Il Papa concede l'Ecclesiastica Communio al neo Patriarca maronita

Il Patriarca Béchara Boutros Raï si è insediato questo venerdì a Bkerké

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ROMA, venerdì, 25 marzo 2011 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha concesso la “Ecclesiastica Communio” al 77° Patriarca di Antiochia dei Maroniti Béchara Boutros Raï, eletto dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Maronita il 15 marzo scorso per succedere in questo incarico al Cardinale Nasrallah Pierre Sfeir, che ha rassegnato le dimissioni all’età di 90 anni. 

Il nuovo Patriarca, di 71 anni, originario di Himlaya, un vilaggio di montagna a est di Beirut (Libano), è stato designato ufficialmente attraverso una cerimonia svoltasi venerdì 25 marzo, a Bkerké – a 25km a nord di Beirut –, che dal 1790 ospita la residenza ufficiale del Patriarca maronita.

“È motivo d’orgoglio per la Sua Chiesa l’essere unita, fin dalle origini, al Successore di Pietro – ha scritto il Papa nella lettera per la concessione della ‘Ecclesiastica Communio’ in conformità al Codice di Diritto Canonico delle Chiese Orientali –. Pietro è stato chiamato da Gesù a conservare nell’unità, nella verità e nell’amore la sua Unica Chiesa. Seguendo una bella e antica tradizione, il nome di Pietro viene aggiunto a quello del Patriarca”.

Nella lettera il Papa ha auspicato che il nuovo Patriarca possa avere “tutto l’ardore, illuminato dalla saggezza e temperato dalla prudenza, per guidare la Chiesa maronita. Ornata della gloria di san Marone e della schiera dei santi libanesi, san Charbel, san Nimatullah, santa Rafqa e il beato Estéphan, potrà andare incontro al suo Sposo, il nostro Salvatore”.

“Possa il Signore assisterla nel suo ministero di ‘Padre e di Capo’ – ha continuato Benedetto XVI – per proclamare la Parola che salva, affinché sia vissuta e celebrata con misericordia secondo le antiche tradizioni spirituali e liturgiche della Chiesa Maronita! Che tutti i fedeli che le sono affidati trovino consolazione nella sua sollecitudine paterna!”.

“Possa la Santa Madre di Dio, Nostra Signora del Libano – ha quindi concluso –, la Vergine dell’Annunciazione, della quale lei porta il nome di battesimo, fare di lei un messaggero di unità affinché la nazione libanese – grazie anche al contributo di tutte le comunità religiose presenti nel suo Paese e in uno slancio ecumenico e interreligioso – possa svolgere in Oriente e in tutto il mondo il suo ruolo di solidarietà e di pace”.

La Chiesa maronita è una comunità sui iuris in seno alla Chiesa Cattolica, da sempre in comunione con Roma anche se mantiene una liturgia e un calendario propri: celebra la sua liturgia in arabo, eccetto nei canti antichi e nelle preghiere ancestrali dell’Eucaristia per i quali utilizza l’aramaico.

E’ stata fondata da san Marone, vissuto tra il IV e il V secolo come eremita sulle montagne del Tauro, nei pressi di Cirro, un’antica città della Siria settentrionale, che in vita si guadagnò la fama di taumaturgo e godé di una grande reputazione come direttore spirituale.

Oggi la Chiesa maronita conta più di 3 milioni di fedeli ed è presente in Libano, Siria, Egitto, Terra Santa, e nei Paesi della diaspora come Argentina e Australia.

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ZENIT Staff

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