La biografia a fumetti del beato Antonio Rosmini

Intervista all’autrice, suor Maria Michela

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 30 marzo 2011 (ZENIT.org).- Tra i grandi protagonisti dell’Unità d’Italia spicca un personaggio la cui fama tra i contemporanei era enorme.

Si tratta del beato Antonio Rosmini, di cui Alessandro Manzoni scrisse: “è una delle sei o sette intelligenze [filosofiche] che più onorano l’umanità”.

Dal canto suo, Benedetto XVI lo ha lodato come una “grande figura di sacerdote” e un “illustre uomo di cultura” che “testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni” e si dedicò con “generoso impegno per quella che egli chiamava ‘carità intellettuale’, vale a dire la riconciliazione della ragione con la fede”. 

In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il ricordo di Rosmini è circolato solo in ambiti limitati, ma l’occasione è propizia per conoscere la storia di un grande italiano che la Chiesa ha riconosciuto come beato.

Tra le iniziative editoriali spicca il fumetto dal titolo “Il mio Rosmini” edito da Fede & Cultura (http://fedecultura.com/Il_mio_Rosmini.aspx).

Si tratta di una biografia a fumetti, in cui si presenta non solo la vita ma anche il pensiero (ascetico, ecclesiale, filosofico, politico…), in forma dialogica, a battute, con diversi personaggi tra cui Pio IX, Carlo Alberto di Savoia, Gabrio Casati, Gioberti, Radetzky, il conte Mellerio, i marchesi Barolo, Manzoni, Tommaseo, don Bosco, Maddalena di Canossa, Newman…

I dialoghi, fedeli ai personaggi e agli ambienti, sono rintracciabili nell’epistolario e nelle opere di Rosmini e nelle testimonianze d’archivio dei contemporanei.

Il libro a fumetti, che si può acquistare nelle librerie cattoliche o presso l’editore Fede & Cultura è stato pubblicato nelle lingue italiana, spagnola, inglese, swahili, ed i proventi derivanti dalla vendita saranno investiti dall’Associazione Amici di Rosmini e altre iniziative di carità.

Per meglio conoscere la storia di Rosmini e gli scopi di questa pubblicazione ZENIT ha intervistato l’autrice suor Maria Michela, rosminiana, laureata in materie letterarie alla Libera Università “Maria SS. Assunta” di Roma.

Suor Maria Michela ha insegnato lettere e religione nelle scuole medie e superiori dal 1970 al 2008 e dedicato il tempo disponibile alla comunicazione su Rosmini. Ne ha scritto alcune biografie ed ha aggiornato linguisticamente alcune sue opere ascetiche, perché non manchi all’uomo d’oggi il suo itinerario spirituale.

Chi è stato Antonio Rosmini?

Suor Maria Michela: Se pensiamo che Antonio Rosmini, uomo di eccezionale conoscenza e di tersa sapienza, nasceva mentre Napoleone si impadroniva dell’Italia (1797), e che morì mentre l’esercito di Cavour combatteva in Crimea perché la questione Italia acquistasse voce in Europa (1855), e se si considera il ribollire sociale, politico, insurrezionale, bellico che caratterizzò l’epoca compresa fra queste due date, bisogna dire che egli fu uno di quegli uomini-dono che Dio puntualmente e a sorpresa manda alla sua Chiesa e al mondo nei tempi più ingarbugliati e drammatici, per offrire luce e metodo ai naufraghi del passato e agli irruenti imprenditori del futuro.

Quale rilevanza aveva nel suo tempo e quale attualità ha oggi?

Suor Maria Michela: Nel suo tempo Rosmini si procurò prestissimo un nome in tutta Europa per la sua abilità nel portare a un unico fuoco tutte le filosofie a lui precedenti, dalle più profonde e venerande alle più povere, frammentarie e contraddittorie, e in quel fuoco, che era la domanda sulla conoscenza, cioè sullo specifico dell’uomo, usando tutti i mezzi della logica, portò all’evidenza la prima verità costitutiva della mente umana. Proprio questa verità iniziale, universale, ricevuta con se stessi, rimise in campo la metafisica, fondò la morale e il diritto universali, e diede regole alla politica (per le società) e alla pedagogia (per la persona). Rosmini veniva insegnato e studiato, lui vivente, nelle università, nei seminari. L’idea dell’essere, prima verità della mente umana, veniva insegnata nei college inglesi. Purtroppo una persecuzione, opera di pochi ma determinati avversari, riuscì a far pronunciare su di lui una pesante condanna teologico-filosofica che interruppe il suo insegnamento e lo escluse dai luoghi di elaborazione della cultura, soprattutto nella Chiesa.

È vero che i suoi libri vennero messi all’Indice? Perché?

Suor Maria Michela: È vero in parte. Nel famoso 1848 Rosmini aveva pubblicato due libri che sarebbero stati la manna di quel momento cruciale di ricerca affannosa e confusa della libertà e della giustizia sociale: “Le cinque piaghe della santa Chiesa”, pieno di amore alla libertà della Chiesa garante di tutte le libertà (che possiamo anche chiamare diritti) dei popoli (cosa che vediamo anche oggi) e “La Costituzione secondo la giustizia sociale”, cioè la sua proposta di Costituzione per lo Stato Pontificio, unica Costituzione che non imitava quella francese, apparentemente libertaria, ma basata ancora sui principi dell’assolutismo e del dispotismo, dal momento che negava la natura trascendente dell’uomo. Gli avversari di questo pensiero veramente liberale si ritrovarono alleati degli avversari filosofici, e tutti insieme procurarono a Rosmini la condanna delle due innovative e profonde opere. Nel 1851 Rosmini si accorse che tutte le sue opere, circa una trentina, erano sotto esame. Ma, superiore alla grettezza degli uomini, continuava a scrivere e a mettere più in luce la verità, secondo la sua serena coscienza e in obbedienza alla consegna di Pio VIII: scrivere! “prendere gli uomini con la ragione e con essa condurli alla religione”. Dopo tre anni di esami, anni su cui pendeva la minaccia di un’altra grave condanna, finalmente giunse il decreto “Dimittantur” di Pio IX: libera circolazione per tutte le opere. Ma dopo la morte di Rosmini gli avversari ripresero decisione e tattica. E nel 1888 ci fu una condanna molto più grave e, nelle conseguenze, più devastante della prima.

Come ha potuto essere proclamato beato? Quali sono le sue virtù eroiche?

Suor Maria Michela: Rosmini risponderebbe che Dio fa tutte le cose nei loro tempi, come gli ha insegnato la Bibbia. I contemporanei di Rosmini lo ritenevano santo; gli stessi avversari non poterono mai attaccare la sua innocenza. Mons. Renato Corti, Vescovo di Novara, che ha presieduto il processo diocesano sulle virtù eroiche e la santità di Rosmini, parla della sua “intattezza battesimale”. E chi ha avuto, come me, da Dio, la grazia di incontrare i poveri rosminiani, umiliati sotto la condanna del loro santo Fondatore, ma fedeli a tutta la sua esperienza di verità e di carità, e ugualmente fedeli alla mano che li colpiva, questi ha avuto anche la grazia di incontrare in loro Rosmini, la sua umiltà, il suo fare il bene perché è bene, la sua pace verso gli accusatori, la sua straordinaria e unica sete di santità. Ma per chi non ha conosciuto Rosmini, per chi non ha potuto conoscerlo a motivo della condanna che lo ha sottratto ai loro occhi e alle loro menti, per chi ha ricevuto solo l’eco dei pregiudizi negativi e di tanta ignoranza su di lui, per questi c’era bisogno di proclamarlo beato: per la sua eroica assimilazione a Cristo nell’obbedienza alla Chiesa, come Cristo si cibava della volontà del Padre, nell’insegnamento della sapienza, come Gesù Maestro, e nella stessa persecuzione, come Gesù Crocifisso e deriso. I “tempi” della Provvidenza sono ora, sono per noi, che stiamo per annegare nella non conoscenza, nel non rispetto di qualsiasi persona, nel sensazionale gonfio di ignora
nte e perciò presuntuosa superficialità, nell’indegnità del vivere e del pensare, nella rivalità che ci fa estranei e nemici gli uni agli altri.

Perché avete pensato di raccontare le storia di Rosmini con un fumetto?

Suor Maria Michela: Prima di tutto desideravo far conoscere semplicemente la sua storia, tanto luminosa, tanto eroica, dipanata su tutti i fattori della vita e della persona, ingiustamente sconosciuta e tenuta oltre i margini. E scrissi una sua biografia per ragazzi, pensando ai miei alunni di scuola media, desiderosi e bisognosi di conoscere il bene e il vero. Poi desiderai dire le stesse cose con un fumetto, in cui le figure rendono evidente la narrazione, e la dialettica dei dialoghi costringe a seguire un preciso ragionamento. Volevo che la costrizione delle figure e dei dialoghi “forzasse ad entrare” chi ha fame e sete di verità e bellezza ma è malato di inedia, di non conoscenza, e non può darsi la forza di uno scatto di desiderio. Ho messo questa idea davanti ai miei superiori e poi davanti a chi ha fondato con me una piccola associazione di volontariato che abbiamo chiamato “Amici di Rosmini”. Ho trovato favore e appoggio. Dal 2004 abbiamo lavorato a produrre questa carità per i nostri giovani, per i ragazzi, ma ci accorgiamo che il fumetto attrae molto anche gli adulti. Nel vuoto di conoscenza di Rosmini, questo è un buon pasto anche per loro, anzi, un facile antipasto che scatena la fame. E per chi conosce Rosmini – quello che si può, un po’ alla volta – gioca la voglia di conoscerlo di più, e tanto più in un piccolo film di carta, a colori, che ci si può godere a casa tranquilli e su cui riflettere a fondo.

Come è stata accolta l’edizione di un fumetto di questo tipo?

Suor Maria Michela: Devo dire che i più pazzi si trovano tra coloro che già conoscono Rosmini, religiosi e laici. In Inghilterra ce ne hanno chieste 5.000 copie, e altrettante le vogliono in Venezuela. Un mio caro confratello se ne è portati due pacchi (112 copie) volando in Kenia. Là è più difficile spedire. Quando si ha del bene, si desidera comunicarlo e diffonderlo, e il fumetto, progettato in italiano, ha subito suscitato il desiderio di averlo in inglese, in spagnolo, in swahili. “Dal nulla viene il nulla” mi diceva una consorella già volata in Cielo. E penso a quei poveri ragazzi diciottenni tenuti all’oscuro di tante verità, di tanto bene morale, ai quali è stato negato addirittura il Battesimo perché devono scegliere da soli. Che cosa scegliere se nella mente non hanno dati? Perciò io dico agli adulti che amano il perché della loro vita e la loro vita, e che si sentono responsabili del bene e della felicità dei ragazzi e dei giovani… dico di diffondere questa storia vera, bella e coinvolgente, di regalarla per i compleanni, per ogni evenienza, per dire: “Mi sei nel cuore, ti ricordo”. Tutti i giovani devono leggerla, tutti i seminaristi, tutti i ragazzi della Cresima… tutti. È il tempo.

In quante lingue avete pubblicato il fumetto in questione?

Suor Maria Michela: Il fumetto è già pubblicato nelle quattro lingue dette sopra (italiano, inglese, spagnolo, swahili), ma non finisce qui. Nell’estate scorsa, al Sacro Monte Calvario di Domodossola, una signora polacca docente all’università di Lublino, solo venendo a sapere che si stava lavorando a un fumetto su Rosmini, si è entusiasmata, ha voluto parlare con me e mi ha chiesto la sceneggiatura. Sta lavorando alla traduzione in polacco. E come questa, altre avvisaglie. Certo noi siamo un’associazione di volontariato, e mettiamo in campo solo le forze che ci restano dopo aver cercato di spenderle bene per i primi doveri. La Provvidenza ha fatto un capolavoro con le nostre piccole forze e desideri di bene, e ci ha procurato l’aiuto di tanti amici e benefattori. Lasciamo ancora il nostro futuro nelle sue mani e al suo ingegnoso cuore amante, e stiamo all’erta.

Antonio Rosmini ha una rilevanza anche per quanto riguarda il Risorgimento e l’Unità d’Italia. Può dirci in breve perché?

Suor Maria Michela: Da cittadino austriaco (nato a Rovereto) i disegni della Provvidenza lo fecero cittadino dell’allora Regno Sardo, abitante a Torino, alla Sacra di San Michele, a Domodossola, a Stresa, legato per stima e carità a san Giovanni Bosco e all’opera di Valdocco, formatore di quelle che il popolo chiamava con compiacimento “le maestre rosminiane”, cioè le Suore della Provvidenza, le quali, fin dal 1832, lavorarono nei primi asili d’infanzia in Torino, a Stupinigi, a Biella e in molti paesi di tutte le aree del Piemonte. Fu anche plenipotenziario di Carlo Alberto di Savoia presso S.S. Pio IX nei frangenti del primo Risorgimento. Proprio in questa missione egli fece la sua proposta politica per l’indipendenza e l’unità d’Italia. A questo proposito il fumetto mette in scena, oltre Carlo Alberto e Pio IX, Radetzsky, Manzoni, Gabrio Casati, Gioberti, Silvio Pellico ecc. tutti interlocutori di Rosmini. Ma… “L’uomo propone e Dio dispone”: tutto l’impegno per produrre questo lavoro, tanta ricerca, tanta professionalità, tanta arte, ci hanno portati a prolungare i tempi previsti e a concludere il progetto alla vigilia della celebrazione dell’Unità d’Italia! Il Cielo ha guardato ben oltre le nostre intenzioni! Il pensiero e l’azione di Rosmini per l’indipendenza e l’unità d’Italia e per “i suoi alti destini” (Rosmini), danno un messaggio purissimo che ha la capacità di rasserenare e di lenire le ferite sopravvenute all’esclusione della sua proposta politica, illuminando l’arduo impegno politico dell’Italia di oggi e degli altri popoli, che vivono forse oggi i loro risorgimenti. Per tutto questo, io sogno che la Regione Trentino-Alto Adige, la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, la Regione Lazio, la Regione Campania, nelle quali visse e agì per l’Italia Rosmini, acquistino copie di questo fumetto per donarlo a studenti, a biblioteche ecc. così da dare corpo a un gesto pertinente e molto positivo che traduca e tramandi degnamente la memoria di questa celebrazione. Come dichiarato in copertina, l’associazione investirà i proventi di questa diffusione per realizzare altre iniziative di carità. “Pensare in grande” diceva Rosmini.

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ZENIT Staff

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