Arriva in Egitto il Meeting per l’amicizia tra i popoli

Intervista al responabile per l’Oriente della comunità di Comunione e Liberazione

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di Antonio Gaspari

ROMA, mercoledì, 6 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Il Meeting per l’amicizia fra i popoli diRimini, manifestazione organizzata dal movimento ecclesiale cattolico di Comunione e Liberazione, arriva anche in Egitto.

Su iniziativa di un’élite di intellettuali e giudici egiziani, dal 28 al 29 ottobre si terrà in Egitto una due giorni del Meeting di Rimini. 

L’Evento è promosso dalla Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, insieme al Centro Culturale Ta’Wassul de Il Cairo e il Centro Culturale Sakakini di Alessandria ed avrà come tema “La bellezza, lo spazio del dialogo”.

Nel linguaggio dei promotori “la bellezza del reale è un avvenimento che in ogni uomo può creare quello spazio per il dialogo”.

All’incontro che sarà declinato attraverso dibattiti, una mostra e spettacoli vari, interverranno quattro ministri del governo egiziano. Sarà il ministro della cultura Farouq Hosni ad aprire i lavori nella cena inaugurale del 28 sera, insieme a Hosam Kamil, Rettore dell’Università de Il Cairo e Tahani al-Jibaly, Vice Presidente della Suprema Corte Costituzionale e Presidente del Comitato Organizzativo.

Il Meeting si terrà in alcuni dei luoghi più importanti dal punto di vista storico e culturale dell’Egitto: la memorabile sala dell’Università (dove il presidente USA Obama lanciò qualche mese fa il suo messaggio all’Islam), l’Opera House egiziana e la Cittadella di Saladino, che rappresentano, oggi come nel passato, uno spazio di bellezza per l’incontro e il dialogo con l’altro. 

Per cercare di capire come è nata questa splendida occasione per il dialogo culturale e religioso tra Italia ed Egitto, ZENIT ha intervistato don Ambrogio Pisoni, assistente pastorale dell’Università Cattolica di Milano e responabile per l’Oriente della comunità di Comunione e Liberazione.

Come è nata l’idea di portare il Meeting in Egitto?

Don Ambrogio: L’idea è nata dal nostro amico professor Wael Farouq, docente all’Università Americana de Il Cairo, che ha visitato il Meeting di Rimini prima da solo e poi, l’anno scorso, con tre suoi amici tra cui una signora che attualmente ricopre l’incarico di Vicepresidente della Corte Costituzionale egiziana. Partecipando all’evento riminese in qualità di ospiti ne sono rimasti colpiti al punto tale da cominciare a pensare al modo di farlo conoscere anche nel loro Paese.

In che modo pensate di sviluppare un dialogo con i musulmani e con i copti?

Don Ambrogio: Non ci poniamo obiettivi particolari: questo evento nasce in modo inatteso e nello stesso modo procederà. Per noi è importante rimanere fedeli all’amicizia nata con queste persone. Staremo a vedere quali altre sorprese vedranno la luce: giudicheremo insieme come poi procedere.

Allo stesso modo, per noi il dialogo non è oggetto di discussioni “a tavolino”: il metodo cristiano è quello dell’incontro. Quello che accade supera sempre ogni nostra previsione. Ci aiuteremo a guardare quello che sarà accaduto.

Dopo la pubblicazione del libro “Il senso religioso” di don Giussani in arabo avete in mente qualche altra iniziativa editoriale?

Don Ambrogio: Dopo la pubblicazione in lingua araba de “Il senso religioso”, pubblicato sia a Gerusalemme sia a Il Cairo, è appena uscita l’edizione araba di un altro volume di don Luigi Giussani: “All’origine della pretesa cristiana”. Inoltre è in corso la traduzione del terzo volume del “Percorso” giussaniano: “Perché la Chiesa”.     

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ZENIT Staff

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