Quale pastorale giovanile nel sud-est europeo?

I presidenti degli episcopati della regione si incontrano a Cipro

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ROMA, lunedì, 7 marzo 2011 (ZENIT.org).- “Radicati in Cristo. Saldi nella fede. La pastorale giovanile nel sud-est Europa” è stato il tema dell’XI incontro dei presidenti delle Conferenze Episcopali del sud-est Europa, svoltosi a Nicosia (Cipro) dal 3 al 6 marzo su invito di monsignor Youssef Soueif, Arcivescovo di Cipro dei maroniti.

Le Conferenze Episcopali rappresentate erano sette: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Grecia, Romania e la Conferenza Episcopale Internazionale Ss. Cirillo e Metodio, insieme alla Diocesi di Chisinau (Repubblica Moldova).

Hanno partecipato anche il Nunzio Apostolico a Cipro, monsignor Antonio Franco, il Patriarca latino di Gerusalemme, Sua Beatitudine Fouad Twal, l’Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo, monsignor Aldo Giordano, e vari esperti.

L’incontro è stato scandito da momenti di preghiera e da incontri con le diverse comunità cattoliche locali, con i consacrati e i giovani. Ha inoltre avuto una dimensione ecumenica con la visita al Metropolita Georgios di Pafos e la comunicazione del Metropolita Isaias di Tamassou sulla realtà dei giovani ortodossi a Cipro.

I partecipanti hanno poi incontrato il Presidente della Repubblica di Cipro, Dimitris Christofias.

La riunione, ricorda un comunicato emesso al termine dell’incontro, è stata anche “un’occasione per ricordare ed affidare alla misericordia del Signore il Vescovo Luigi Padovese, già Presidente della Conferenza Episcopale della Turchia, che era solito partecipare a queste riunioni, barbaramente ucciso nel giugno scorso”.

Allo stesso modo, “i partecipanti hanno voluto esprimere la loro solidarietà e comunione con la Chiesa in Turchia e con tutte le Chiese che soffrono”.

Invito ai giovani

La parte tematica è stata sviluppata a partire dagli interventi di don Eric Jacquinet, Responsabile della Sezione Giovani del Pontificio Consiglio per i Laici, e don Francesco Pierpaoli, Direttore del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, a cui sono seguiti i rapporti delle singole Conferenze Episcopali.

Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno voluto rivolgere ai giovani cattolici dei Paesi del sud-est europeo un “pressante invito”, ricorda la nota finale.

“Cari giovani cattolici, anche se siete in minoranza nei vostri Paesi, non vi scoraggiate!”, scrivono i partecipanti. “Non siete soli a credere e a sperare in Cristo. Un’immensa marea di giovani spera in Cristo, ama Cristo e confida in Cristo”.

“Conosciamo le vostre difficoltà”, riconoscono. “Difficoltà da famiglie distrutte, difficoltà per trovare un lavoro stabile, difficoltà derivanti dall’’eclisse del senso di Dio’ nella società in cui siete chiamati a vivere, difficoltà a causa del cattivo esempio di alcuni adulti”, “difficoltà derivanti dal vivere in una società che per decenni è stata dominata da ideologie totalitarie e dall’ateismo pratico e teorico che ancora avvelenano gli animi”.

Malgrado questi ostacoli, sottolineano, “abbiamo un’immensa fiducia in voi, nella vostra innata generosità, nel vostro rifiuto di adeguarvi passivamente alla moda dei tempi, nella vostra sensibilità per le sofferenze altrui, nel vostro senso di giustizia, per la ricerca della pace, nella sete per la verità che vi caratterizza”.

“Tutto questo, se valorizzato, può rappresentare una forza immensa di rinnovamento delle nostre comunità. Voi potete diventare il lievito che dà sapore alle nostre comunità stanche e qualche volta non più motivate”.

Ricordando che i giovani vivono “in società multiculturali, multi religiose e multietniche”, i partecipanti invitano “a testimoniare l’invito di Cristo a diffondere l’amore per tutti gli uomini, al di là di ogni religione e di ogni ideologia”.

“Siete chiamati a perdonare i torti che i vostri padri hanno subito, a superare con la dolcezza di Cristo tragiche situazioni che hanno segnato il passato. Siete chiamati a realizzare quello che, talvolta, non sono riusciti a fare la generazione chi vi ha preceduto: il dialogo fraterno coi vostri coetanei anche di diversa religione o confessione cristiana; la collaborazione per la giustizia e la pace”.

“La vostra testimonianza di cristiani diventerà anche il vostro impegno missionario in una società dove la violenza e l’odio sembrano caratterizzare la cultura del nostro tempo”.

Quanto al tema ispiratore della GMG di Madrid, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr. Col 2,7), “vuol dire fondare tutta la vostra vita sulla persona di Cristo”, segnalano i partecipanti all’incontro.

“Si tratta della totalità della vita e non la parzialità delle nostre esperienze; si tratta dei veri fondamenti sui quali si basa tutta la vita dell’uomo; è una visione, una scelta, un atteggiamento, un progetto di vita, un modo di vivere”.

Il battezzato, infatti, “è chiamato a vedere nel suo battesimo un segno di appartenenza alla persona stessa di Cristo”.

“Qui – concludono – si vive l’incontro con Cristo-giovane che chiama i giovani a seguirlo e a diventare i suoi discepoli e profeti del suo vangelo nel mondo di oggi”.

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ZENIT Staff

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