Cattolici pakistani: chi ci difenderà ora?

Dopo l’assassinio di Shahbaz Bhatti sono “oppressi, repressi e depressi”

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ROMA, martedì, 8 marzo 2011 (ZENIT.org).- Per l’Arcivescovo Lawrence Saldanha di Lahore (Pakistan), dopo la morte del Ministro Shahbaz Bhatti le minoranze religiose del Paese, private di un “grande leader”, sono “oppresse, represse e depresse”.

Il presule ha affermato che l’omicidio del Ministro Federale per le Minoranze ha mostrato come i partiti religiosi estremisti stiano guadagnando terreno su un Governo “molto debole”.

L’Arcivescovo, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Pakistan, ha confessato che i 2,5 milioni di cristiani del Paese sono ora sempre più esposti alla violenza e alle intimidazioni da parte di persone “la cui mentalità si sta concentrando progresssivamente su una forma estremista di islam”.

“L’omicidio di Shahbaz Bhatti significa che abbiamo perso un grande leader della nostra comunità, che è stato al nostro fianco e ha articolato le preoccupazioni e le paure della nostra gente”, ha detto l’Arcivescovo Saldanha parlando da Lahore all’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). “Ora non abbiamo un leader”.

“La nostra gente è piuttosto depressa”, ha confessato il presule. “Teme per il futuro, più di prima”.

“Le persone si percepiscono come cittadini di seconda classe. Non possiamo parlare. Ci sentiamo oppressi, repressi e depressi”.

Accusando il Governo di aver fallito nell’opporsi in modo efficace al fondamentalismo, ha affermato che la situazione ora è “precaria”.

“I partiti religiosi hanno esercitato grande pressione sul Governo, che è molto debole e non può opporsi alla minaccia dell’estremismo”.

Il presule ha quindi descritto Bhatti come “un uomo di grande integrità che aveva le sue opinioni e vi restava fedele”, e ha aggiunto di dubitare fortemente che chiunque gli succeda avrà lo stesso coraggio e la stessa determinazione nella difesa dei diritti delle minoranze.

Bhatti è stato ucciso a Islamabad. Alcuni uomini a volto coperto gli hanno sparato mentre lasciava la casa della madre per recarsi a una riunione di gabinetto.

I leader cattolici hanno sottolineato come la morte di Bhatti sia un duro colpo a meno di due mesi dall’assassinio di Salman Taseer, Governatore dello Stato del Punjab, da parte della sua guardia del corpo.

Entrambi si erano espressi contro le leggi sulla blasfemia, che impongono condanne a morte o pena dell’ergastolo in casi di mancanza di rispetto per il profeta Maometto e il Corano.

L’Arcivescovo Saldanha ha anche descritto l’aumento delle misure di sicurezza per gli edifici cristiani, affermando che la sua Cattedrale del Sacro Cuore di Lahore è sotto sorveglianza da parte della polizia con telecamere, barriere di cemento, sacchi di sabbia e mura perimetrali. “Sembra Fort Knox”, ha commentato.

Quanto ai fedeli, ha dichiarato che sono “molto determinati”. “Hanno sofferto per secoli. Per loro non è niente di nuovo”. “Andiamo avanti con la grazia di Dio”.

Il presule ha quindi concluso chiedendo preghiere e azione, soprattutto a organizzazioni come ACS.

“Abbiamo bisogno di persone che vogliano sostenere le vittime della violenza perché possano essere libere dalla paura e dalla minaccia di ulteriori attacchi”, ha affermato.

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ZENIT Staff

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