Un Cortile dei Gentili per confrontarsi sui temi della vita

Prende il via a Parigi, il prossimo 24 marzo, il dialogo tra credenti e no

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di Mariaelena Finessi

CITTÀ DEL VATICANO, venerdì, 18 marzo 2011 (ZENIT.org).- Due giorni di incontro e di dialogo fra credenti e non credenti, dal 24 al 25 marzo: è così che prende il via, a Parigi – città che più di altre ha ereditato l’Illuminismo – la nuova struttura vaticana del “Cortile dei gentili”, promossa da Benedetto XVI nel dicembre 2009, quando ripropose nel discorso di fine d’anno alla Curia Romana l’immagine del vasto spazio in prossimità del Tempio di Gerusalemme, una volta riservato alle discussioni fra giudei e non giudei.

«Complementare al dialogo interreligioso sviluppatosi da diversi decenni – ha spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, realizzatore del forum e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura -, il Cortile dei Gentili costituisce un impegno a lungo termine della Chiesa». L’obiettivo è contribuire a far sì che i grandi interrogativi dell’esistenza umana, soprattutto quelli di carattere spirituale, siano presi in conto nelle nostre società e dibattuti in una riflessione razionale comune.

Non sarà una “cattedra”, e per questo non avrà un carattere accademico, né avrà una finalità strettamente pastorale o evangelizzatrice. È piuttosto un’iniziativa «lanciata in un orizzonte indiscriminato», ha spiegato Ravasi, «di libertà di interazione» senza «l’obbligo di trovare un minimo comune denominatore». «Allentato il muro di separatezza» che divide chi non ha un’uguale visione del mondo, il dialogo ne uscirà arricchito. «Importante è il dialogo con gli atei “convinti”, perché, come diceva lo scrittore italiano Gesualdo Bufalino, “solo nei veri atei sopravvive la passione per il divino”, mentre Pierre Reverdy scriveva che “ci sono atei feroci che si interessano a Dio più dei credenti”».

«In questa prima fase il dialogo verrà stimolato in forma “alta”, coinvolgendo figure rappresentative dei diversi orizzonti scientifici e culturali, e toccando temi scottanti e fondamentali dell’esistere», ha spiegato il porporato intervenendo questo venerdì mattina in Vaticano alla conferenza stampa di presentazione del “Cortile” che avrà appunto Parigi come sede ideale. Seppure illuminista, la cultura francese ha nelle sue radici il cristianesimo «che continua ad ispirare la vita della nazione» ha tenuto però a precisare dal canto suo l’ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, Stanislas de Laboulaye. Mentre padre Laurent Mazas, direttore esecutivo della neostruttura, ha ribadito la sintonia di vedute con la Chiesa d’oltralpe: «Sin da quando si è avviata la macchina organizzativa, un anno fa, il lavoro è avvenuto in pieno accordo con la Chiesa francese e in particolare con l’arcivescovo di Parigi».

Simbolici i luoghi scelti per l’evento: la Sorbona, l’Istituto di Francia e l’Unesco. Qui, il 24 marzo ci sarà la sessione inaugurale, presieduta dalla Direttrice Generale Irina Bokova, alla quale assisteranno diplomatici e rappresentanti della cultura. Tra i relatori che si avvicenderanno nelle due giornate, anche Giuliano Amato (ex presidente del Consiglio italiano e presidente dell’Istituto Treccani), Jean Vanier (fondatore dell’Arche de Trosly), Patrick Gerard (rettore d’Accademia e cancelliere delle università di Parigi), Jean-Luc Marion (filosofo), Gabriel de Broglie (cancelliere dell’Istituto di Francia) e Remi Brague (membro dell’Académie des sciences morales et politiques).

Venerdì 25 marzo, sono previsti tre colloqui sul tema: “Religione, lume e ragione”, la mattina presso l’Università la Sorbona, e nel pomeriggio presso l’Istituto di Francia e il Collegio dei Bernardini. Poi, la sera, si festeggerà con spettacoli sul sagrato di Notre-Dame e la cattedrale sarà aperta per una veglia. Un momento pensato soprattutto per i giovani, durante il quale un maxischermo trasmetterà un discorso del Papa sul senso e gli obiettivi dell’iniziativa. Dopo Parigi, si punterà al dialogo «con un altro tipo di atei – ha aggiunto Ravasi -, quello degli “indifferenti”, di coloro che si pongono in modo sarcastico, provocatorio. Ma questo secondo movimento verrà attivato più avanti, dopo aver prima percorso tutte le tappe previste da qui al 2013 e che toccheranno, tra le altre, città quali Stoccolma, Praga, Ginevra, Mosca, Chicago e infine Washington».

Convinto che l’incontro tra credenti e non credenti si verifica quando i primi abbandonano l’apologetica feroce e i secondi le profanazioni devastanti, il dialogo rivela i motivi profondi che animano entrambi: per gli uni la speranza, per gli altri l’esitazione. «Credenti e non credenti stanno su territori differenti – ha continuato Ravasi -, ma non si devono rinserrare in un isolazionismo sacrale o laico, ignorandosi o peggio scagliandosi sberleffi o accuse, come vorrebbero i fondamentalisti di entrambi gli schieramenti. Certo, non si devono appiattire le differenze, liquidare le diverse concezioni, ignorare le discordanze. Ognuno ha i piedi piantati in un “cortile” separato, ma i pensieri e le parole, le opere e le scelte possono confrontarsi e persino incontrarsi».

«Ricorrendo a un gioco di parole assonanti (ma non di etimologie), tra Cristiani e Gentili si potrebbe adottare la tecnica del duello in uno scontro all’arma bianca, alla maniera dell’ateo e del gesuita del film “La Via Lattea” di Buñuel. Quello che il Cortile dei Gentili vuole proporre è, invece, un duetto (dal latino duo) ove le voci possono appartenere anche agli antipodi sonori, come un basso e un soprano, eppure riescono a creare armonia, senza per questo rinunciare alla propria identità, cioè, fuor di metafora, senza scolorirsi in un vago sincretismo ideologico».

E quel «simbolo di apartheid e di separatezza sacrale che era il muro del “Cortile dei Gentili” – ha concluso Ravasi – è quindi cancellato». Eliminate le barriere, ristabilita «l’armonia tra i due popoli».

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ZENIT Staff

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