La nuova regolamentazione prevede una serie di modifiche, due delle quali fondamentali: un maggior controllo dell’accesso con veicoli all’interno del territorio e la consacrazione di una figura legale non prevista nelle legge precedente ma che era già abituale: quella del residente.
In un articolo pubblicato questo martedì da “L’Osservatore Romano”, il presidente del Comitato che ha portato a termine la redazione della nuova legge, monsignor Giorgio Corbellini, spiega le ragioni per cui era necessaria una nuova legge di cittadinanza.
In primo luogo, il motivo è che il contesto giuridico di riferimento è cambiato, con l’approvazione di una nuova Legge Fondamentale, da parte di Giovanni Paolo II, il 26 novembre 2000 e di una nuova Legge sulle Fonti del Diritto, di Benedetto XVI, il 1° ottobre 2008, derogando quelle del 1929, su cui si basava la legge sulla cittadinanza precedente.
In secondo luogo, ha spiegato monsignor Corbellini, “a nessuno sfugge l’opportunità di adeguare le leggi vaticane all’attuale situazione, tenendo conto dei profondi mutamenti che si sono verificati dal 1929 ad oggi”.
Una delle prime modifiche, ha osservato il presule, è la semplificazione: la legge precedente aveva 3 capitoli, un addendum e un totale di 33 articoli. Quella attuale, invece, ha quattro capitoli, ma solo 16 articoli.
“In effetti, il testo ha subito una notevole semplificazione; in alcuni casi, la legge opera un rinvio a determinazioni lasciate all’attività regolamentare”, ha osservato il presule.
Cittadino e residente
Cittadini del Vaticano sono il Papa, i Cardinali che risiedono in Vaticano o a Roma, i membri del Corpo diplomatico vaticano in carica e altri responsabili vaticani per l’incarico che ricoprono o il servizio che svolgono. La cittadinanza non si ottiene per nascita, per ovvie ragioni, ma per concessione.
La prima novità è la tipificazione della figura del residente, cioè di chi vive in Vaticano senza averne la cittadinanza.
Questa figura, spiega monsignor Corbellini, “ha acquistato importanza sempre maggiore nella realtà vaticana; nel corso degli anni, molte persone abitanti nello Stato hanno preferito, pur avendone i requisiti, non assumere la condizione di cittadino, che, nella legge del 1929, era considerata la situazione normale di quanti vivevano nella Città del Vaticano”.
Il Vaticano ha attualmente più di 800 abitanti, ma solo 572 cittadini. Di questi, circa 220 vivono nel territorio.
La ragione della “diaspora” è che gran parte dei cittadini vaticani è costituita da Nunzi e personale diplomatico.
In questo senso, un’altra delle novità della legge è il riconoscimento della cittadinanza a Nunzi e diplomatici mentre esercitano il loro incarico, fatto che non era previsto nella legge del 1929 ed è stato introdotto in forma di nota nel 1940 da Papa Pio XII.
Accesso
La seconda novità di rilievo è la regolamentazione degli accessi, in particolare della circolazione, una situazione che è molto cambiata dal 1929.
Lo Stato della Città del Vaticano ha due parti: una ad accesso libero (la Basilica, Piazza San Pietro e i Musei Vaticani) e un’altra ristretta, nella quale è necessario disporre di un permesso se non si è né cittadini né residenti.
Nella parte ad accesso libero, segnala monsignor Corbellini, non serve alcun permesso, anche se negli ultimi anni, a causa delle minacce del terrorismo internazionale, è stato necessario avviare una serie di controlli.
Nella parte ristretta sarà necessaria una tessera di accesso, o un permesso permanente. Per motivi validi, l’accesso può anche essere negato.
Un’altra disposizione di riferisce ai veicoli. La nuova legge, infatti, prevede che possano accedere in automobile all’interno dello Stato solo i cittadini, i residenti o quanti dispongono di un permesso speciale.