Per sconfiggere le malattie infettive servono “la solidarietà e l'aiuto di tutti”

Mons. Zimowski al Convegno organizzato dall’Associazione “Giuseppe Dossetti”

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ROMA, domenica, 13 marzo 2011 (ZENIT.org).- Di fronte al flagello delle malattie infettive, che colpiscono soprattutto le fasce più povere della popolazione, il cui fisico è già minato da situazioni di indigenza, servono la solidarietà e l’aiuto di tutti.

L’Arcivescovo Zygmunt Zimowski, Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, lo ha ricordato giovedì intervenendo a Roma al Convegno “La rete per le malattie infettive: il Modello del Lazio”, organizzato dall’Associazione Culturale “Giuseppe Dossetti”.

Le malattie infettive, ha riconosciuto il presule, “costituiscono oggi, nel mondo, una delle maggiori cause di morbidità e di mortalità che colpiscono milioni, di persone in particolare i bambini e le donne”.

La situazione, ha aggiunto, “è ancora più preoccupante nei Paesi in via di sviluppo, dove la povertà endemica nonché altri fattori determinanti fanno crescere il rischio di contrarre queste patologie”.

Hiv/Aids, tubercolosi, malaria

Tra le malattie infettive che suscitano più preoccupazione a livello mondiale, monsignor Zimowski ha citato in particolare l’Hiv/Aids, la tubercolosi e la malaria.

“Per la tubercolosi ci sono tutt’ora farmaci efficaci e accessibili universalmente a tutti, ad eccezione della tubercolosi farmaco-resistente”, ha spiegato.

“Per i malati affetti da Hiv/Aids, pur avendo oggi a disposizione farmaci antiretrovirali efficaci, pochi sono quelli che ne possono usufruire nei Paesi poveri”.

La malaria, infine, “pur decimando, ogni anno, oltre due milioni di persone, diventando in molti Paesi la prima emergenza sanitaria, rimane una malattia orfana e continua ad ipotecare lo sviluppo socio-economico di intere popolazioni del pianeta”.

Da ciò, ha rilevato, derivano “la necessità e l’urgenza per la comunità internazionale di adottare delle politiche sanitarie che favoriscano l’accesso universale, soprattutto per i malati più poveri, alle cure sanitarie primarie”.

Solidarietà e azione decisa

Il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, ha ricordato l’Arcivescovo, si interessa tramite la Fondazione “Il Buon Samaritano” – istituita nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II – della situazione dei malati più poveri del mondo, facilitando a questi ultimi l’accesso ai farmaci per la cura di Hiv/Aids, tubercolosi, malaria e altre patologie infettive.

“Tuttavia, i bisogni in questo campo sono immensi e ci vuole la solidarietà e l’aiuto di tutti, in particolare dei Governi e delle Istituzioni internazionali, per fare in modo che il diritto alla salute proclamato già nel 1948 nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo diventi effettivo a beneficio di ogni uomo e di tutti gli uomini”, ha riconosciuto monsignor Zimowski.

“Se i Governi e le Istituzioni internazionali giocano un ruolo fondamentale per rispondere a queste sfide – ha indicato –, le Associazioni, le Organizzazioni, le Confessioni religiose e tutti gli uomini di buona volontà hanno anche loro il diritto ed il dovere di dare un contributo di pensiero, di spiritualità e di azione caritatevole in un approccio di sussidiarietà e di solidarietà”.

Come ha ricordato Papa Benedetto XVI nella sua Enciclica Deus Caritas est, infatti, “l’amore — caritas — sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo”.

Alimentazione

Per quanto riguarda l’alimentazione, ha proseguito il Presidente del dicastero vaticano, “il mondo continua a vivere, sfortunatamente, due situazioni paradossali”.

Da un lato, infatti, “molte sono le persone che si ammalano oggi perché hanno un’alimentazione squilibrata, capace di generare patologie, quali il diabete, le malattie cardiovascolari, ecc.”, dall’altro “ci sono intere popolazioni alle quali mancano generi alimentari di prima necessità determinando situazioni di nutrizione insufficiente ed inadeguata che sono all’origine di diverse patologie”.

“Preoccupante è anche la situazione comportamentale di alcuni soggetti, soprattutto giovani, affetti da bulimia ed anoressia, un vero campanello d’allarme per le famiglie e per la collettività intera”, ha indicato.

Malattie rare

Parlando di malattie rare, monsignor Zimowski ha poi chiesto di riconoscere che “dietro ogni situazione di malattia si trova una persona in carne ed ossa, con una dignità ed un diritto inalienabile alla tutela della sua salute”.

“Non si può, quindi, evocare la questione di numeri per giustificare l’intervento o meno dei sistemi sanitari a favore di persone affette da malattie rare”, ha sottolineato.

“Anche nel caso in cui ce ne fosse una, avrebbe ugualmente il diritto di essere assistita e curata nel modo più adeguato”.

Il presule ha quindi concluso il suo discorso esortando in questo periodo quaresimale a non dimenticare le parole di Gesù: “Ero malato e mi avete visitato” (Mt 25,36).

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ZENIT Staff

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