ROMA, domenica, 27 giugno 2010 (ZENIT.org).- “Carità e testimonianza”: sono le due parole d’ordine indicate da Benedetto XVI ai membri del Circolo San Pietro, nel riceverli questo sabato in udienza in Vaticano.
Motivo dell’incontro è stata la tradizionale consegna dell’Obolo di San Pietro, ovvero le offerte raccolte nelle parrocchie e negli istituti della diocesi di Roma, destinate alle attività caritatevoli del Papa.
Questo appuntamento, che si tiene solitamente dopo la Festa della Cattedra di San Pietro, il 22 febbraio, costituisce un momento particolarmente significativo che sottolinea il sodalizio fra la Santa Sede e questa associazione, nata a Roma il 28 aprile 1869 ad opera di don Domenico Jacobini e del giornalista Paolo Mencacci.
A testimonianza di questo particolare legame di affetto con i Romani Pontefici, il Circolo vanta infatti fra i suoi Soci del passato quattro personalità ecclesiastiche successivamente elevate al Soglio pontificio: Benedetto XV, Pio XI, Pio XII e Paolo VI.
L’Obolo di San Pietro, ha detto il Pontefice nel suo discorso, “rappresenta un punto di convergenza fra due azioni complementari che si stringono in un’unica eloquente testimonianza di carità evangelica, poiché, da un lato, manifesta l’affetto degli abitanti di questa città e dei pellegrini nei confronti del Successore di Pietro e, dall’altro, esprime la concreta solidarietà della Santa Sede verso le tante realtà di disagio e di indigenza che, purtroppo, permangono a Roma e in tante parti del mondo”.
Benedetto XVI ha poi evidenziato come attraverso il suo impegno verso i meno fortunati il Circolo San Pietro diffonda “un messaggio di speranza, che scaturisce dalla fede e dall’adesione al Signore”.
“Continuate – ha detto – ad essere questo segno concreto della carità del Papa verso quanti si trovano nel bisogno sia in senso materiale che in senso spirituale, come pure verso i pellegrini che giungono a Roma da ogni parte del mondo per visitare le tombe degli Apostoli e per incontrare il Successore di Pietro”.
Da qui la consegna affinché “carità e testimonianza continuino ad essere le linee guida” del sodalizio, e l’incoraggiamento “a proseguire con gioia in questa azione”.
Quindi, facendo riferimento al motto del Circolo San Pietro, il Papa ha esortato a trarre sempre nuovo vigore dalla preghiera e dallo spirito di sacrificio “per portare copiosi frutti di bene” nella comunità cristiana e nella società civile.
Nel suo indirizzo di saluto il Presidente generale dell’antico sodalizio, il duca Lepoldo Torlonia, ha illustrato alcune delle iniziative concrete realizzate quest’anno, come il rinnovo dei locali dell’asilo notturno e di una mensa: “i poveri venendo da noi – ha detto il presidente Torlonia – sanno che è il Papa che li ospita”. Inoltre ha ricordato la costruzione di un asilo per bambini in Laos.
Il Circolo San Pietro è nato nel contesto capitolino dell’ultimo ventennio dell’800 come risposta ad un clima dominato da un acceso anticlericalismo e da una situazione di profonda crisi, cui si tentò di ovviare con numerose iniziative caritatevoli come l’Obolo di San Pietro (la cui usanza venne regolata dal Papa Pio IX nell’Enciclica “Saepe venerabilis” del 5 agosto 1871).
Il Circolo, oltre ad offrire l’assistenza pratica, morale e religiosa alle persone bisognose e senza fissa dimora, o alle mamme dei bambini ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico del Bambino Gesù, distribuisce pasti caldi a chi ne ha bisogno, la cosiddetta “minestra del Papa”.
Le cucine del Circolo, infatti, resesi più volte utili in episodi storici come la Seconda Guerra mondiale, vennero istituite nel 1877, dietro espresso desiderio di Pio IX, il quale affidò loro le pentole dell’esercito degli Zuavi perché “l’esercito dei poveri, che non sarebbe mai mancato alla Chiesa, avesse sempre una minestra calda”.