Mons. Betori ai sacerdoti: leggete il “testamento spirituale” di Shahbaz Bhatti

L’Arcivescovo di Firenze chiede di darne lettura durante la Messa

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ROMA, giovedì, 10 marzo 2011 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, ha chiesto in una lettera al clero fiorentino di leggere sabato e domenica prossimi, durante la Messa, il testamento spirituale di Shahbaz Bhatti, il Ministro pakistano per le Minoranze Religiose ucciso nei giorni scorsi a Islamabad.

“Carissimi sacerdoti”, scrive monsignor Betori, “ritengo doveroso che nelle nostre comunità cristiane non venga lasciata cadere la testimonianza offerta dal Ministro pakistano Shahbaz Bhatti”.

Nell’Angelus di questa domenica, anche Papa Benedetto XVI ha ricordato il Ministro, chiedendo a Cristo che il suo “commovente sacrificio della vita” “svegli nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità”.

Monsignor Betori ha disposto che “in tutte le Sante Messe che verranno celebrate nella nostra Arcidiocesi fiorentina sabato pomeriggio 13 e domenica 14 marzo, prima domenica del tempo di Quaresima, venga letto ai fedeli il ‘testamento spirituale’ di Shahbaz Bhatti”.

“Lo potrete fare al termine dell’omelia o, se lo giudicherete più opportuno, al termine della celebrazione, prima della benedizione finale”, ha spiegato.

“Lo ritengo un giusto omaggio a una così limpida figura di testimone della fede e un contributo importante per la crescita della nostra Chiesa nella fedeltà al Vangelo e alla persona di Gesù”.

Nel suo testamento spirituale, Bhatti scriveva: “Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo”.

“Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita”.

“Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire”, sottolineava il Ministro.  “Finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri”.

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ZENIT Staff

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