Nominato il direttore dell'Autorità per l'Informazione Finanziaria

L’avvocato cassazionista Francesco De Pasquale

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 7 marzo 2011 (ZENIT.org).- Il Cardinale Attilio Nicora, Presidente dell’Autorità per l’Informazione Finanziaria, ha nominato direttore dell’Autorità – istituita dal Papa con un Motu proprio – l’avvocato cassazionista Francesco De Pasquale, ha reso noto la Sala Stampa della Santa Sede questo lunedì.

De Pasquale, 62 anni, ha un’esperienza ultraventennale in questioni valutarie, prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, oltre ad essere esperto nella valutazione del grado di conformità degli ordinamenti statuali agli standard internazionali antiriciclaggio.

In un’intervista rilasciata alla “Radio Vaticana”, il professor Marcello Condemi, docente di Diritto dell’Economia all’Università G. Marconi di Roma e membro del Consiglio direttivo dell’Autorità per l’Informazione Finanziaria, ha commentato la nomina e l’attività dell’Autorità, sottolineando che i poteri di quest’ultima “sono disegnati dall’articolo 33 della legge n. CXXVII in materia di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”.

Alla sua costituzione ha fatto seguito la materiale costruzione dell’Autorità da parte del Pontefice, che “in tempi rapidissimi ha provveduto ad individuare e conseguentemente a nominare le persone costituenti il Consiglio Direttivo”, organo fondamentale per il funzionamento dell’Autorità visto che ad esso spettano, come dice lo Statuto, “tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione”.

Il Consiglio Direttivo è anche “responsabile dell’organizzazione e del funzionamento della struttura dell’Autorità, della quale programma, dirige e controlla l’attività”, che consiste, in sintesi, “nella prevenzione e nel contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo”.

La nomina da parte del Papa delle persone che compongono il Consiglio – in primo luogo il presidente, Cardinal Nicora – il 19 gennaio 2011, cioè dopo soli 20 giorni dalla pubblicazione della legge antiriciclaggio (il 30 dicembre 2010), ha permesso all’Autorità, “in attesa dell’entrata in vigore della legge n. CXXVII in materia di antiriciclaggio fissata per il 1° aprile 2011”, “di iniziare ad operare in vista dei delicati compiti che l’attendono”.

Dopo essersi dotata di una sede, “fissata a termini di Statuto nello Stato della Città del Vaticano, e segnatamente nel Palazzo San Carlo”, “sta passando in rassegna gli enti che, per caratteristiche tipologiche ed operative, si ritiene che” “siano soggetti ai presidi antiriciclaggio in essa contenuti”.

Tra “un’ampia rosa di possibili candidati”, è stato poi selezionato il direttore, al quale spetta la responsabilità dell’“attività operativa dell’Autorità”, “vale a dire la traduzione operativa delle decisioni e degli indirizzi strategici adottati dal Consiglio Direttivo”.

L’avvocato De Pasquale, ha sottolineato Condemi, è “una figura di elevato spessore professionale”, e dal 1990 è stato membro della Delegazione italiana al Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale (GAFI).

Quanto alla prosecuzione da parte della Santa Sede del cammino verso l’adeguamento del proprio ordinamento agli standard internazionali in materia di antiriciclaggio, Condemi ha indicato che l’impianto normativo antiriciclaggio emanato il 30 dicembre 2010 “costituisce una solida base normativa di prevenzione e contrasto”.

“Basti pensare all’introduzione del reato di auto-riciclaggio, che non potrà non produrre effetti rilevanti anche sul fronte della individuazione delle eventuali operazioni sospette”, ha indicato.

Nelle scorse settimane, inoltre, la Santa Sede si è rivolta a MONEYVAL, un organismo del Consiglio d’Europa collegato al GAFI, esprimendo “la propria determinazione a proseguire nel cammino intrapreso”, e ha “manifestato la propria disponibilità ad aderire formalmente agli organismi internazionali deputati al contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e, quindi, alle modalità con cui essi lavorano”.

In vista della scadenza del 1° aprile, il professor Condemi ha segnalato che l’Autorità “sta lavorando tenacemente” per essere in grado di “ricevere eventuali operazioni sospette che le dovessero pervenire, trattarle, come prevede la legge, e inviarle, in presenza dei necessari presupposti, all’Autorità giudiziaria dello Stato della Città del Vaticano”.

“La strada ormai è tracciata e l’Autorità sta muovendosi speditamente, pur con le difficoltà di una nascente istituzione, nell’attuazione delle leggi emanate e fortemente volute, primo fra tutti, dal Sommo Pontefice e dal suo Segretario di Stato, nel solco della missione pastorale alla quale è chiamata la Chiesa, che non può non riflettersi anche nella trasparenza delle relazioni economiche e finanziarie”, ha commentato.

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ZENIT Staff

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