ROMA, mercoledì, 6 ottobre 2010 (ZENIT.org).- La Santa Sede è preoccupata per i respingimenti in Paesi che non rispettano i diritti umani e per la pratica della detenzione dei richiedenti asilo. E’ quanto ha detto martedì mons. Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, intervenendo alla 61.ma sessione del Comitato esecutivo dell’Acnur, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
A preoccupare soprattutto la Santa Sede – secondo quanto riferito dalla Radio Vaticana – è la tendenza di alcuni Paesi sviluppati ad esternalizzare le procedure di determinazione dello status, specialmente in quei luoghi in cui si registrano più spesso violazioni dei diritti umani, in cui i richiedenti asilo vengono separati dalle famiglie e incarcerati e sono detenuti perfino i bambini.
L’ultimo rapporto sulle priorità strategiche globali ha evidenziato la presenza di 1777 relazioni di respingimento in almeno 60 Paesi.
Questo dato, ha commentato mons. Tomasi, “ci mette faccia a faccia con un deficit di considerevoli proporzioni nell’attività di protezione”.
Lo sforzo dell’Acnur, inoltre, deve essere rivolto verso la questione della registrazione delle nascite delle cosiddette “persone a rischio” e verso i disabili.
Il presule ha infine voluto ricordare la situazione degli sfollati – un numero che è cresciuto in maniera esponenziale quest’anno a causa del sisma ad Haiti e delle alluvioni in Pakistan – che richiedere soluzioni rapide ed efficaci come i programmi di reinsediamento e i rimpatri volontari.