Benedetto XVI: l’amore cristiano è “un vincolo che libera”

Visita il Pontificio Seminario Romano Maggiore per la Madonna della Fiducia

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ROMA, domenica, 6 marzo 2011 (ZENIT.org).- “L’amore cristiano è un vincolo, ma un vincolo che libera”. Lo ha ricordato Benedetto XVI nel visitare il 4 marzo scorso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, in occasione della festa della Madonna della Fiducia, Patrona dell’Istituto. 

Presenti per l’occasione tutti i seminaristi romani: oltre a quelli del Maggiore, erano rappresentati infatti anche quelli del Pontificio Seminario Romano Minore, del Collegio diocesano Redemptoris Mater, dell’Almo Collegio Capranica e del seminario della Madonna del Divino Amore. Presenti anche i seminaristi giapponesi ospitati dal collegio Redemptoris Mater, con il Vescovo emerito di Oita, monsignor Peter Takaaki Hirayama.

Nella lectio divina tenuta durante la visita il Papa ha preso spunto da un passo della lettera di san Paolo agli Efesini (4,3) per suggerire ai seminaristi quattro atteggiamenti nei quali si articola il “cammino cristiano”: umiltà, dolcezza, magnanimità, sopportazione reciproca.

Nel Battesimo – ha spiegato il Papa – “dobbiamo conformarci a Cristo, trovare questo spirito dell’essere miti, senza violenza, di convincere con l’amore e con la bontà”. Tuttavia occorre anche forza di volontà e impegno perseverante per rinnovare il dono del Battesimo, perché la grazia di questo sacramento non produce automaticamente una vita coerente.

Il Battesimo è quindi “un impegno che costa e comporta un prezzo da pagare di persona”, perché ciascuno è chiamato personalmente ad essere di Cristo e a vivere in Lui. Dio, infatti, instaura con ognuno una relazione, “ognuno è chiamato con il nome suo”, così che “l’unità della Chiesa non è data da uno ‘stampo’ imposto dall’esterno, ma è il frutto di una concordia, di un comune impegno di comportarsi come Gesù, in forza del suo Spirito”.

La chiamata è allora individuale, ma al tempo stesso ecclesiale perché “siamo in comunione con Cristo” solo “accettando questa corporeità della sua Chiesa, dello Spirito che si incarna nel corpo”.

E’ allora impossibile spiegare la vocazione cristiana senza lo Spirito Santo. Perché – ha aggiunto Benedetto XVI – la chiamata di ogni cristiano è il mistero dell’incontro con Gesù, mediante il quale Dio Padre ci chiama alla comunione con Sé e per questo ci vuole donare il suo Spirito.

“La vita cristiana – ha continuato – comincia con una chiamata e rimane sempre una risposta fino alla fine”. Ed “essere sacerdoti implica umiltà, conformarsi a Cristo”, “imitare il Dio che scende fino a me, che è così grande che si fa mio amico, soffre per me, è morto per me. Questa è l’umiltà da imparare”.

L’amore cristiano è così “un vincolo con il quale ci leghiamo sia gli uni agli altri, sia con Dio. Non una catena che ferisce o dà crampi alle mani, ma le lascia libere”.

Ecco allora che “bisogna avere mani e cuore legati da quel vincolo d’amore che Lui stesso ha accettato per noi facendosi nostro servo”, ha concluso il Papa.

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ZENIT Staff

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