Esercizi spirituali in Vaticano: Giovanni Paolo II e la teologia dei santi

Dal 13 al 19 marzo, le meditazioni saranno di padre François-Marie Léthel

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ROMA, martedì, 8 marzo 2011 (ZENIT.org).- Da domenica 13 fino a sabato 19 marzo, si terranno in Vaticano, gli Esercizi spirituali alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI e della Curia romana. Le meditazioni saranno proposte dal Padre François-Marie Léthel, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, professore alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum, Prelato Segretario della Pontificia Accademia di Teologia, sul tema: “La luce di Cristo nel cuore della Chiesa – Giovanni Paolo II e la Teologia dei Santi”. 

Gli Esercizi iniziano alle ore 18.00 nella Cappella “Redemptoris Mater” del Palazzo Apostolico, con la Celebrazione dei Vespri, la meditazione introduttiva, l’Adorazione e la Benedizione Eucaristica.

Ogni giornata verrà scandita dalla celebrazione delle lodi alle 9, seguita da una meditazione; alle 10.15 ci sarò la celebrazione dell’ora media e una seconda meditazione; alle 17 una terza meditazione, seguita alle 17.45 dalla recita dei Vespri, dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Nell’ultima giornata, che coincide con la solennità di san Giuseppe, alle 9 verranno celebrate le lodi, seguite dalla meditazione conclusiva.

Durante la settimana saranno sospese tutte le udienze pontificie, compresa quella generale di mercoledì 16 marzo.

In un libretto pubblicato dalla Prefettura della Casa Pontificia – che riporta il calendario dettagliato delle giornate e una cronologia dei predicatori degli esercizi spirituali in Vaticano (dai gesuiti Giovanni Oldrà e Alessio Magni, nel 1925, al salesiano Enrico dal Covolo, lo scorso anno) – padre Léthel spiega il tema scelto quest’anno e sottolinea che si tratta di una ideale preparazione, nello spirito di conversione quaresimale, alla beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo 1° maggio.

Il religioso – secondo quanto riferito da “L’Osservatore Romano” – ricorda che Papa Wojtyła “è stato inseparabilmente un pastore, un missionario, un mistico, un pensatore e un poeta. Formato alla scuola dei santi (specialmente san Luigi Maria di Montfort, san Giovanni della Croce e san Tommaso), ha dato nel suo Pontificato un nuovo posto ai santi, considerati non solo come esempi di perfezione cristiana, ma come i migliori teologi, cioè conoscitori di Dio, anche se non avevano studiato la teologia accademica”.

Léthel cita in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica e, soprattutto, la proclamazione di santa Teresa di Lisieux a dottore della Chiesa “come esperta della scientia amoris”. Proprio in quella occasione Giovanni Paolo II — ricorda il predicatore — ha accostato santa Teresa a un’altra donna dottore della Chiesa, santa Caterina da Siena, definita “rappresentante eminente della teologia vissuta dei santi” e “considerata accanto all’indagine teologica, cioè alla teologia pensata di cui parlava l’Enciclica Fides et Ratio citando l’esempio di due altri grandi dottori della Chiesa: sant’Anselmo e san Tommaso, maestri della scientia fidei, della fides quaerens intellectum”.

Dopo Giovanni Paolo II, nota il religioso, Benedetto XVI “non ha smesso di sviluppare questa teologia dei santi in modo continuo nelle sue catechesi al Popolo di Dio, ma anche proponendola ai teologi (1° dicembre 2009) e ai sacerdoti (10 giugno 2010). È evidentemente una delle linee fondamentali del suo Magistero. I Santi infatti ci aiutano a riscoprire inseparabilmente la ‘grande ragione’ e il ‘grande amore’, a non soccombere alla tentazione del relativismo, caratterizzato invece dalla ‘piccola ragione’, dal ‘pensiero debole’ e anche dall’amore debole”.

Durante gli esercizi, spiega ancora Léthel, i santi saranno il punto di riferimento a cui guardare e la voce da ascoltare, con particolare attenzione rivolta alle donne. Un’immagine, a suo giudizio, rende bene l’idea di questo guardare ai santi: quella del Giudizio universale del Beato Angelico, che si trova nel museo di San Marco di Firenze — riprodotto è anche sulla copertina della pubblicazione della Prefettura della Casa Pontificia — dove i santi “si danno la mano e ci danno la mano, facendoci entrare in questo meraviglioso ‘girotondo’”.

Tra le figure che verranno prese in considerazione, ci saranno due santi particolarmente cari a Giovanni Paolo II: Luigi Maria Grignion de Montfort, ispiratore del suo motto Totus tuus, e Teresa di Lisieux, che sarà la voce dominante degli esercizi: “Dottore della scientia amoris – spiega Léthel – la piccola Teresa dà la mano ai due grandi dottori della scientia fidei, sant’Anselmo, il teologo della Croce, e san Tommaso, il teologo della luce di Cristo”.

Altre due figure di santità al femminile saranno oggetto di riflessione: Caterina da Siena, “nel suo impegno per la riforma della Chiesa, profondamente ferita dal peccato delle sue membra”, e Giovanna d’Arco, “nella sua passione e morte per colpa di sacerdoti e teologi”. Alla figura di quest’ultima si è ispirato Charles Péguy per il Mistero della sua carità, vera e propria “teologia poetica della comunione dei santi e della speranza”.

Dopo tre consacrate nella verginità, padre Léthel propone una sposa e madre di famiglia, Concepción Cabrebra de Armida, grande mistica del XX secolo, dichiarata venerabile da Giovanni Paolo II nel 1999: donna che “ci offre un’altissima dottrina riguardo alla maternità con la sua duplice esperienza di maternità naturale e di maternità spirituale”.

Per ricordare il posto che i laici e, in particolare, i giovani avevano nel cuore di Papa Wojtyła, verrà poi presentata una giovane laica, la beata Chiara Luce Badano, che è morta nel 1990, ad appena 18 anni, offrendo le sue sofferenze per il Papa, i giovani e tutto il mondo. Infine, il predicatore chiuderà gli esercizi con le figure di san Giuseppe, Redemptoris custos, e del venerabile Giuseppe Quadrio, sacerdote e teologo salesiano, morto nel 1963 dopo una vita trascorsa al servizio degli studi e dell’insegnamento.

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ZENIT Staff

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