Ritirare il titolo di bellezza Miss Italia Sport? Una mossa saggia

Il commento della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport

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ROMA, martedì, 22 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Miss Italia Sport era solo un frutto amaro della logica di mercato. Che il Comitato olimpico nazionale e l’organizzazione di Miss Italia abbiano deciso di ritirare il titolo dal concorso di bellezza non può che essere ascritto ad una ritrovata saggezza”. E’ stato questo il commento a caldo del presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, Edio Costantini. 

Il Comitato olimpico nazionale (Coni) aveva annunciato di voler contribuire alla creazione di un nuovo titolo di bellezza, interno a Miss Italia, accanto a quelli già esistenti di Miss Cinema e Miss Eleganza. Una proposta a cui poi non ha più voluto dar corso.

In quell’occasione, non appena uscita la notizia, il presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport aveva affermato che quel concorso non avrebbe fatto altro “che avallare il modello culturale dominante di ‘corpo’, asservito al consumo, all’apparenza e al successo”.

“In questo modo – aveva aggiunto – lo sport, inteso solo come cultura del corpo, diventa sempre di più immagine speculare di una società competitiva, agnostica, amorale, fine a se stessa e priva di fini superiori”, mentre “la corporeità racchiude altri valori e lo sport può aiutare a scoprirli”.

Oggi purtroppo, ha constatato Costantini, “il ruolo del business condiziona sempre di più lo sport, che di per sé sarebbe laboratorio di valori e di umanizzazione, imprigionandolo dentro logiche effimere dello spettacolo e della bottega, che gli sono estranee”.

“Dostoevskij – ha aggiunto – aveva sicuramente ragione nell’affermare che ‘la bellezza salverà il mondo’, ma non sarà la bellezza di Miss Italia a salvare la cultura sportiva imperante, sempre più pericolosamente imbastardita dal relativismo”.

“La grande sfida culturale del sistema sportivo italiano – ha detto ancora – deve essere invece quella di ripartire da un’idea precisa di quale uomo e quale donna e soprattutto quale società civile si vuole promuovere con lo sport”.

“Lo sport è allenamento, è sacrificio, è ricominciare mille volte da capo per superare la prova, per saper vincere e saper perdere. Lo sport – ha sottolineato Costantini – deve poter manifestare la bellezza della corporeità, ma senza assecondare culture che ne fanno unicamente uno strumento di seduzione, una lusinga e un inganno”.

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ZENIT Staff

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