che unisce tutti noi, i seguaci di Abramo (su di lui la pace) è molto più di quello che ci allontana. Perciò dobbiamo mettere da parte i disaccordi, tornare sui nostri passi che ci hanno portato a prese di posizioni sbagliate e unire le nostre voci urlanti in un anelito di melodie di amore piene di sincerità e tese all’incontro per un mondo nuovo, dove regni il bene comune e il rispetto reciproco.    

Sono sicuro che se il tempo ci divide in diverse fazioni e le diverse teorie ci allontanano, sarà la tua annunciazione o Vergine Mariam, l’unica che ci metterà d’accordo.

 

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*Habeeb Mohammed Hadi Al-Sader è Ambasciatore dell’Iraq presso la Santa Sede.