Camilla Varano, da principessa a religiosa clarissa

Una vocazione attraverso prove e tentazioni

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di Carmen Elena Villa

ROMA, mercoledì, 13 ottobre 2010 (ZENIT.org).- A 23 anni, Camilla Varano abbandonò la sua vita da principessa nel ducato di Camerino e le proposte di matrimonio per seguire il suo cuore e diventare religiosa clarissa.

Papa Benedetto XVI la canonizzerà domenica prossima in Piazza San Pietro insieme ad altri cinque beati.

Camilla Varano nacque nel 1458 a Macerata. Suo padre, Giulio Cesare da Varano, era il principe di Camerino. Camilla era nata fuori dal matrimonio, ma venne introdotta ed educata nello splendore della corte.

“I palazzi signorili nel periodo rinascimentale erano centri di politica, ma anche di cultura e di mecenatismo”, ha spiegato a ZENIT padre Giovangiuseppe Califano O.F.M., postulatore della causa di canonizzazione. Camilla trascorse così la sua gioventù tra feste, balli e vita sociale. Studiò latino, lesse i classici, imparò a dipingere, a suonare, a ballare e ad andare a cavallo.

Sono trascorsi quasi cinque secoli dalla sua morte, e la sua causa di canonizzazione è stata ferma per 100 anni per alcuni problemi a causa del ritardo nella scelta del suo postulatore. Per padre Califano, questi anni “di apparente silenzio” sono stati però “fecondi per la ricerca sistematica e la pubblicazione critica degli scritti della Beata”.

Un cuore che non può essere diviso

Quando aveva nove anni, il Venerdì Santo, Camilla ascoltò un’omelia in cui il fratello, Domenico da Leonessa, chiedeva ai presenti di versare almeno una lacrima ogni venerdì per amore di Gesù. La piccola accettò la proposta, che seguì tutti i venerdì della sua vita.

“Attraverso il dono di quelle lacrime, versate con fanciullesco impegno, la contemplazione della Passione del Signore le divenne così congeniale e spontanea da orientare tutta la sua vita spirituale”, ha affermato il suo postulatore.

Nella sua giovinezza si sentì fortemente attratta da tutto ciò che offriva la corte, ma allo stesso tempo provava attrazione per la chiamata a lasciare tutto per seguire Cristo. “Inizialmente, come molti di noi, non è capace di scegliere e non esita a condurre una doppia vita”, ha spiegato Madre Chiara Laura Serboli, badessa del Monastero di Santa Chiara a Camerino.

“Da una parte le danze, i canti e i divertimenti che la corte non lesina”, “dall’altra, il raccoglimento e la lotta in cui Dio la trascina e la assorbe tutta”.

Nella Quaresima del 1479 ascoltò la predica di fr. Francesco da Urbino, trovando la luce interiore per comprendere il dono della verginità consacrata.

“Sarà proprio la fedeltà all’impegno della preghiera e della direzione spirituale a far sì che lo Spirito faccia breccia”, ha segnalato il suo postulatore.

Camilla entrò nel Monastero di Santa Chiara a Urbino nel 1481. “O dolce Signore, dammi grazia che io ti restituisca amore per amore, sangue per sangue, vita per vita, perché con la mia vita sempre io lodi, benedica e glorifichi te, ed edifichi i fratelli”, dice in uno dei suoi scritti. Due anni dopo fece la professione religiosa con il nome di suor Battista.

La lotta continua

Camilla affrontò una forte lotta spirituale. Attraversò per cinque anni la cosiddetta Notte Oscura dello spirito: “dall’intensità delle grazie spirituali che l’avevano accompagnata nella fase del primo innamoramento, Camilla sembra ora abbandonata a un’essenzialità scarnificante e cruda”, ha affermato la badessa.

Non si lasciò tuttavia abbattere da questo fatto. “Nei suoi scritti emerge con sempre maggiore frequenza il ricorso alle immagini del Cantico dei Cantici, all’inseguimento dell’Amato da parte dell’amata in preda alla comprensibile angoscia per l’abbandono patito”, ha aggiunto Madre Chiara Laura.

Nel 1502 suo padre e i suoi fratelli vennero assassinati in una persecuzione che colpì la sua famiglia. Questi fatti “la ‘crocifiggono’ con Cristo”, permettendole di essere “capace di silenzio laddove le parole non bastano più a spiegare l’ingiustizia del calvario”, ha sottolineato la badessa.

Battista fu costretta a rifugiarsi ad Atri, in Abruzzo.

Un altro fatto che le provocò grande dolore e la spinse a molte ore di preghiera fu il rendersi conto che nel 1517 in Germania il monaco agostiniano Martin Lutero annunciava la sua separazione dalla Chiesa romana.

La futura santa ebbe varie esperienze mistiche, che si riflettono nei suoi tanti scritti e in cui rivela il suo amore per Cristo crocifisso. Madre Chiara Laura le definisce “un prezioso e strettissimo sentiero”, che le ha permesso di compitere una “rilettura della propria esistenza alla luce del mistero pasquale”.

Camilla Battista Varano morì il 31 maggio 1524 durante un’epidemia di peste. “Mi hai risuscitata in Te, vera vita che dai la vita a ogni cosa vivente”, scrisse.

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ZENIT Staff

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