ROMA, martedì, 12 ottobre 2010 (ZENIT.org).- La Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite è intervenuta questo lunedì a New York davanti al Primo Comitato dell'Assemblea Generale ONU durante il dibattito generale sul disarmo e la sicurezza internazionale.

“Le politiche che promuovono il disarmo e il controllo delle armi riflettono un'idea di ordine auspicata dalle popolazioni mondiali”, si è affermato.

L'Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'organismo, l'Arcivescovo Francis Chullikatt, ha chiesto rinnovati sforzi a ogni livello per mettere in pratica valori giusti e una visione politica che riconosca l'importanza dell'autentico sviluppo dei popoli.

Il presule ha lamentato l'enorme aumento delle spese militari mondiali nell'ultimo decennio, arrivando agli 1,531 miliardi di dollari nel 2009, con “un aumento in termini reali del 6% e del 49% rispetto al 2008 e al 2000 rispettivamente”.

Invocando la logica radicata nella Carta delle Nazioni Unite, che mira a promuovere l'istituzione e il mantenimento della pace internazionale e della sicurezza “con la minima deviazione verso gli armamenti delle risorse umane ed economiche mondiali” (art. 26), l'Osservatore Permanente ha ribadito la richiesta che la Santa Sede formula ormai da decenni a favore della riduzione delle spese militari reindirizzando le risorse verso i poveri e creando un Fondo Mondiale per i programmi di sviluppo.

Il presule ha riconosciuto gli sviluppi positivi recenti, come il notevole cambiamento nella retorica riguardo alle armi nucleari, l'entrata in vigore della Convenzione sulle Bombe a Grappolo il 1° agosto e il lavoro preparatorio per un Trattato internazionale sul Commercio di Armi.

Allo stesso modo, ha sottolineato aspetti come la necessità di andare al di là delle riduzioni strategiche degli arsenali nucleari, l'importanza dell'entrata in vigore del Trattato Comprensivo per il Bando dei Test Nucleari e la mancanza di un sistema di monitoraggio internazionale dei laboratori di tecnologie biologiche.

Insistendo sul fatto che “le armi non sono in alcun modo equivalenti ad altri 'beni' sul mercato”, l'Arcivescovo ha concluso ricordando che “il loro possesso, la loro produzione e il loro commercio hanno profonde implicazioni etiche e sociali”, e che queste armi “devono essere regolate dando la dovuta attenzione a principi specifici di ordine morale e legale”.

Per ulteriori informazioni, www.holyseemission.org.