Dopo gli episodi drammatici del 2007 e del 2008, la comunità locale torna a sprofondare nella paura. Alcune fonti locali hanno riferito all’agenzia vaticana Fides che dal mese di dicembre i tribali cristiani del distretto di Malkangiri hanno subito ripetuti attacchi.
Negli ultimi trenta giorni, in particolare, le aggressioni si sono intensificate, registrando oltre 10 episodi durante i quali sono stati feriti vari fedeli, tra cui donne incinte e bambini.
Il pastore Vijay Purusu, della Chiesa evangelica “Betel Church”, ha affermato che i cristiani sono stati attaccati e percossi in attacchi notturni. Almeno quattro famiglie, terrorizzate, hanno abbandonato la propria abitazione.
Negli attacchi del 2007-2008 nell’Orissa, Stato della zona centro-orientale dell’India, sono state distrutte oltre 6.600 case di cristiani. Gli sfollati sono stati più di 56.000.
I recenti episodi di violenza sono opera dello stesso gruppo di allora, il movimento di militanti fondamentalisti indù “Rashtriya Swayamsevak Sangh” (RSS), rimasto impunito per le devastazioni provocate tre anni fa.
Le segnalazioni che i cristiani hanno fatto alla polizia nelle ultime settimane non hanno avuto risposta, e non sono state intraprese azioni ufficiali per porre fine agli assalti.
“Gli attacchi sono motivati dal fatto che gli indù continuano a disprezzare e invidiare l’ottimo lavoro compiuto dai cristiani in campo sociale, sanitario e assistenziale”, hanno affermato le fonti di Fides.
In questo contesto, l’All India Christian Council (AICC) ha inviato un memorandum al Ministro dell’Interno dell’Unione Indiana, P. Chidambaram, e al Primo Ministro dello Stato dell’Orissa, Naveen Patnaik, chiedendo di istituire una “National Investigation Agency” per dimostrare le responsabilità della rete estremista indù “Sang Parivar” negli attacchi del 2008.
La violenza, ad ogni modo, non è confinata allo Stato dell’Orissa.
Il 1° febbraio scorso a Jaipur, nel Rajastan (India nord-occidentale), un pastore cristiano è stato preso di mira da alcuni giovani estremisti indù in motocicletta, che lo hanno insultato, spogliato e percosso, costringendolo a percorrere oltre 5 chilometri nudo lungo la strada principale della città.
Nonostante la denuncia alla polizia, finora nessuno dei colpevoli è stato arrestato.