I cattolici vogliono tornare a fare politica

Presentato il Documento conclusivo della Settimana sociale di Reggio Calabria

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di Chiara Santomiero
 

ROMA, venerdì, 11 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Un cammino che continua”: è questo non solo il titolo ma anche il senso del Documento conclusivo della 46ma Settimana sociale dei cattolici italiani di Reggio Calabria presentato questo venerdì a Roma alla stampa.

Obiettivo del documento, infatti, ha spiegato mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato scientifico ed organizzatore delle Settimane sociali è “allargare ulteriormente la riflessione compiuta a Reggio Calabria, così come nel cammino preparatorio, sull’impegno concreto della Chiesa per il bene comune”.

Il coinvolgimento di centinaia di delegati delle diocesi italiane e di associazioni e movimenti laicali rappresenta allora non solo “un elemento caratterizzante l’assise di Reggio Calabria” ma anche “un metodo di discernimento comunitario affidato alle chiese locali perché facciano altrettanto”.

“Su questa strada – ha concordato Edoardo Patriarca, consigliere del Cnel e segretario del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali – si stanno già muovendo numerose diocesi ed associazioni che stanno avviando esperienze di ‘laboratori per il bene comune’”.

“E’ emerso con grande convinzione – ha affermato Patriarca rispondendo a una domanda di ZENIT su quali siano oggi alcuni degli orientamenti condivisi dai cattolici italiani – il desiderio di tornare a fare politica”. Non “un popolo di Dio riottoso e titubante”, ha assicurato Patriarca, ha accolto l’invito di Benedetto XVI per una nuova generazione di politici cattolici ma, al contrario, “un laicato che esprime una convinzione davvero condivisa a recuperare la vocazione alla politica”, e capace di “uscire dalla paura di scelte plurali”.

Grande concordanza c’è, in merito all’educare – uno dei 5 ambiti di riflessione dei lavori di Reggio Calabria – sull’attenzione da dare al “mondo degli adulti e al sostegno della funzione educante di genitori e docenti”.

Un’altra idea largamente condivisa dai cattolici presenti alla Settimana sociale dello scorso ottobre è che “il Paese per tornare a crescere deve investire sulla vocazione imprenditoriale”. Superata una certa visione degli scorsi decenni che “identificava nell’impresa un luogo di diseguaglianze” va invece accolta “la lezione della Caritas in veritate che vede nell’impresa un soggetto del bene comune”. Senza dimenticare, infatti “le ragioni del lavoro, va sottolineato che il lavoro stesso si difende inventandolo e costruendolo insieme”.

Va, infine sottolineata, la questione dell’immigrazione. “A Reggio Calabria – ha affermato Patriarca – sono emerse entrambe le linee dell’accoglienza e del ‘realismo’ che chiede di predisporre delle condizioni per la stessa accoglienza, ma c’è concordanza sull’idea del riconoscimento dei diritti di cittadinanza”. In merito è emersa “una grande maturità e consapevolezza che farà bene al Paese”.

Trasversale a tutte le questioni è, secondo Patriarca, “la rilevanza della questione antropologica intesa come premura prioritaria verso la persona e la famiglia”.

“Il testo conclusivo della Settimana sociale – ha sottolineato Franco Pasquali, segretario generale di Coldiretti e membro del Comitato scientifico e organizzatore – è un documento di prospettiva che non intende rispondere, anche per il suo articolato iter preparatorio, a delle contingenze immediate ma offrire delle chiavi di lettura della realtà del nostro Paese”. Fondamentale, in questa prospettiva è “la sottolineatura del concetto di bene comune affidato non solo ai soggetti istituzionali ma a tutti i soggetti della società civile per una rinnovata partecipazione alla vita dei territori nei quali vivono”.

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ZENIT Staff

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