Card. Bagnasco: il cattolico deve essere fedele a Dio e all’uomo

Nella messa per la seconda giornata della Settimana Sociale di Reggio Calabria

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ROMA, venerdì, 15 ottobre 2010 (ZENIT.org).- In questo delicato momento storico i cattolici non possono mancare alla “duplice e inscindibile fedeltà a Dio e all’uomo”, e come i discepoli devono farsi portatori di “un riflesso di Gesù” e di “un barlume dell’umanità nuova”. 

Lo ha ricordato questo venerdì il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), durante la Messa che ha aperto la seconda giornata della 46ª Settimana Sociale in corso a Reggio Calabria.

Durante l’omelia il porporato ha ricordato che il Mistero Eucaristico “racchiude tutto il tesoro della fede, è la sorgente della Chiesa. Poter celebrare i Santi Misteri è come per il pellegrino assetato raggiungere l’acqua che disseta e ristora”.

“Sì – ha continuato –, l’Eucaristia è per noi la fonte che rigenera, una finestra che, ogni volta, apre uno spiraglio sulla Liturgia del Cielo”.

“Da questa apertura, che è il Crocifisso Glorioso, filtra una luce che, come un vortice, ci invita a salire verso Dio, per unirci al cantico di lode a Colui che è tre volte santo”.

“In questo abbandono confidente al Dio che è Amore – ha continuato il porporato –, l’uomo accoglie la volontà del Dio che è Verità, e che purifica la trasparenza del pensiero, del cuore e della vita”.

Il Presidente della CEI ha poi messo in guardia contro l’ipocrisia: “Noi, discepoli per grazia, siamo i primi a dover essere trasparenza di Dio perché il mondo si apra al suo salvifico Mistero”.

“Come potremmo, infatti, servire gli uomini del nostro tempo, se non chiediamo a Cristo che ci renda trasparenti, senza nessuna doppiezza di parola o di azione? La trasparenza è coerenza, e la coerenza è umiltà e coraggio”, ha osservato.

“Sul volto dei discepoli gli uomini devono poter vedere almeno un riflesso di Gesù, un barlume dell’umanità nuova che è germogliata sulla croce”.

“Il mondo attende questo, cerca questo anche quando non lo sa, e quando non ci pensa ne ha ancor più bisogno”, ha continuato il Cardinal Bagnasco.

“Cari Amici, chiediamo al Signore che ci renda tutti più contemplativi, saremo più penetranti nelle faccende del mondo e più efficaci nel contribuire a costruire una città dove ognuno si senta a casa”.

“Bisogna sempre ripartire da Dio se vogliamo declinare nel concreto quell’agenda di speranza che ci attende”, ha poi concluso.

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ZENIT Staff

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